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Calcio

Paolo Zanetti: lo stoico timoniere del Verona

Paolo Zanetti, giovane guida del Verona, è un tecnico carismatico che ha tutte le carte in regola per la salvezza

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Paolo Zanetti (© :Hellas Verona)
Paolo Zanetti (© :Hellas Verona)

Il Verona si prepara ad un’uscita fondamentale per tirarsi fuori dalla zona rossa. E lo fa grazie ad un carismatico allenatore, ancora giovane ma già esperto nella lotta per la salvezza: Paolo Zanetti.

Il primo Zanetti allenatore

L’ex regista di centrocampo Zanetti, famoso per le esperienze ad Ascoli, Torino e Vicenza, è entrato per la prima volta in uno staff tecnico nel 2014. Alla Reggiana, due anni dopo, diventerà allenatore della squadra Berretti, capendo di ambire alla panchina. Per seguire il suo desiderio, così, si è trasferito al Sudtirol, attualmente in Serie B, ma allora ancora in Lega Pro. In due anni, il tecnico ha perso due volte ai play-off , contro il Cosenza in semifinale e contro il Monza al secondo turno.

Ascoli e Venezia: una svolta inattesa

Scaduto il contratto che lo legava agli altoatesini, l’allenatore veneto si è accasato ad Ascoli, dove già aveva giocato per un anno. L’avventura non è mai decollata, ed il licenziamento a gennaio ne è testimone. Ma Zanetti era, ed è tuttora, giovanissimo, classe 1982, e avrà tantissime occasioni: i bianconeri hanno rappresentato una fase fondamentale della sua crescita.

Infatti, otto mesi dopo, è stato il Venezia a dare fiducia al tecnico corregionale. Promosso in A al primo tentativo, l’ex Sudtirol è stato capace di tenere la squadra a galla nel girone d’andata, per poi iniziare male il ritorno ed essere esonerato, complici otto sconfitte filate.

L’ultimo Zanetti: Empoli e Verona

Pur essendosi conclusa male, l’avventura coi lagunari rappresenta un ottimo biglietto da visita per raggiunge altre piazze di Serie A. Così, la chiamata successiva è arrivata da Empoli. Dopo ad aver salvato la squadra alla prima stagione, però, un inizio difficile durante l’anno passato (con un 7-0 subito dalla Roma) ha forzato la società all’esonero. Anche se va precisato che la squadra ha faticato anche dopo il suo addio, salvandosi solo all’ultima giornata con un gol nel recupero di Niang.

Così arriviamo al presente, con la firma sul contratto degli scaligeri. Che sono in difficoltà, ma oggettivamente la squadra non merita, almeno per il valore sulla carta, molto più di ciò che ha ottenuto.
Non si può dire altro se non augurare buona fortuna a un allenatore che spesso ha avuto a che fare con rose non di primissima classe, ma che si è sempre disimpegnato. Un tecnico giovane, ma che ha tutte le carte in regola per affrontare un salto di qualità, può solo fare bene al movimento italiano, che ha sempre prodotto ottime menti calcistiche.

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