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Lo storico mondiale del Marocco: I risultati

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crediti immagine: sito ufficiale nazionale Marocco

Roger Milla, Papa Bouba Diop e Asamoah Gyan: tre leggende del calcio africano e, fino a una settimana fa, protagonisti delle uniche qualificazioni di una nazionale di questo continente ai quarti di un Mondiale. La storia, infatti, è stata riscritta dal Marocco che non solo ha eguagliato il risultato dei suoi predecessori con la vittoria ai rigori sulla Spagna negli ottavi, bensì oggi, grazie a una grande prestazione corale, ha ottenuto l’accesso alla semifinale. Proprio dal collettivo nasce la forza della squadra marocchina, infatti, seppure siano presenti in rosa giocatori di caratura internazionale come Bounou, Hakimi, Mazraoui, Ziyech e En-Nesyri non è possibile individuare un vero trascinatore e trascurare le prestazioni di comprimari come Boufal e Ounahi, sconosciuti ai più prima di questa edizione della kermesse iridata.

Il cammino del Marocco è stato impervio fin dal sorteggio dei gironi quando è stato inserito nel gruppo F con Croazia e Belgio, seconda e terza nell’edizione 2018, e Canada, una nazionale in grande crescita. Il raggruppamento, però, ha visto la squadra nordafricana qualificarsi come prima, grazie a un pareggio all’esordio con i croati e due vittorie. Il successo con il Belgio è stato un elemento centrale di questo percorso e verrà ripreso nella seconda parte di questo dittico di articoli. In un Mondiale strano come questo qualificarsi come testa di serie agli ottavi non è, però, necessariamente un vantaggio: la squadra toccata in sorte è stata, infatti, la Spagna. Quella con La Roja non può essere una partita come le altre, sia per le guerre secolari durante da inizio 700 al 1492, sia per le attuali tensioni lungo il confine delle città spagnole in terra marocchina di Ceuta e Melilla. La squadra guidata da mister Regragui è stata in grado di ingabbiare l’estro delle Furie rosse grazie a una grande solidità della mediana capitanata da Amrabat e della difesa, mantenendo così inviolata la porta di Bounou. La sfida dagli undici metri ha visto ancora una volta il portiere grande protagonista con due parate e la sicurezza dei rigoristi prescelti, in particolare di Hakimi che con un pallonetto basso ha siglato la vittoria. I quarti hanno visto ancora riaffiorare i ricorsi della storia con un’altra sfida contro una nazionale iberica: il Portogallo. I lusitani qualificatisi ai quarti con una prestazione monstre contro la Svizzera, ben sei reti realizzate, si sono presentati con uno spogliatoio scosso dalla vicenda Ronaldo, relegato alla panchina così come Cancelo, ma con una rosa dal talento tale da poter sopperire a ogni mancanza. Il Marocco, invece, ha dovuto rinunciare per infortunio fin dal primo minuto a due quarti della difesa titolare, Mazraoui e Aguerd, e dal cinquantasettesimo al capitano Saiss. Nonostante le assenze, I leoni dell’Atlante sono stati in grado di leggere perfettamente il piano partita e adattarsi alle diverse fasi del gioco riuscendo con un primo tempo propositivo a portarsi in vantaggio con En-Nesyri, salvo poi chiudersi nella seconda frazione abbassando il baricentro della squadra e provando a sfruttare le ripartenze propiziate dall’esuberanza atletica di Ounahi e dalla presenza di Cheddira, fondamentale per offrire un riferimento in fase offensiva. L’1-0 finale è stato un risultato ampiamente meritato perché se è vero che è bello vedere un calcio offensivo e spumeggiante come quello portoghese, bisogna anche apprezzare la finezza tattica di mister Regragui e lo spirito di sacrificio dei suoi giocatori.
Infine, oltre all’importanza del collettivo, è doveroso sottolineare le prestazioni dei due uomini che maggiormente stanno performando in questi Mondiali: Bounou, preso come rappresentante di tutta la difesa, e Amrabat. Il Marocco, infatti, è al momento la squadra ad aver subito il minor numero di reti, solo una su autogol contro il Canada, grazie sia alle performance del suo portiere, sia all’importante lavoro in fase di schermatura del centrocampista della Fiorentina. Le prestazioni di Amrabat, fatte di corsa e abnegazione, non sono riducibili a puri elementi statistici, ma è doveroso citare un dato, quelli dei palloni recuperati: se in Serie A da inizio stagione è solamente novantottesimo con 20 recuperi totali, tra gironi e ottavi era già a quota 33 a cui bisogna aggiungere quelli della partita di oggi in cui è andato in doppia cifra.

La storia sportiva è stata fatta. Ora testa alla prima storica semifinale di una squadra africana che si terrà il 14 dicembre contro la Francia.

Ma non di solo calcio vive l’uomo e tra qualche giorno, finito il Mondiale del Marocco, uscirà la seconda parte di questo articolo dedicato al contesto in cui questa cavalcata sta avvenendo e ai suoi risvolti sociali.

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