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Coppa d’Africa: sold out solo sulla carta

Biglietti esauriti, tribune mezze vuote: alla Coppa d’Africa qualcosa non sta funzionando nel modo in cui i posti vengono venduti e distribuiti.

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Arena Națională (© Wikipedia)
Arena Națională (© Wikipedia)

La Coppa d’Africa non ha mai dovuto inseguire il calore del pubblico. La passione, semmai, è sempre arrivata prima del pallone. Le immagini dei pullman delle nazionali accolti da folle interminabili fanno parte della normalità del torneo, così come il ruolo simbolico dei calciatori, spesso considerati l’orgoglio di un intero Paese. Eppure, una volta entrati negli stadi, lo scenario cambia drasticamente: spalti vuoti, silenzi innaturali, settori deserti. Un paradosso che stride con i numeri ufficiali, perché i biglietti risultano esauriti. Ma allora, dove sono finiti i tifosi?

Problemi di sistema: quando il mercato nero si inceppa

Il punto non è il prezzo dei biglietti. Al contrario di quanto accaduto nel Mondiale per Club e di quanto potrebbe succedere nel prossimo Mondiale, soprattutto in Messico, il costo non è il principale ostacolo. Il nodo è un altro, e come raccontato da L’Équipe, riguarda il mercato nero. Secondo fonti interne all’organizzazione citate dal quotidiano francese, gruppi specializzati nella rivendita hanno acquistato grandi quantitativi di biglietti senza però tenere conto di una modifica fondamentale nel sistema di distribuzione.

Con l’introduzione di applicazioni come Afcon Ticket, la compravendita illegale è diventata più complessa. Il risultato? Molti rivenditori si sono ritrovati con biglietti invenduti, mentre sugli spalti restavano file di seggiolini vuoti. Un corto circuito che ha trasformato il sold out in una semplice formalità burocratica.

Un problema che emerge anche sul campo

Le conseguenze sono state evidenti fin dalle prime partite. Nell’esordio dell’Algeria contro il Sudan, vinto 3-0, lo stadio “Moulay-Hassan” di Rabat ha accolto circa 16 mila spettatori, seimila in meno rispetto ai 22 mila previsti. Per cercare di rimediare, la federazione algerina ha persino distribuito alcuni biglietti davanti all’hotel Marriott di Agdal la mattina della partita, chiedendo un rafforzamento delle misure di sicurezza in vista della seconda gara contro il Burkina Faso, in programma domenica.

Intanto, sul mercato nero, i prezzi avevano raggiunto livelli fuori scala: fino a 500 euro per un biglietto dal valore nominale di 50. A complicare ulteriormente la situazione ci ha pensato anche il maltempo, con un violento diluvio abbattutosi su Rabat, un fattore che i rivenditori non avevano messo in conto.

Controlli, app e diffidenza

Il problema, però, non può essere ridotto solo alla speculazione. Il sistema di vendita presenta limiti evidenti. Un’altra applicazione, Yallah, introdotta nel settembre 2025, permette il trasferimento dei biglietti, ma impone la creazione di un account e l’inserimento di documenti d’identità. Una scelta che, per molti, appare come una forma di controllo dei flussi da parte del Marocco e che rischia di scoraggiare parte del pubblico che vorrebbe seguire dal vivo la Coppa d’Africa.

Nel resto del torneo, le immagini degli spalti hanno continuato a creare disagio. La maggioranza dei tifosi della Coppa d’Africa proviene dal Paese ospitante o da Stati confinanti, anche perché la povertà diffusa nel continente rende difficili gli spostamenti. A questo si aggiunge il costo elevato del soggiorno in Marocco, che limita ulteriormente la presenza sugli spalti.

Tra sicurezza e numeri ufficiali

Ad Agadir, lunedì, le autorità hanno deciso di aprire gratuitamente i cancelli per l’esordio dell’Egitto, una soluzione tampone che però non dovrebbe essere replicata. La Confederazione Africana di Calcio, infatti, non ha mai avanzato una richiesta ufficiale in tal senso al comitato organizzatore marocchino, con cui i rapporti non sono particolarmente distesi. E resta il dubbio che il ministero dell’Interno possa accettare deroghe alle misure di sicurezza, tema sul quale il Marocco non sembra disposto a trattare.

Martedì la polizia ha smantellato una rete di rivendita illegale, arrestando otto persone. Intanto, l’organizzazioni ha comunicato un aumento delle presenze del 50,6% rispetto all’edizione 2023 in Costa d’Avorio. Numeri incoraggianti, almeno sulla carta. Ma finché gli stadi continueranno a raccontare un’altra storia, il colpo d’occhio resterà quello di una festa a metà. E la domanda rimane: a cosa serve il sold out, se il pubblico non c’è?

Fonte: Équipe 

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