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Calcio

Pisa, la rivincita del tempo: dopo 34 anni i nerazzurri tornano in Serie A

Dopo 34 anni, il Pisa risale in Serie A: il viaggio di una squadra che ha saputo rialzarsi dalle difficoltà e conquistare un sogno.

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I giocatori del Pisa con i tifosi durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A
I giocatori del Pisa con i tifosi durante i festeggiamenti per la promozione in Serie A (© Pisa Sporting Club)

Nel calcio, come nella vita, ci sono storie che sembrano destinate a rimanere sospese nel tempo, in attesa di un epilogo che restituisca senso al cammino percorso. La promozione del Pisa Sporting Club in Serie A, dopo 34 anni di assenza, è una di queste storie.

Si tratta di una notizia che va oltre la cronaca sportiva del giorno: rappresenta un traguardo che coinvolge storia, identità territoriale e, non da ultimo, una gestione societaria che ha saputo trasformare un’aspirazione in progetto.

Pisa Sporting Club: una storia che inizia da lontano

L’ultima volta che i nerazzurri calcavano i campi della massima serie era la stagione 1990-91, chiusa con una retrocessione che avrebbe segnato l’inizio di un lungo periodo di instabilità. Da allora, il club toscano ha conosciuto più ombre che luci: crisi finanziarie, retrocessioni, una ripartenza dai dilettanti nei primi Duemila e una piazza che ha faticato a ritrovare continuità tecnica e organizzativa. Ma anche una tifoseria fedele e viscerale, che ha resistito a stagioni difficili e ha continuato a identificarsi con la squadra, ben oltre i risultati.

Dalle origini al primo apice

Fondato il 9 aprile 1909 da un gruppo di giovani studenti, il Pisa Sporting Club ha iniziato il suo cammino nel calcio italiano con tanti obiettivi. I colori sociali, inizialmente bianco-rossi, divennero nero-azzurri l’anno successivo su proposta del segretario-giocatore Ferruccio Giovannini. Nel 1921, la squadra raggiunse la finale per il titolo nazionale, perdendo 2-1 contro la Pro Vercelli in una partita segnata da controversie arbitrali.

L’era Anconetani: successi e instabilità

Il periodo più glorioso del club è legato alla presidenza di Romeo Anconetani, che acquisì la società nel 1978. Sotto la sua guida, il Pisa raggiunse sei partecipazioni alla Serie A tra il 1982 e il 1991, ottenendo anche due Coppe Mitropa nel 1986 e nel 1988 . Tuttavia, la squadra visse un’alternanza tra promozioni e retrocessioni, senza riuscire a consolidarsi stabilmente nella massima serie.

Il Pisa, tra crisi e rifondazioni

Dopo la retrocessione del 1991, il club affrontò gravi difficoltà finanziarie che portarono al fallimento nel 1994. Rinato come Associazione Calcio Pisa, il club visse una nuova crisi nel 2009, ripartendo dalla Serie D. Nonostante le avversità, la passione dei tifosi e l’impegno della dirigenza permisero al Pisa di risalire gradualmente le categorie, tornando in Serie B nel 2007 e ancora nel 2016.

Le panchine nerazzurre, che hanno contribuito al progetto

Negli ultimi anni, il Pisa ha attraversato diverse fasi di transizione sulla panchina, con allenatori che hanno lasciato il segno, ma anche affrontato momenti di incertezze. Il primo a fare la differenza negli ultimi 10 anni è stato Gennaro Gattuso, al suo arrivo nel 2015, ha segnato una svolta, portando il Pisa alla promozione in Serie B con il suo carattere duro e il suo bottino di carica. Dopo di lui, Michele Pazienza ha preso il timone nel 2017, ma la sua avventura è stata breve e tormentata, con la squadra che non riuscì ad evitare una retrocessione in C.

È stato Luca D’Angelo, però, a incarnare la rinascita del Pisa, con un progetto solido che, prima, riportò il club in Serie B e, poi, quasi lo portò in Serie A, sfiorando il sogno dei play-off nel 2022. Dopo una breve parentesi, la squadra ha trovato nuova linfa con Alberto Aquilani nel 2023, ma è ora Filippo Inzaghi a scrivere l’epilogo più importante: con lui, il Pisa conquista la promozione in Serie A, restituendo finalmente ai tifosi un sogno che sembrava perduto. Ogni allenatore ha aggiunto un tassello a questa lunga storia di resilienza, fino al tanto atteso ritorno tra i grandi.

Ora si aprirà un altro capitolo, quello forse più difficile: la permanenza in Serie A. Per una piazza come Pisa, che vive il calcio con orgoglio, la sfida sarà duplice. Da un lato, costruire una rosa competitiva per evitare un ritorno immediato in B. Dall’altro, valorizzare un’identità sportiva che non può limitarsi alla salvezza.

Il Pisa rientra così nella massima serie del calcio italiano. Ben tornato, Pisa. Il tuo posto è di nuovo tra le grandi.

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