Seguici su

Magazine

Hollywood dice addio a Robert Redford, l’attore che scelse l’impegno

Robert Redford si è spento nella sua casa nello Utah, lasciando un segno indelebile nella storia del cinema americano. Attore, regista e attivista, ha costruito una carriera fatta di scelte coraggiose, impegno civile e interpretazioni memorabili.

Pubblicato

il

Si è spento nel sonno, nella sua casa nello Utah, Robert Redford. Il simbolo di un’intera generazione ci ha lasciati ieri mattina, chiudendo un capitolo fondamentale della storia del cinema americano.

La carriera di Redford

Redford non ha avuto la solita carriera da star di Hollywood. Nasce in California nel 1937 e trascorre un’adolescenza difficile a causa della morte della madre. Parte per la Francia per poi immergersi nel rinascimento Italiano. Nel 1959 sbarca di nuovo a New York ed esordisce a Broadway nella commedia romantica di Neil Simon A piedi nudi nel parco. 

Dopo i primi successi Redford gira con Arthur Penn La caccia, un film coraggioso e profondamente antimaccartista, firmato dalla sceneggiatrice e drammaturga Lillian Hellman. Poi è il momento di interpretare un idolo hollywoodiano tormentato ne Lo strano mondo di Daisy Clover, accanto a Natalie Wood. Decide, invece, di rifiutare la parte in Il laureato, Rosemary’s Baby e Chi ha paura di Virginia Woolf?. Nella scelta di dire di no dimostra la sua coerenza e la decisione di seguire un percorso personale senza lasciarsi condizionare dalle mode del momento. Sceglie, infatti, sempre film che riflettano i suoi ideali, valori e il suo impegno civile, tracciando così un proprio disegno cinematografico.

Il sodalizio con Paul Newman

Ma è con l’amico e collega Paul Newman che Robert Redford centra il bersaglio. Con Butch Cassidy (1969) sul grande schermo si staglia una delle coppie più carismatiche del cinema, surclassando nomi dal calibro di Marlon Brando e Warren Beatty, inizialmente considerati per i ruoli.

Il sodalizio trionfa anche con La stangata (1973), diretta da George Roy Hill, un film che otterrà un successo straordinario sulle note della colonna sonora di Burt Bacharach.

Dopo un impegno militante che lo porta ad avvicinarsi alla politica con film come Il candidato, Redford decide di prendersi una pausa dopo Ladd, interpretando il Grande Gatsby.

Un “antidivo” dal profondo impegno civile

Negli anni ’70 fu il protagonista assoluto del grande schermo. Cambiò il volto dell’eroe hollywoodiano, offrendo al pubblico una figura più vicina all’uomo comune rispetto all’icona invincibile incarnata dagli eroi muscolari e spigolosi. Robert Redford, dunque, impose un modello differente, ovvero, quello di un uomo sì affascinante ma anche introspettivo, sportivo, sensibile ma soprattutto dotato di una coscienza civile. Un vero e proprio “antidivo“, coltivando un profondo impegno civile che andava oltre la cinepresa. Raccontava storie vere e dava voce alle persone comuni e lo dimostra il suo film Gente comune, con cui vinse il suo primo Oscar nel 1981 come miglior regista.

Ciascuno dei suoi 65 titoli ha contribuito ad una causa riuscendo ad unire impegno civile, fascino cinematografico e segno personale. Tale caratteristica della sua visione narrativa lo ha portato ad essere apprezzato da tutti.

Gli ecologisti ne hanno apprezzato l’attenzione alla natura, incarnata da opere come Corvo rosso non avrai il mio scalpo, mentre i liberali hanno riconosciuto in lui un alleato prezioso con Tutti gli uomini del Presidente, il celebre racconto dello scandalo Watergate. Come eravamo, lo straziante amarcord che narra la giovinezza impregnata di ideali roosveltiani ha invece colpito i nostalgici.

(Fonte: Corriere)

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *