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Calcio

100 Storie Rossoblù: 97 Walsingham, 96 Eriberto, 95 Meghni

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Un viaggio giornaliero lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)

97 – Percy Grahame Walsingham
Nel Bologna gioca appena un pugno di amichevoli, questo campione professionista inglese tra i primi pionieri del calcio italiano, ma la sua è storia curiosa: diventa protagonista nel Genoa, vincendo uno Scudetto e arrivando due volte secondo e segnando qualcosa come una rete a partita. Per mascherarne il professionismo, il “Grifone” gli inventa un lavoro presso una società carbonifera. Insieme a un certo Williams è l’unico giocatore inglese nella storia del Bologna. Era noto come “Polidor” per la sua somiglianza con il grande attore francese Ferdinand Guillaume.

96 – Luciano Siqueira de Oliveira
In rossoblù si chiama Eriberto, si presenta come un giovane brasiliano tutta corsa, gioca due stagioni e mette a segno una rete “coast to coast” che ancora viene ricordata. Purtroppo è tatticamente anarchico e dal carattere difficile, così viene ceduto al Chievo, dove diventa una bandiera giocando 13 stagioni e arrivando anche a buoni livelli in coppia con l’altra ala Manfredini. Epica rimane la crisi di coscienza che nel 2002 lo portà ad ammettere di aver usato un’identità falsa per iniziare la sua carriera calcistica: il suo vero nome è Luciano, ed ha cinque anni in più di quanto dichiarato, evento che lo porta anche a rischiare il carcere.

95 – Mourad Meghni
“Il piccolo Zidane”, dopo aver dato spettacolo nelle giovanili del Bologna guadagnandosi un soprannome che la dice lunga sulle aspettative che lo circondano, viene fermato da numerosi infortuni e da una difficile collocazione tattica che ne frena in modo decisivo l’affermazione. Comparsa nella Lazio, finisce per dare spettacolo nel remoto campionato arabo ad appena 27 anni e per avere un breve momento di gloria con la Nazionale dell’Algeria, con cui manca le manifestazioni più importanti ancora per via di una serie di infortuni. Talentuoso e sfortunato, Meghni non lascia minimamente traccia nella storia del calcio nonostante i numeri fossero tutti dalla sua parte. Una stella cometa.

 

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