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Thiago Motta: «Ci abbiamo creduto fino alla fine. Contento dello spirito del gruppo»

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crediti immagine: Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu


Al termine della partita con il Genoa, Thiago Motta si è presentato ai microfoni della sala stampa del Dall’Ara.
Di seguito le sue parole.

Un pareggio che alla fine è meritato, ma cosa è mancato nel primo tempo?

«Sapevamo quali erano le qualità del Genoa, nel primo tempo è stata una gara complicata. Ci abbiamo creduto, nel secondo tempo poi la partita si è aperta e noi volevamo trovare il pareggio. Si sono difesi bene e noi abbiamo attaccato non permettendo loro le ripartenze, cosa che invece è successa nel primo tempo e lì abbiamo pagato. E’ stata nel complesso una buona prestazione. Non è facile per nessuno penetrare in certi tipi di difese. Volevamo la vittoria ma ora si continua. Se avessimo segnato prima magari la gara sarebbe andata diversamente, sono soddisfatto però dello spirito del gruppo, De Silvestri è un esempio».

Ti è piaciuto Saelemaekers?

«Tutti quanti mi sono piaciuti. Abbiamo dominato in tutta la gara».

Il livello di attenzione di chi affronta il Bologna è salito.

«Andiamo alla ricerca di soluzioni tutti i giorni, fa parte del calcio. Questo è il gioco, pensiamo a come mettere in difficoltà l’avversario mantenendo sempre un equilibrio. Abbiamo mantenuto la nostra idea fino alla fine e di questo sono contento».

Sulle perdite di tempo.

«Non ci voglio entrare in queste dinamiche, Colombo ha arbitrato bene ma va aiutato. Oggi non mi sembra la giornata giusta per parlare di ciò».

Dopo l’1-0 non vi siete scomposti, è un insegnamento che vi portate dietro da Udine?

«Sì, a Udine ci è mancato qualcosa, loro hanno sfruttato le ripartenze. Oggi abbiamo portato avanti la nostra idea credendoci sempre, come con il Cagliari. Adesso ci prepariamo per la gara con la Fiorentina».

Sulla partita di Zirkzee.

«Non deve dimostrare nulla, deve essere sé stesso. E’ il nostro leader in campo ed è merito suo. Lui riesce a essere un esempio e a trascinare la squadra, così come lo sa fare Ferguson. Si meritava di essere capitano».

E’ una nuova fase da gestire questa per voi?

«Ogni partita è una storia diversa».

Essere stato un direttore d’orchestra in campo avvantaggia quando si inizia ad allenare?

«Ognuno ha ciò che si merita per il lavoro che fa. Io merito quello che ho».

Quando potrete dire che il vostro obiettivo è l’Europa?

«Non arrivo fino a lì. Non riesco a parlare per ipotesi, penso al presente. Fino ad oggi abbiamo fatto cose straordinarie, ma ora penso alla prossima gara contro la Fiorentina».

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