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Moduli del calcio: il 3-5-2 e le sue varianti

Moduli del calcio: approfondiamo il 3-5-2 e le sue numerose varianti

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Quinto appuntamento col mondo dei moduli del calcio ed oggi è il numero 5 a regnare incontrastato, così come i 5 centrocampisti dei moduli che vi proporremo in questo articolo, che parla appunto del 3-5-2 e delle sua varianti più classiche. Abbiamo inserito anche il 5-3-2 in questa lista, perché in fondo in fondo, chi è che non si è mai chiesto se un 3-5-2 schierato dalla propria squadra in realtà non si potesse definire meglio come un 5-3-2?

Prima di lasciarvi alla lettura dei moduli di cui discutiamo oggi, eccovi i link per recuperare tutti gli articoli di questa rubrica:

  1. Moduli: dalla Piramide alla Clessidra
  2. Moduli: il 3-4-3 moderno e le sue varianti
  3. Moduli: Catenaccio, Forcone e Zona Mista
  4. Moduli: il 4-4-2 e le sue varianti
  5. Moduli: il 3-5-2 e le sue varianti
  6. Moduli: 4-3-3 o 4-5-1?
  7. Moduli: Il Calcio Totale e il Tiki-Taka

 

Il 3-5-2

3-5-2Il 3-5-2 è uno dei moduli più versatili tra quelli in circolazione, perché può essere decisamente ostico da aggredire ed allo stesso tempo molto pericoloso in fase offensiva. Deriva direttamente dalla “Zona Mista” (Moduli: Catenaccio, Forcone e Zona Mista) e per questo è un modulo che in Italia ha trovato grande utilizzo (negli anni ‘70/’80 quasi tutti i club italiani si schieravano a “Zona Mista”) e deve la sua riuscita o il suo fallimento in grande parte ai due “esterni” (o tornanti) che sono la chiave fondamentale sia in fase di attacco che di difesa, di questo modulo.

In difesa abbiamo una classica difesa a tre con due marcatori ed un giocatore che serve più come “libero” che come marcatore, mentre a centrocampo i tre possono essere schierati in diversi modi: possono esserci due giocatori di rottura ed uno che agisce quasi da trequartista, oppure un regista basso e due giocatori che siano in grado sia di rompere il gioco avversario che di proporsi in avanti in aiuto delle punte, o infine, può esserci un giocatore preposto alla regia bassa, uno che non si allontana mai dalla zona mediana e che è deputato alla sola fase di interdizione, ed uno che pur aiutando a fare filtro, spesso si proponga in avanti con inserimenti tra le punte.

I due attaccanti, come ormai in tutti gli schemi visti anche quando si parlava di 4-4-2 (vedi articolo Moduli: il 4-4-2 e le sue varianti), possono essere complementari (quindi una di movimento ed una potente) oppure anche similari, in base a come si vuole sviluppare il gioco.

La differenza come detto la fanno i due esterni, che devono dare sempre copertura al reparto difensivo presidiando le fasce mentre i tre difensori sono stretti, mentre in fase offensiva devono dare una mano in attacco, andando a prendesi lo spazio sulle fasce per servire gli attaccanti al centro; infine devono anche aiutare i centrocampisti in fase di pressing. Risulta chiaro quindi che i due esterni devono avere facilità di corsa, velocità, capacità di inserimento, visione di gioco e buona tecnica individuale.

In base a come viene schierato il centrocampo a tre poi, la squadra può essere più propensa a lanci lunghi con inserimenti di un centrale che gioca da trequartista, a lanci sulle fasce per gli esterni, oppure ad un possesso palla che tenda ad aprire la difesa avversaria con un giro palla da una parte all’altra del campo. Solitamente questi tre tipi di gioco vengono alternati, con però una predilezione per il possesso palla, anche per dare respiro ai due esterni che altrimenti spenderebbero troppo a livello fisico.

Il 3-5-2 ha trovato ultimamente nuova vita in Italia grazie a due dei migliori allenatori della “nuova scuola”: Antonio Conte ha costruito su questo modulo i successi della sua Juventus capace di vincere tre Scudetti consecutivi in Italia – pur mancando gli appuntamenti europei – e basandosi su un ritmo altissimo e sui frequenti inserimenti di centrocampisti dalle grandi capacità balistiche come Marchisio, Pogba e Vidal; Vincenzo Montella alla Fiorentina ha proposto invece un modulo identico per disposizione ma molto diverso per impostazione, con la ricerca a volte persino eccessiva di palleggio e possesso palla ed una manovra lenta e avvolgente nel centro del campo che si trasforma una volta che gli esterni ricevono il pallone in un rapido affondo nel tentativo di scardinare la difesa avversaria con questi cambi di ritmo.
Nevio ScalaPrecursore del 3-5-2 fu senz’altro Nevio Scala con il suo Parma negli anni ’90: i ducali potevano puntare su una pattuglia di centrocampisti completi in tutte le fasi di gioco, su una difesa ben coordinata e su esterni di valore assoluto (Mussi, Benarrivo) che sarebbero arrivati anche in Nazionale.
Figura chiave, che può fornire diverse interpretazioni al modulo, è l’uomo davanti alla difesa: se si tratta di un regista come nel caso di Juventus e Fiorentina (Pirlo e Pizarro) allora si avrà un modulo più portato al palleggio e al gioco centrale, mentre se si tratta di un mediano di rottura vero e proprio, come nel caso di Grun ai tempi del Parma di Scala, l’abbassarsi in fase difensiva di quest’ultimo sulla linea dei difensori porta i due centrali “esterni” a spostarsi sulle fasce trasformando la linea difensiva da 3 a 4 uomini e portando la squadra ad una sorta di 4-4-2/4-2-4: il mediano, in questo caso, ricopre lo stesso ruolo del “centomediano” nel “Metodo” e del “Volante” nella “Diagonàl”, ( di cui abbiamo parlato rispettivamente nell’articolo Moduli: dalla Piramide alla Clessidra e nell’articolo Moduli: il 3-4-3 moderno e le sue varianti) ovvero difensore centrale ma con libertà di salire e capacità d’impostazione.

Il 5-3-2

5-3-2E come detto all’inizio, siamo al punto cruciale: 3-5-2 o 5-3-2? Fondamentalmente cambia davvero poco, nel senso che il 3-5-2 difende nello stesso modo del 5-3-2 e quindi è comprensibile che i due moduli appaiano molto simili, tuttavia la differenza sta nella fase offensiva.

Se da un lato è vero che i due esterni difensivi, devono arrivare a spingere anche in attacco, questo è un modulo più difensivista del 3-5-2 e quindi non sempre viene richiesto all’esterno di spingersi fino all’attacco, spesso i giocatori di fascia si alzano fino a centrocampo facendo però fare la fase offensiva a due dei centrocampisti che operano come mezzali, e che quindi possono allargarsi e sovrapporsi in fascia, oppure andare per vie centrali inserendosi dietro alle punte.

Praticamente rispetto al 3-5-2 i due esterni devono essere più difensivisti, ma il grande cambiamento tra 3-5-2 e 5-3-2 sta nelle caratteristiche dei tre centrocampisti: quello centrale deve avere grande visione di gioco e fare il regista, rimanendo praticamente bloccato, mentre gli altri due, devono avere grande corsa e resistenza, per poter fare da filtro a centrocampo, e dare una mano in attacco sia inserendosi dietro le punte, sia allargandosi per fare la fase offensiva sulla fascia, lasciando che il terzino decida se rimanere bloccato a centrocampo per coprirlo oppure continuare la propria discesa per creare superiorità numerica, anche se solitamente in questo modulo, l’esterno basso che spinge è quasi sempre l’opposto della mezzala che si va ad inserire, per evitare di non scoprire troppo un lato del campo.
In pratica, la differenza sostanziale che passa dal 3-5-2 al 5-3-2 non sta tanto nella disposizione in campo quanto nell’interpretazione del gioco richiesta agli esterni e nelle caratteristiche tecniche e mentali degli stessi.

Il 3-5-1-1

3-5-1-1Il 3-5-1-1 non è altro che una leggera variazione del classico 3-5-2 che vede modificarsi la fase offensiva. Infatti mentre i tre difensori ed i cinque centrocampisti continuano ad avere gli stessi compiti del 3-5-2, le due punte diventano una punta ed un trequartista (o fantasista) ed è un modulo che si sposta bene se si ha una punta che è in grado di fare reparto da sola ed un trequartista o centrocampista offensivo di grande tecnica e visione di gioco. Simile ad un 3-5-2 con una punta di peso ed una di movimento, se ne discosta per il fatto che il trequartista gioca sempre tra le due linee avversarie servendo la punta e gli esterni ed inserendosi in avanti solo al momento giusto, qualora si creino degli spazi giusti.

Spesso questo modulo porta a fare pressing alto, già con il trequartista ed Baggio e Mazzone su Sport Weekuno dei tre centrocampisti, per delle ripartenze veloci, altre volte possono essere effettuati lanci sulla punta, in modo da favorirne il tiro o la sponda per l’accorrente trequartista o ancora il gioco spazioso sugli esterni che poi possono cercare la punta o il trequartista. E’ un modulo che è stato usato spesso in Italia e che venne utilizzato per la prima volta da Carlo Mazzone nel 2000/2001 con il Brescia, quando l’allenatore decise di arretrare in mezzo alle due linee Roberto Baggio. Fondamentali in questo caso sono gli inserimenti a turno degli esterni o di una delle due mezzali, che vanno a supportare una fase offensiva altrimenti pericolosamente povera di uomini e soluzioni.

Il 3-4-1-2

3-4-1-2Come dicevamo all’inizio, qualcuno ha schierato il 3-5-2 con il centrale di centrocampo leggermente avanzato rispetto ai due compagni di reparto come finto trequartista. A quel punto il passo è breve dallo schierare il 3-4-1-2, inserendo un vero e proprio trequartista (o fantasista) che deve unire alla visione di gioco ed alla tecnica individuale decisamente elevata, anche la capacità di rientrare tra i 4 centrocampisti veri e propri per aiutare a fare filtro in caso di non possesso di palla.

I due centrocampisti centrali, hanno in questo caso un compito soprattutto difensivo, sia della zona centrale che è normalmente di loro competenza, sia della fascia di riferimento, in aiuto dell’esterno.

Gli altri giocatori hanno le stesse prerogative del 3-5-2, a cui questo modulo è strettamente connesso come gli altri descritti in questo articolo. Il 3-4-1-2 è stato molto utilizzato soprattutto negli anni attorno al 2010 dalla Nazionale egiziana, che con questo modulo ha vinto ben 3 edizioni della Coppa d’Africa, mentre in Italia si può dire che sia il modulo preferito di Walter Mazzarri, attuale allenatore dell’Inter.

Fonte: Wikipedia; Jonathan Wilson “La Piramide Rovesciata” (2011)

 

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