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Il Personaggio della settimana – Casey Stoner

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Talento Naturale

Quando si nomina Casey Stoner si parla di un pilota senza tempo, talento cristallino che sulle due ruote faceva quello che voleva. La moto era un prolungamento naturale del suo corpo soprattutto quando riusciva a guidarla come più gli piaceva. Per molto tempo, fino ai titoli vinti in questi anni, si osava pensare che il centauro australiano fosse stato l’unico in grado di guidare la Ducati. Fino alla stagione scorsa non era del tutto sbagliato in quanto è stato per ben quindici anni il solo a vincere il titolo MotoGP con la casa di Borgo Panigale. La sua dote più grande era saper guidare sopra i problemi: la moto non era apposto di assetto o presentava qualche dettaglio che a lui non piaceva come sensazione di guidabilità? Poco male, Stoner ci passava sopra perché quando era in stato di grazia pochi riuscivano a fermarlo o anche solo a competerci. La sua carriera non è durata moltissimo tanto che ha deciso di ritirarsi a 27 anni, quando in realtà un atleta entra nel vivo della sua carriera. Una decisione che fece pensare, ma che alla fine è talmente privata e personale che ogni discussione lascia poi il tempo che trova. Casey aveva fatto tutto in MotoGP e sentiva di non aver più nulla da dimostrare. Aveva battuto i più grandi ed era entrato già nella leggenda del motociclismo. Questo gli bastava per poi tornare in Australia insieme alla sua famiglia per coccolarsi la sua piccola e godersi il tempo lontano dallo stress del Campionato Mondiale.

Stoner iniziò da bambino con il Dirt Track prima di arrivare in Europa e correre su pista con un Aprilia 125cc. Nel motomondiale ha fatto tutta la gavetta fino alla MotoGP. Nel 2001 ottenne le sue prime wild card con Honda nella categoria cadetta, in Inghilterra e a Phillip Island, pista di casa, portando a casa alcuni piazzamenti. I risultati gli valsero l’esordio nel mondiale l’anno successivo in 250cc con Aprilia. Non raggiungendo i risultati sperati nel 2003 scese nuovamente in 125 con il Team di Lucio Cecchinello e all’ultima gara a Valencia arrivò anche la sua prima vittoria. Dopo tre stagioni in cui ottenne vittorie e podi in modo costante arrivando al titolo di vicecampione del mondo nella classe di mezzo nel 2005, arriva il grande salto in MotoGP su Honda, con i colori del team privato di Cecchinello. La prima fu una stagione difficile in cui Casey si prese il soprannome di “Rolling Stoner” a causa delle tante cadute. Tuttavia riuscì ad ottenere una pole position in Qatar, dando già i primi segnali di un talento che avrebbe segnato la sua epoca.

Casey Stoner in sella alla KTM 125cc nel 2004 in Qatar – credits to motogp.com

Da Rolling Stoner a Campione

La vera occasione arriva quando nel 2007 è il prescelto dalla Ducati. La casa della Motor Valley lo ingaggia dandogli fiducia e Stoner diventa un vero animale da gara. In quella stagione la Rossa ha un motore spaventoso che rifila una decina di metri in rettilineo a tutti gli avversari. Imprendibile a gas spalancato, i suoi rivali tra cui Pedrosa e Rossi ci provano nelle curve, ma quando arrivava il momento di chiamare tutti i cavalli del cuore della moto, le due case giapponesi poco potevano in confronto alla forza scatenata dalla moto emiliana. L’anno è quello giusto e in Giappone Casey e la Ducati possono festeggiare il loro primo Mondiale in assoluto, dopo una stagione dominata con dieci vittorie su diciotto tappe. Stoner ora è maturo e pronto a prendersi il suo posto tra le glorie della MotoGP. Negli anni successivi la coppia che sembrava dover aprire un ciclo costante di vittorie subisce il ritorno del duo d’eccellenza Valentino Rossi – Yamaha che tornano a competere ai più alti livelli per il titolo. L’immagine del 2008 è quella di uno Stoner mai arrendevole e che lotta pur di dimostrare che il trono è ancora suo, almeno fino a Laguna Seca. Lì subisce il sorpasso della stagione, un gesto che farà scuola, al cavatappi dal suo rivale principale, il numero 46. Dopo quella gara Casey sente il colpo e con due ritiri di fila consegna al Dottore il titolo, vinto matematicamente nella terra del Sol Levante. Stoner sembra incupirsi e non ritrovare più quella magia che lo aveva acceso due anni prima. Nel 2009 infatti comincia a soffrire fisicamente e forse anche mentalmente la forza dei suoi rivali. A metà stagione è costretto a interrompere il suo campionato per riprendersi dal malanno accusato allo stomaco. Salta tre gare prima di rientrare e riprendersi il suo posto sul podio, prima con un argento in Portogallo e poi una doppietta d’oro tra Australia e Malesia. Il 2010 segna la fine della sua storia d’amore con la Ducati, per la quale tutt’oggi è un simbolo indelebile.

L’ultima (H)Onda

Sposa la causa di Honda, moto con cui ha debuttato nella classe regina, stavolta però con i colori del team ufficiale. Stoner impiega poco per tornare ai livelli del 2007 anzi alla prima gara è già davanti a tutti e vince in Qatar. Con la moto giapponese gli viene tutto facile, nel polso destro sembra avere un’abilità naturale e spontanea che gli dona almeno 2/3 decimi più dei suoi avversari. Il binomio funziona perfettamente lasciando le briciole a tutti gli altri e alla fine della stagione si laurea Campione del Mondo per la seconda volta nella sua carriera.

Dopo quella vittoria Stoner annuncia il suo ritiro definitivo dal mondo delle corse nella stagione successiva, la sua ultima in sella alla Honda. Dopo la sua decisione Casey si è allontanato dal motociclismo per dedicarsi alla famiglia e per ritagliarsi quel tempo che da pilota professionista non esisteva. È tornato come test rider di Honda e Ducati, prendendo parte poi alla sua ultima gara in occasione della 8 Ore di Suzuka in sella alla CBR della casa giapponese. Avventura finita male con una caduta a seguito di un guasto all’acceleratore dalla quale ha riportato la frattura della scapola e della tibia. Anche i tanti infortuni avuti hanno pesato sulla decisione del campione australiano nel ritirarsi così presto. Il suo corpo mostra cicatrici numerose e ben visibili che sicuramente lo hanno segnato anche nel suo animo da pilota. Casey entra di diritto nell’élite della MotoGP, nonostante un carattere difficile da comprendere e da decifrare che lo ha reso uno dei personaggi più complessi e forse incompreso del paddock, ma che poco gli importava perché alla fine lui vinceva e convinceva con la sua forza e il suo stile di guida che hanno fatto innamorare anche molti appassionati.

Casey Stoner con la Honda HRC sulla sua pista di casa a Phillip Island – credits to motogp.com

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