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Un ringraziamento al passato: “El Trenza” Rodrigo Palacio

Un’ode al passato per non dimenticare chi, nel periodo recente, ha aiutato il Bologna a risorgere dalle ceneri, senza però riuscire a festeggiare nulla di concreto.

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Rodrigo Palacio (© BolognaFC)
Rodrigo Palacio (© Bologna FC)

“Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato per dare il giusto valore al presente.”
Dumitru Novac

“Come Benjamin Button, o come il vino, che più invecchia più si migliora”. Tanti campioni, del presente o del passato, possono essere identificati tramite una citazione come questa. Atleti, giocatori o allenatori che hanno alzato il livello proprio quando di solito si arriva nella fase calante della carriera. E proprio a Bologna tanti giocatori hanno vissuto una vera e propria “seconda giovinezza” fatta di riscatto e rivincite dopo momenti bui. Giocatori, come Baggio o Signori, diventati iconici per il popolo Rossoblù, che solo pochi anni fa ha riassaporato dopo qualche tempo il gusto dell’usato sicuro Bologna grazie alle scorribande di Rodrigo Palacio.

Rodrigo Palacio: il Benjamin Button di Bologna

Palacio Bologna-Parma (© BolognaFC)

Palacio durante Bologna-Parma (© BolognaFC)

Ottantadue gol, tre campionati argentini, una Sudamericana, una Libertadores e tre Recopa. Un biglietto da visita niente male per un’ormai esperto Rodrigo Palacio, esterno tutto estro e velocità che nell’estate del 2009, all’età di 27 anni, si affaccia finalmente al calcio europeo. E dove, se non nella squadra che per eccellenza rappresenta il calcio italiano a Buenos Aires, quel Genoa da poco orfana del “Principe” Diego Milito, appena accasatosi all’Inter ed in procinto di vincere un triplete da protagonista.

Un percorso che anche “El Trenza” seguirà, dopo che un burrascoso addio al Genoa lo porterà a firmare con l’Inter. A Milano Rodrigo rimane per ben 5 stagioni, realizzando 58 reti e soprattutto completando il percorso che lo porta ad essere un jolly offensivo, capace di svariare in tutti i ruoli dell’attacco. E parte proprio così, la carriera di Rodrigo sotto le Due Torri, con un ruolo da “jolly”, libero di svariare, insieme a Simone Verdi, nell’attacco di mister Donadoni. Una prima stagione Rossoblù altalenante per l’argentino, che comunque durante questo anno di ambientamento mette a segno 4 gol e 2 assist.

Una stagione di transizione, che, se vogliamo dirla tutta, precede forse la peggior stagione di Palacio a Bologna. Complice l’esonero di Donadoni, il passaggio al 3-5-2 ed una prima parte di stagione non esaltante, l’arrivo di Inzaghi incide in negativo sul secondo anno di Palacio, che però con l’arrivo di Mihajlovic rivede la luce. Ecco che inizia la favola di Rodrigo Benjamin Button.

Il faro dell’attacco Rossoblù

Rodrigo Palacio, Riccardo Orsolini e Musa Barrow esultano dopo un gol con la Roma

Rodrigo Palacio, Riccardo Orsolini e Musa Barrow esultano dopo un gol con la Roma (© BolognaFC)

Nei primi 6 mesi con Sinisa Palacio in un colpo solo diventa leader tecnico e spirituale. Grazie alla sua esperienza, infatti, l’argentino diventa l’esempio perfetto da seguire per i ragazzi più giovani, e soprattutto per l’astro nascente rossoblù Riccardo Orsolini. Un ruolo che per Palacio assume ancora più importanza quando, il 13 luglio, Mihajlovic annuncia di essere malato di leucemia. È proprio in quel momento che Rodrigo, giocatore più esperto della rosa, prende in mano i suoi compagni e li guida, sia in campo che fuori.

Nelle ultime due stagioni al dall’Ara, infatti, Palacio si risblocca, mettendo a segno 14 gol e 10 assist, guidando, anche subentrando dalla panchina l’attacco di mister Sinisa. Il 2 maggio 2021, poi, realizza una tripletta con la Fiorentina, diventando allo stesso tempo marcatore più anziano della storia Rossoblù e più anziano ad aver realizzato una tripletta in Serie A. Insieme al gol col Verona saranno le ultime, fantastiche, cartucce della sua esperienza a Bologna, che si conclude con l’addio a parametro zero a fine anno, lasciando però i Rossoblù con un ricordo prezioso, quello di un giocatore umile, arrivato senza pretese e che ha dato tutto per la città che lo ha accolto.

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