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Perché a volte basta un applauso…

Bologna-Salisburgo ci ha offerto un piccolo dettaglio, sfuggito agli occhi dei più, ma che potrebbe fungere da lezione per il futuro

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Nadir Zortea, Milan-Bologna (© Bologna FC 1909)
Nadir Zortea durante la sua prima presenza in rossoblù, in Roma-Bologna (© Bologna FC 1909)

Stasera si torna in campo. E, se sembra che Holm sia pienamente recuperato e pronto a reggere novanta minuti, sullo sfondo resta Zortea. L’unico giocatore, forse, che non ha ancora ingranato nella sua posizione, complice un avvio turbolento dello svedese e un adattamento al ruolo che non è stato esattamente immediato. D’altronde, passare dall’esterno alto al terzino ha le sue ripercussioni, così come tentare di adattarsi alle idee tattiche di una squadra totalmente diversa da quel Cagliari che lo scorso anno lo ha reso protagonista. Però la luce in fondo al tunnel c’è e ci sarà sempre. Probabilmente la possiamo intuire già da Bologna-Salisburgo, analizzando il match con cautela.

Quando basta un pallone…

Andiamo, dunque, indietro nel tempo fino a giovedì. Al Dall’Ara va in scena la quinta di Europa League. L’importanza del match la sentono tutti, tifosi e giocatori, ma soprattutto Nadir. Sì, perché, forse, per lui quei novanta minuti rappresentano l’ultima grande occasione prima del rientro di Holm. E lo sa anche lui, si vede da come approccia la partita. Cerca di mettere grande attenzione dietro ma, in importazione, fatica un pò. E, complici le difficoltà di Orso, le sovrapposizioni non lo aiutano. Addirittura, una sua conclusione viene respinta, in quella che sembra una stregoneria nei suoi confronti. Lui che, lo scorso anno, con quel tiro si è tolto soddisfazioni importanti.

Nadir Zortea, Bologna - Torino

Nadir Zortea, Bologna – Torino (© Bologna FC 1909)

L’intervallo, per i giocatori, è un momento utile a calmarsi e riflettere su quanto fatto. Accorgimenti, soluzioni e confronti tra i titolari, sempre nel segno dell’obiettivo comune, non avvengono di rado e, sicuramente, giovedì le dritte di Italiano hanno saputo colpire il bersaglio. Così per tutti, pure per il 20, il rientro dagli spogliatoi è stato dirompente. E dire che un passaggio sbagliato all’inizio, con tanto di linguaggio del corpo crucciato e testa bassa, avrebbe potuto frenare l’ex Atalanta. Ma i distinti, settore sotto il quale stava giocando, si sono fatti sentire.

Il teorema di Dzeko

I vigorosi applausi di incoraggiamento, anche di fronte a un errore, hanno provato la teoria di Dzeko che sicuramente avrete sentito in questi giorni. Il clima positivo ha azzerato le paure del terzino che, nell’azione successiva, ha messo un pallone di diamante in testa a Bernardeschi. 3-1, assist, sorrisi e abbracci. Tutto questo nel giro di, forse, tre minuti scarsi. Perché questi ragazzi sono uomini, il sostegno gli serve tutto. E il pubblico rossoblu, in questo senso, fa scuola. Per Zortea, questo è un ottimo punto di partenza, un sorriso che speriamo di rivedere nelle prossime gare, quando sarà impiegato. Agli occhi del tuo pubblico tu vali. Il messaggio è arrivato tramite un gesto semplice come il calcio. Che forse semplice non è, ma questa è un’altra storia

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