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Corriere di Bologna – Va rivisto il modulo

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«Errare è umano, perseverare è diabolico», come è stato dimostrato nella partita contro l’Inter: a San Siro, Thiago Motta ha optato nuovamente per il “suo” 4-2-3-1 (totalmente accantonato nelle ultime partite), mettendo da parte la “formula equilibrio” 4-3-3 che prevedeva un esterno spurio (Aebischer), più centrocampista che ala.

Un altro passo falso dell’allenatore rossoblù, al quale, comunque, va il merito di aver risollevato il Bologna in un momento complicatissimo, è stato l’aver optato per il tridente puro: Orsolini, Arnautovic e Barrow. Questo ha comportato un ritorno alla coppia di mediani: Schouten dentro, Dominguez fuori e Ferguson che, troppo avanzato rispetto a Calhanoglu, è finito per correre a vuoto.

La coppia Medel-Schouten si è, fin dal primo minuto, rivelata poco efficace nelle partite in cui è stata schierata: 0-1 contro l’Empoli, l’1-1 con la Samp e il 6-1 a San Siro. Lo schema vincente, invece, si è dimostrato essere il trio Ferguson-Medel-Dominguez, con due soli uomini offensivi in avanti.

La disfatta subita contro i meneghini ha evidenziato i problemi riguardanti la difesa rossoblù, che si aggiudica il penultimo posto in classifica (25 gol subiti e peggio solo il Verona): ecco perché appare fondamentale tornare a un assetto che conferisca più solidità, soprattutto in vista del derby emiliano.

Il Bologna dovrà essere in grado di non perdere la calma di fronte a decisioni arbitrali magari non condivise perché, appunto, «Errare è umano», ma compromettere il risultato di un’intera partita per una scelta del genere è segnale di poca lucidità (come nel caso di Medel, sempre sul filo dell’espulsione). I rossoblù dovranno ripartire da queste considerazioni per gestire nel miglior modo la sfida di domenica.

Fonte: Alessandro Mossimi – Corriere di Bologna

 

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