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Il ritorno di Luciano Ligabue a Campovolo

Il rocker emiliano è tornato nell’amata Reggio per celebrare 35 anni di carriera all’Arena RCF, ex storico palco dell’aeroporto. Tra musica, memoria e impegno civile, uno show carico di emozioni

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Luciano Ligabue, intervista al TG1
Luciano Ligabue intervistato dal TG1

Luciano Ligabue è tornato sabato sera nella sua amata Reggio Emilia. È la quinta volta in venti anni per il rocker che a Campovolo, oggi chiamato “Rcf Arena“, ha celebrato insieme ai suoi fan trentacinque anni di carriera.
Sono passati invece trent’anni dall’uscita di “Buon compleanno Elvis” che ne consacrò il successo.

Sulla scena gli inseparabili amici di sempre: i Clandestino, e la Banda, a Little Taver e il Kingo di “Radiofreccia” con le sue gag. Ad accompagnare Ligabue anche la formazione guidata da Luciano Luisi alle tastiere e dal figlio Lenny Ligabue alla batteria.

Il concerto

In un palco ancora spoglio Ligabue ha iniziato il concerto intonando “Certe notti“, un pezzo che certamente alla luce di quanto accaduto acquista un significato ancora più potente e suggestivo. Il brano, eletto a simbolo dell’intera serata, verrà riproposto alla fine dello show impreziosito dall’assolo alla chitarra dell’immancabile “Capitan Fede” Poggipollini.

I tanti significati della musica di Ligabue

In mezzo, ecco l’Arena che si trasforma e assume le sembianze di Las Vegas scelta come paradigma di un mondo al contrario, un mondo che attualmente appare devastato. Sugli schermi campeggiano le immagini della Sin City degli anni ’50 e ’60 con un enorme Elvis gonfiabile e i flipper della Liga Street allestita lungo il viale che conduce all’arena. L’immagine di un dollaro d’argento che rotola in una grande slot-machine introduce cinque pezzi tratti dall’album. È il momento del brano “Cosa vuoi che sia” che con l’immancabile Little Taver affronta i delicati temi ambientalisti sottolineando le responsabilità dell’uomo nel degrado del nostro pianeta. Sullo schermo appaiono poi i volti delle donne che hanno lasciato un segno tangibile nella nostra storia. Donne del calibro di Nilde Iotti, di Mariangela Melato, della Montessori, della Cristoforetti, ma anche di Alda Merini solo per citarne alcune. Volti che scorrono insieme alle note di “Le donne lo sanno“.

L’attualità

Altri volti compariranno successivamente e sono quelli di chi la storia la sta facendo in altro modo e per altri motivi: Giorgia Meloni, Putin, Musk e poi ancora Trump, Netanyahu, Macron i quali grazie all’intelligenza artificiale appaiono tutti insieme a bordo di una navicella spaziale intenti a brindare sulle note di “Happy hour“. Lo spettacolo prosegue attraverso i pezzi del primo album di Ligabue e una torta gigante fa da sfondo a “Buon compleanno Elvis“, una Cadillac rosso fuoco stupisce gli spettatori.

Su di essa salgono i protagonisti di questo show che si avvia a giungere al momento più toccante dell’intera serata. Per introdurre il brano “Il mio nome e mai più”, successo del 1999 cantato insieme agli amici Jovanotti e Pelù, Ligabue fa “intervenire” Roberto Benigni. Attraverso lo schermo si proiettano le immagini dell’intervento commosso e indignato dell’artista toscano, che in una trasmissione andata in onda su LA7 pochi giorni fa chiede la fine delle stragi di bambini compiute a Gaza. “Basta” è il monito, l’appello, fatto ai potenti per fermare l’orrore, è la parola che deve risuonare nelle coscienze di tutti.

E ancora basta ai massacri che si compiono nei luoghi dove c’è guerra. Basta alle atrocità perpetuate ai danni dei bambini. Chi rimane insensibile alle sofferenze dei più piccoli, sottolinea Ligabue, non può essere considerato umano. Un messaggio chiaro che chiude un concerto che si è svolto pensando alla pace, che in “Certe notti” sembra sempre più necessaria.

Fonte: Il Resto del Carlino 

Di Rachele Nigi

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