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Racconti Rari – Giorgia Gavioli, tra Canada, pallanuoto e futuro

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Paolo Tassoni
Giorgia Gavioli (©Paolo Tassoni)

Racconti Rari – Tra le tante storia che un piccolo grande mondo come la Rari Nantes raccoglie, certamente interessante e particolare può essere quella della giovanissima promessa Giorgia Gavioli, classe 2006, volata oltreoceano quest’estate per proseguire il proprio percorso di studi in Canada. Ragazza intraprendente, sempre positiva, una grande perdita per lo spogliatoio bolognese ed anche per la prima squadra, dato che la diciassettenne felsinea aveva bagnato, lo scorso anno, il proprio esordio in serie A1 contro il Plebiscito Padova: Giorgia è infatti volata nel Manitoba, in particolare nella capitale Winnipeg, per proseguire il proprio percorso di studi, non dimenticando, però, di mandare avanti la propria grande passione, la pallanuoto.

«Sognavo sin da piccola di fare un’esperienza del genere – racconta Giorgia dall’altra parte del mondo – Sono sempre stata molto stimolata dall’idea di imparare una nuova lingua ed immergermi completamente in una cultura profondamente diversa dalla mia: è molto difficile – ammette – ma ne sta valendo la pena. La vita canadese è completamente opposta rispetto a quella che avevo in Italia, ma mi sto adattando a questo radicale cambio d’abitudini».

L’unico punto in comune tra la vita che Giorgia sta conducendo a Winnipeg e quella di qualche mese fa a Bologna è la pallanuoto: «Attualmente sto giocando con la squadra Vortex, una delle poche del Manitoba – continua la giovane pallanuotista – e devo dire che mi sto trovando molto bene: qui questo sport funziona in maniera completamente opposta, perché il torneo è tra scuole. Nella School League il livello è più basso rispetto a quello del campionato italiano, soprattutto perché qui possono giocare tutti, anche persone che non hanno mai giocato nella loro vita. Il contatto durante il gioco è molto limitato, tanto che non è consentito in assoluto prendere il costume dell’avversaria mentre si gioca: il fatto di giocare senza le mani dell’avversaria costantemente addosso mi sconcerta» sorride.

«Gli allenamenti sono molto diversi, spesso più “soft”, anche se l’aspetto veramente particolare della pallanuoto canadese è che tutti devono saper fare tutto: andare al centro, marcare, giocare da esterno… Un modo particolare di concepire questo sport, che però permette di sviluppare più tecniche per ricoprire tanti ruoli. Le categorie vanno dall’under 15 all’under 19, per poi passare al livello universitario, dove giocano i ragazzi più grandi».

Al quarto anno di scuole superiori, Giorgia sogna di iscriversi in un’università all’estero: «Ho sempre desiderato di frequentare l’università in Canada o negli Stati Uniti: il mio desiderio, attualmente, è quello di riuscire a prendere grazie alla pallanuoto una borsa di studio che mi permetta di continuare a studiare lontano dall’Italia».

Sono diversi gli anni che la classe 2006 ha passato nella vasca dello Sterlino, toccando anche con mano la prima squadra ed essendo una delle colonne portanti che ha preso parte alle finali nazionali con le categorie under 18 ed under 20: «Devo dire che, essendo ora via, mi sono resa conto di quanto la mia vecchia squadra, la Rari Nantes, fosse importante per me e facesse parte del mio quotidiano, tanto che ero arrivata a considerarla un po’ la mia seconda famiglia. Mi manca molto tutto quello che io e la mia squadra avevamo costruito, anche gli aspetti più quotidiani e “banali” della vita di prima, di cui magari non ti accorgi nemmeno se non nel momento in cui non li vivi più. Sento la mancanza di tutto, anche degli allenamenti più pesanti dove il mister si arrabbiava ed urlava se non ci impegnavamo – scherza – Qui ho raggiunto la consapevolezza dell’impegno che ho messo ogni giorno in vasca nei miei anni alla Rari, dato che mi rendo conto durante gli allenamenti che le cose ora mi vengono in maniera più facile e naturale. Dobbiamo ancora iniziare la stagione, tra poco inizieranno i primi tornei ufficiali fuori regione e non vedo l’ora di mettermi in gioco e dimostrare tutto quello che ho imparato in questi anni alla Rari».

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