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Dallinga e la Coppa Italia: colui che ha aspettato il momento giusto

Tre gol in Coppa Italia e un cuore rossoblù: Thijs Dallinga è riuscito a prendersi Bologna, e lo ha fatto nei momenti decisivi.

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Thijs Dallinga, Bologna (© Damiano Fiorentini)
Thijs Dallinga, Bologna (© Damiano Fiorentini)

Quando lo scorso luglio Thijs Dallinga è sbarcato sotto le Due Torri, le aspettative erano alte. Giovane, potente, reduce da due stagioni interessanti in Ligue 1 con il Tolosa, l’olandese sembrava il tassello giusto per l’attacco che Vincenzo Italiano stava disegnando per il suo nuovo Bologna. Ma il calcio ama mettere alla prova chi vuole diventare protagonista.

I primi mesi in rossoblù sono stati silenziosi. Troppo silenziosi. I compagni correvano, Italiano plasmava un’idea di squadra ambiziosa, e Dallinga guardava. Lontano, quasi spettatore. C’era chi già sussurrava di un acquisto sbagliato, di un ragazzo che forse non era tagliato per la Serie A. Lui ascoltava poco, lavorava tanto. Aspettava.

La Coppa Italia: il palcoscenico di una rinascita

Poi è arrivata la Coppa Italia. E con lei, il momento di Dallinga.

Se nei turni precedenti aveva solo assaporato il campo, è nella doppia semifinale contro l’Empoli che il nove olandese ha deciso di prendere in mano la penna e scrivere il suo nome sulla storia. All’andata, al Castellani, il Bologna, rischiava, ma trovava in lui un centravanti da battaglia: due gol, uno più pesante dell’altro, per un 3-0 che profumava già di finale. Al ritorno, al Dall’Ara, il pubblico lo ha accolto con più curiosità che amore. E lui ha risposto con un’altra prestazione da centravanti completo, coronata da un gol che ha chiuso i giochi e acceso l’entusiasmo.

Tre gol in due partite. E dire che Dallinga in Coppa Italia ha giocato solo quattro partite, ma le ha usate per mostrare qualcosa che non sempre le statistiche raccontano: personalità, tempismo, fame.

Thijs Dallinga (© Bologna FC 1909)

Thijs Dallinga (© Bologna FC 1909)

A Roma, nella notte che ha consegnato al Bologna la sua seconda Coppa Italia, il protagonista è stato Ndoye con il gol vittoria contro il Milan. Ma sotto il peso del trofeo, mentre la squadra alzava le braccia al cielo, c’era anche lo sguardo silenzioso e orgoglioso di Thijs. Lui non ha segnato in finale, ma c’era. C’era nel percorso, c’era nei momenti chiave. C’era quando serviva qualcuno che non si tirasse indietro.

Il futuro: sarà l’anno di Dallinga?

Durante la puntata di ieri sera di 1000chiacchiere rossoblù, con Matteo Paganelli e Filippo Venditti, ci siamo chiesti: “Il prossimo sarà l’anno di Dallinga?” È la domanda giusta, ma forse va riformulata. Forse è già iniziato, il suo anno. Solo che ha avuto bisogno di tempo per sbocciare. Perché certi giocatori non esplodono a settembre. Alcuni arrivano quando le notti e le partite decidono i destini.

Oggi i tifosi lo guardano con occhi diversi. E chissà, magari tra qualche anno, ripensando a questa stagione magica, si ricorderanno che nella Coppa Italia della rinascita, c’è stato un centravanti olandese che ha avuto la pazienza di aspettare il suo turno. E quando è arrivato, ha fatto esattamente quello che fanno i grandi attaccanti: ha deciso.

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