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Samuel Iling-Junior e il Bologna: quando gli abbracci dicono più delle parole

Samuel Iling-Junior e il Bologna: da un abbraccio all’altro, per raccontare una storia breve, ma che rimarrà, appunto, nella storia

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L'esultanza del Bologna per il gol di Samuel Iling-Junior in Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini)
(© Damiano Fiorentini)

«Se lo sai, che non è finita, abbracciami», canta Cesare Cremonini in Poetica, la “nuova” – ma ormai non più – canzone delle vittorie Rossoblù al Dall’Ara. La stessa frase, probabilmente, i giocatori del Bologna l’avranno sussurrata a Samuel Iling-Junior la sera del 21 gennaio, dopo “quel” gol.

Dentro di sé, Samuel, però, sentiva, altrettanto probabilmente, che era finita. Non la partita, ma la storia tra lui e il Bologna. Nata un po’ per caso, culminata in due abbracci più che significativi. Una storia anche un po’ malinconica, ma che in quegli abbracci ha raccontato tanto.

Samuel Iling-Junior e il primo abbraccio a Bologna…

Siamo circa a metà settembre, ed è il giorno di Como-Bologna. I Rossoblù, pochi giorni prima, per rimediare all’infortunio di Nicolò Cambiaghi, pescano dal cappello del calciomercato non una, ma ben due pedine: Benjamin Dominguez e Samuel Iling-Junior. Il primo arriva sotto le Due Torri da sconosciuto, tutto da scoprire (e che scoperta, con il senno di poi). Il secondo, invece, arriva con un’aspettativa diversa: dall’Aston Villa, ma prima ancora alla Juventus. Con la sensazione che anche lui, però, ancora tutto da scoprire. E come si presenta, questo ragazzo inglese: stop, tiro a giro, gol del 2-2 e evita, a tutti, uno “psicodramma” che, col senno di poi, non sappiamo come sarebbe stato preso nell’ambiente Rossoblù, visto il periodo.

Samuel Iling-Junior in Como-Bologna (© Bologna FC 1909)

Samuel Iling-Junior in Como-Bologna (© Bologna FC 1909)

Si gira, pugno alzato, e a fine partita abbracciato da tutti. C’è gioia nel suo sguardo, la voglia di incidere in un campionato dove ha giocato, si, ma dove non ha mai, probabilmente, espresso tutto il suo potenziale. D’altronde, è ancora giovanissimo Samuel, e ha tutto davanti per far bene. Sembra, per caratteristiche, l’esterno adatto al gioco di Italiano, che in prima battuta lo coinvolge eccome. Poi, però, tutto sembra scivolare via dalle sue mani. Prestazioni altalenanti, ma tendenti per lo più verso il basso. Non sembra voler sbocciare. E, forse, non si sente nemmeno a suo agio. Tanto che inizia ad aleggiare il pensiero che questa storia sia già giunta alla conclusione.

…contrapposto all’ultimo: diverso, ma che tutti ricorderanno

Non trova più spazio, Samuel. E davvero, allora, forse è meglio separarsi. Fa male, da esterni, vedere un ragazzo non rendere. Si, perché Iling-Junior è uno di quei ragazzi che puoi capire sin dall’inizio: timido, introverso. Ma nell’accezzione positiva del termine: ha bisogno di fiducia, per rendere al meglio. Un po’ come tutti i calciatori, dirà qualcuno: si, ma per altri ne serve un po’ di più. Qui, a Bologna, probabilmente non è il momento. Il Bologna, ora, ha trovato il suo equilibrio, e in questo Samuel sembra non rientrare. C’è, però, un ultimo appuntamento in questa storia.

Iling-Junior è l’unico esterno vero a disposizione per le ultime partite di Champions League, oltre a Riccardo Orsolini e Dan Ndoye. La sera del 21 gennaio, le voci di mercato attorno a Samuel si erano ormai spente: nessuno immaginava potesse andar via, dopo qualche giorno. Forse lui un po’ lo sperava: non per cattiveria, ma perché, come tutti, voleva avere più spazio, voleva giocare. Quella sera, però, accade che proprio il numero 7, dopo mezz’ora, debba uscire per infortunio. E, quindi, arriva il momento di Samuel.

L'esultanza del Bologna per il gol di Samuel Iling-Junior in Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini)

L’esultanza del Bologna per il gol di Samuel Iling-Junior in Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini)

Non inizia al meglio, diciamo: entra, a freddo, e non è il più preciso in campo anche per questo, usando un eufemismo. Vincenzo Italiano, il suo allenatore, però, si gira verso il pubblico e chiede di supportarlo, come tutti gli altri. Lui si tappa le orecchie e, con i minuti, sale. Fino ad arrivare al minuto 72′. È lì, lui. Al posto giusto, nel momento giusto. Lo calcia forte quel pallone, scarica tutto. E poi, un altro abbraccio. Sembra ancora triste Samuel, ma chissà cosa stava provando dentro di sé in quel momento. Una storia che inizia con un abbraccio e finisce con un altro abbraccio: l’ultimo, quello più importante, rimarrà per sempre nella storia del Bologna. E, quindi, su la testa Samuel: al di là di tutto, verrai ricordato per “quell’abbraccio lì”. Una serata Poetica, per tornare all’inizio di quest’articolo: ci hai fatto abbracciare tutti, Samuel.

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1 Commento

1 Commento

  1. Mirko Bertinelli

    6 Febbraio 2025 at 14:24

    Articolo bellissimo praticamente una lettera d,amore. Io sono nessuno, e lo avrei tenuto stretto in quanto ha corsa (quanto Ndoye) e buonissimi piedi. É introverso e si vede. Con il Borussia ha fatto si che tutti lo amassimo e , ancor prima , con il Como , ha salvato un risultato importantissimo per tutti noi. Un vero abbraccio Samuel te ne vai a testa alta. Spero che non ci dimenticherai perché per noi tifosi sarà impossibile farlo . Con affetto un tuo tifoso

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