Seguici su

Bologna FC

«Mazzone un secondo papà», Signori si racconta tra Bologna, Nazionale e calcio italiano

Intervistato al Romanticalcio Fest di Castelnuovo della Daunia (FG), il fantasista italiano ha ripercorso i momenti più belli della sua carriera, senza dimenticarsi di Bologna e di Carletto Mazzone

Pubblicato

il

Giuseppe Signori parla nel prepartita della Finale di Coppa Italia
Giuseppe Signori (©Bologna FC)

Un sinistro magico ed una fantasia fuori dal comune. Centottant’otto gol in Serie A, tre volte capocannoniere ed idolo, ovunque sia andato, di generazioni di ragazzini. Eppure, tra le tante esperienze in giro per l’Italia, il palmarès non aveva mai sorriso troppo a Beppe Signori prima di Bologna e di Carletto Mazzone.

La rinascita di Signori a Bologna

Carlo Mazzone (©Bologna FC)

Carlo Mazzone (©Bologna FC)

Un campionato interregionale con il Leffe, una C1 col Piacenza ed una promozione in B con il Foggia, dove, per detta sua «È nata la mia carriera» grazie, soprattutto, ad un burbero ma amichevole maestro di vita, Zdenek Zeman. Dopodiché, anni meravigliosi alla Lazio, prima con Zoff, poi nuovamente con il boemo, tra titoli di capocannoniere e gol a raffica, alla ricerca di un trofeo che arriverà però solamente con Eriksson, con cui però Beppe non va tanto a genio.

Da lì un periodo buio per il fantasista, che fatica a ritrovare lucidità, e che neanche con la Samp riesce a ripartire. Periodo che, però, lo porterà a Bologna, dove Mazzone era alla ricerca di un giocatore in grado di sostituire il partente Baggio. Da qui, nascerà un rapporto speciale tra Signori e Mazzone, e che ha provveduto proprio il fantasista italiano a ricordare. «Per me è stato un secondo papà. Arrivavo da un momento difficile perché ero stato operato all’ernia al disco e lui mi volle a tutti i costi a Bologna. Mi ha saputo gestire nella maniera più assoluta, e quindi gli devo veramente tanto nella mia seconda parte di carriera.»

Giuseppe Signori (Bologna FC)

Giuseppe Signori (Bologna FC)

Parole al miele, che hanno lasciato spazio anche ad aneddoti e pensieri personali: «Fino al sabato era Mazzone, e come diceva lui alla domenica arrivava il fratello ignorante.» […] «Era avanti di trent’anni. Aveva una grande gestione sia nel mettere in campo la squadra ma soprattutto a livello umano. Secondo me è stato il più grande gestore, tant’è che si definiva “il Mourinho dei poveri”. Era un allenatore che prima del giocatore guardava l’aspetto umano, e questo ha fatto la differenza anche nella sua carriera.»

Tra nazionale e calcio italiano

Il rimpianto più grande di Signori, e probabilmente anche di tanti italiani, però, rimane sempre uno solo. Estate 1994, negli Stati Uniti d’America si gioca il Mondiale. Un Mondiale a cui l’Italia arriva tra le favorite, forte di un allenatore vincente come Sacchi e di una coppia di attaccanti, Signori-Baggio, tra le migliori al mondo. Qualcosa, però, non va come da programma. Il rapporto tra Sacchi e Signori non sboccia mai realmente, ed il fantasista si ritrova ben presto fuori dalle rotazioni, perdendo anche la finale. «Quella finale è stato senza dubbio il mio più grande rimpianto calcistico, non solo come giocatore ma anche come italiano.»

Gennaro Gattuso, nuovo allenatore della Nazionale Italiana (© FIGC)

Gennaro Gattuso, nuovo allenatore della Nazionale Italiana (© FIGC)

Una Nazionale che oggi fatica, sia per interpreti che per risultati, e su cui Beppe ha voluto esprimere qualche parere «Pensare che un ragazzino di 12 anni non abbia ancora visto l’Italia al Mondiale mi fa accapponare la pelle, l’Italia è una di quelle Nazioni che per me dovrebbe esserci sempre al Mondiale. Credo che la scelta di Gattuso, però, sia corretta, era necessaria un po’ di aria fresca e di un allenatore grintoso come lui». Mentre sul calcio giovanile «Il livello medio si è abbassato, nessuno più insegna i fondamentali, si parla di tattica a dei ragazzini che a malapena sanno palleggiare e che devono solo pensare a divertirsi. Poi, adesso si aspetta a buttare nella mischia i giovani perché “si ha paura di bruciarli”, ma più aspetti più rovini un ragazzo.» […] «Purtroppo, però, il calcio è cambiato, oggi ad esempio non si segna più su punizione perché nessuno ha più voglia di rimanere lì un’ora a provarle, come facevamo noi. Oggi ci sono i social ed una vita diversa dalla nostra.»

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *