Seguici su

Bologna FC

Stadio – Il gruppo prima di tutto

Pubblicato

il


In questo inizio 2023 il Bologna ha dovuto far fronte a una serie di situazioni a livello di rosa e interpreti che potevano tranquillamente compromettere una stagione la quale, prima della sosta mondiale, aveva preso una strada ben definita e apprezzata da tutti. Ebbene, oggi, siamo qui a dirci che è andata addirittura meglio di quanto ci si potesse aspettare, e il motivo è uno solo: la forza del gruppoPartiamo da un presupposto: Thiago Motta non difetta di carattere, non lo faceva in campo e non lo ha fatto nemmeno, ad esempio, nella stagione scorsa a Spezia, anche li con una marea di difficolta sia dentro che fuori dal campo. Il tecnico italo-brasiliano ha dei principi, e si basa sulla quotidianità: se dai il massimo giochi, altrimenti no. Questa, oltre che essere giusta meritocrazia, è una buona base per creare un gruppo.

Thiago non ha avuto una giornata, a partire dal 4 gennaio a Roma, nella quale potesse preparare una partita con la possibilità di scegliere gli interpreti, o perlomeno non in tutti i reparti del campo, e quindi ha dovuto tirare fuori il massimo da chiunque. Pronti-via dopo la sconfitta contro i giallorossi Motta si ritrova già senza Arnautovic, problema al piede che lo terrà fuori per un lungo periodo, nel mentre non aveva ancora totalmente recuperato l’altro riferimento centrale, Zirkzee. Reazione di Motta: toglie dal mercato Sansone, lo mette titolare ad Udine e il 10 segna un gol poi decisivo per la vittoria, tutto perfetto, o quasi. Rientrati dalla trasferta di Udine, altra tegola: Sansone si è fratturato un dito del piede, altra emergenza, ma almeno Zirkzee sembra recuperato, è lui quindi da quel momento a guidare l’attacco Rossoblù, i risultati? Vittoria a Firenze e contro lo Spezia. Tutto troppo bello, ma il giovane olandese rimedia un infortunio muscolare: altro stop, altra emergenza.

Con tutto quello che è successo a livello di infortuni, con la perdita nel reparto difensivo anche di un pilastro come Soumaoro per diverse partite e ben sostituito da Sosa (tranne qualche sbavatura), la risposta che ha dato Thiago Motta dal suo arrivo a Bologna è una sola: lavoro e fiducia nel gruppo. E sembra scontato, ma non lo è, perché tramite il lavoro quotidiano il mister ha forgiato un gruppo e migliorato i singoli, i quali sanno che se non danno il massimo giorno per giorno il mister non li schiera, e così sempre sarà finchè lui siederà su quella panchina. Tramite il lavoro ha adattato la squadra alle situazioni, facendogli dare il massimo, sia fisicamente che mentalmente: i ragazzi hanno dimostrato di essere sempre più dentro la partita con la testa, con il carattere, andando a riprendere la partita contro la Sampdoria di voglia, di sacrificio, con gli innesti che quando entrano in campo danno il tutto per tutto (vedi Moro), dimostrando di essere un gruppo coeso e unito. Il lavoro sul campo per guadagnarsi la titolarità e la forza del gruppo hanno come esempi altri due giocatori cardine: dopo stop di Zirkzee e la ricaduta di Arnautovic, è stato Barrow il riferimento offensivo prescelto, un ragazzo che sta dimostando di lavorare sempredi più e meglio, dalle parole dell’allenatore, e che ha la fiducia del gruppo, esattamente come Orsolini, rivitalizzato da Motta sempre tramite il lavoro quotidiano, che gli ha fatto ritrovare la titolarità, e la fiducia del gruppo, del quale ora è trascinatore, almeno nei numeri.

La forza del gruppo creato da Motta con le proprie basi la si vede anche quando gli occhi cadono sulla figura di uno che, soprattutto qui a Bologna, ha sempre avuto la figura di leader, e cioè proprio Marko Arnautovic. L’austriaco non sta vivendo un gran momento, e questo poteva essere deleterio per la squadra vista l’importanza che ha avuto il 9 da quando ha messo piede a Bologna. Domenica Marko è sceso in panchina per festeggiare la grande vittoria contro l’Inter, poi però si è defilato, per lasciare nella naturalezza che il gruppo si prendesse le lodi e i meriti per quanto fatto e costruito fino ad oggi, perchè anche lui sa, vista la sua esperienza, quanto conti il gruppo prima del singolo. Arna è una parte fondamentale del gruppo, non nascondiamoci dietro ad un dito, ma ora lo è come valore in più, come arma ancor più pericolosa di una squadra che è unita, che si è costruita tramite le scelte del mister che ha messo tutti alla pari, che mette il gruppo prima di tutto.

Fonte – Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport – Stadio

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *