Romanzo Rossoblù – Santi e furore: il Bologna canta sotto la pioggia

Cinicità: è questa l’ultima carta estratta dal mazzo rossoblù. Il Bologna è sceso in campo al Tardini con la mentalità della big e con una prestazione alquanto impeccabile ha portato a casa un netto e felice risultato. Queste prestazioni sono la naturale conseguenza del duro lavoro, di un gruppo affamato che gioca da tale, ma anche di importanti individualità.

Parma-Bologna, questione di furore

Furore il termine utilizzato da Niccolini per descrivere la partita del Bologna dopo il gol lampo subito dopo pochi secondi dal fischio d’inizio. Lui, che tiene a precisare di non averci preso gusto a stare nell’area tecnica e che «Italiano manca solo in panchina, per il resto la sua presenza è ovunque». Una presenza onnisciente, nella mente dei giocatori ancor prima che affianco a loro. Il gioco del mister è ormai un tutt’uno coi ragazzi e la gara di ieri sera ne è la riprova. Orsolini che cerca di tirare fuori il coniglio dal cilindro, Castro che occupa l’area con fisicità e garra, Rowe sempre più incisivo e presente anche in fase difensiva, per non parlare della difesa, sempre più attenta e consolidata.

Jhon Lucumí (© Damiano Fiorentini x 1000cuorirossoblù)

Tutti, subentrati compresi, hanno giocato come Italiano avrebbe voluto, tenendo alto il ritmo e il morale. Mai si sono adagiati sugli allori, nemmeno quando il Parma è rimasto in dieci e li ha lasciati passare in vantaggio. Nemmeno sotto la pioggia battente, con la palla pesante e un campo al limite dell’assurdo.

Santi, in punta di piedi

Ma la vera differenza ieri l’ha fatta il più giovane: Santiago Castro. Lui che spesso canta L’anno che verrà di Lucio Dalla e Poetica di Cremonini, che se il Bologna dovesse vincere un’altra competizione lo guiderebbe lui il pullman, che ha rifiutato l’Al Hilal per completare la sua crescita a Bologna e che ieri sera ha aggiunto un altro tassello per coronare il suo sogno. Quello di tornare in Nazionale, ma solo vestendo i colori rossoblù.

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