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Dall’Ara, casa dolce casa: parte tutto da qui

Il segreto del Bologna? Lo stadio Dall’Ara, con un rendimento casalingo tra i migliori in Serie A e tifosi protagonisti della corsa europea.

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Stadio Dall'Ara di Bologna (©Damiano Fiorentini) Bologna Empoli
Stadio Dall'Ara di Bologna (©Damiano Fiorentini)

Certe volte la cornice conta tanto quanto il quadro stesso. Questa cornice, per Bologna e per il Bologna ha fatto la differenza, concretamente. C’è un filo rosso, infatti, che ha attraversato tutta la straordinaria stagione 2024/25 rossoblù, ed è quello che unisce la squadra alla sua città, al suo stadio, al suo pubblico: il Dall’Ara. Il palcoscenico non è stato solo il luogo dove si sono disputate le partite, ma il cuore pulsante di un’annata storica.

Il Bologna ha fatto del Dall’Ara una roccaforte. E i dati lo confermano.

Bologna, un rendimento casalingo da grande squadra

Il Bologna ha raccolto 37 punti su 57 disponibili tra le mura amiche, frutto di 10 vittorie, 7 pareggi e appena due sconfitte nelle diciannove gare giocate al Dall’Ara. Questo rendimento ha proiettato la squadra al sesto posto nella classifica delle migliori formazioni casalinghe del campionato, davanti ai soliti club più attrezzati. Il dato diventa ancora più significativo se si considera che il 66% dei punti totali conquistati in campionato sono arrivati proprio al Dall’Ara. Un dato che, da solo, racconta quanto quella casa sia stata un rifugio, un motore e una piattaforma di lancio per le ambizioni europee.

Sul piano del gioco, il Bologna ha espresso il suo calcio migliore proprio davanti al pubblico di casa. Ha segnato 33 gol e ne ha subiti 18, dimostrando non solo solidità e compattezza, ma anche una naturalezza nel proporre calcio che fuori casa, a tratti, è venuta meno. I ragazzi di Vincenzo Italiano hanno mostrato personalità e consapevolezza, e il contesto amico ha aiutato i più giovani a crescere, a sbagliare con meno paura e a prendere responsabilità con più coraggio.

Lo stadio Dall’Ara: tutto il sostegno del popolo rossoblù

Ma non c’è solo il campo. Il Dall’Ara ha significato anche pubblico, appartenenza, comunità. Con una media stagionale di quasi 28 mila spettatori a partita, Bologna ha risposto presente. E ha riempito ogni posto disponibile. Per larghi tratti della stagione, infatti il Dall’Ara è stato effettivamente sold out. Questo diviene poi il nodo che la società continua a segnalare da anni: il Dall’Ara, meravigliosa macchina del tempo calcistica, necessita di quel fantomatico restyling per contenere la crescita di un club che vuole stabilizzarsi ai piani alti.

La stagione appena conclusa ha mostrato chiaramente come il Bologna abbia trasformato la casa in un punto di forza. Il Dall’Ara ha protetto, spinto, accompagnato. È stato complice silenzioso nei momenti difficili e rumoroso quando invece serviva la spinta in più, quella giusta. In un calcio dove i dettagli fanno la differenza, sfruttare al massimo il fattore casa è un segnale di maturità. E il Bologna, in questo 2024/25, ha dimostrato di saperlo fare.

La sfida ora è dare continuità a questo legame. Perché quando uno stadio diventa più di un luogo, quando si trasforma in alleato, è lì che può nascere qualcosa di duraturo. E Bologna, città e squadra, sembra averlo capito.

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