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Amarcord – Quando il Bologna scoprì il talento di Marco Di Vaio

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A Bologna sembra impossibile pensare a Marco Di Vaio come a un avversario, ancora di più come a uno che con il suo senso del gol ha inflitto una pesantissima sconfitta ai rossoblù. Era la stagione 1998-1999, Carlo Mazzone dopo tredici anni era tornato sulla panchina felsinea sostituendo Renzo Ulivieri e la rosa presentava alcune grandi novità. Roberto Baggio dopo una stagione da trentatré presenze e ventitré reti passò all’Inter, ma i rossoblù si premurarono di sostituire Il divin codino con un attaccante di grande spessore che, nonostante fosse reduce da una deludente esperienza alla Sampdoria, aveva già mostrato ottime cose nel campionato italiano: Beppe Signori. Nel mercato estivo erano arrivati anche Klas Ingesson ed Eriberto, due rinforzi che per motivi diversi sono rimasti nella memoria del calcio bolognese e italiano. Il primo, destinato a una prematura morte, fu un esempio di dedizione e serietà in grado di entrare nei cuori di chi lo visse quotidianamente, mentre il secondo, poi conosciuto come Luciano, che sotto le due Torri dimostrò la sua propensione agli eccessi extracampo, diventò celebre alcuni anni dopo per le vicende legate alla falsa identità che assunse per poter avere maggiori possibilità di ingaggio e uscire dalla condizione di povertà in cui era cresciuto. La stagione ebbe un bilancio positivo con la squadra che fu in grado di vincere l’ultima coppa europea della propria storia grazie al 3-0 complessivo in finale di Coppa Intertoto contro il Ruch Chorzow ottenuto con l’autorete di Jamroz all’andata e le reti di Kolyvanov e Signori al ritorno. Il campionato, invece, si concluse con quarantaquattro punti e il nono posto finale, un risultato non in grado di far ottenere ai rossoblù un posto in Europa che però arrivò grazie alla Coppa Italia, chiusasi con l’eliminazione in semifinale contro la Fiorentina, ma dal momento che la Viola e il Parma, le due finaliste, erano già qualificate tramite il campionato il posto venne assegnato alla vincitrice di uno spareggio tra Bologna e Inter. I felsinei vinsero entrambi i confronti per 2-1 grazie alle marcature di Andersson, Paramatti, Signori e Bettarini, arrivato a gennaio, contrapposte a quelle del grande ex Baggio e di Ventola, che l’anno successivo arriverà in prestito sotto le due Torri. L’ultima competizione che vide impegnato il Bologna nella stagione 1998-1999 fu la Coppa Uefa terminata in semifinale contro l’Olympique Marsiglia che ebbe la meglio solamente per la regola dei gol in trasferta.
In questa stagione abbastanza positiva ci sono state, però, due grandi cadute in campionato: una sconfitta il 27 febbraio per 5-0 contro il Piacenza, autore di una positiva stagione e guidato dalla tripletta di Simone Inzaghi, e una ancora più inaspettata contro la Salernitana, quell’anno retrocessa, il 25 aprile 1999. Il Bologna reduce da un 2-2 al delle Alpi contro la Juve e alla vittoria in casa per 3-0 contro la Fiorentina si trovò ad affrontare la squadra granata all’Arechi di Salerno. La sfida fu a senso unico e la formazione campana si impose con un netto 4-0. Quella che potrebbe essere vista come una sconfitta sonora, ma comprensibile all’interno di una stagione lunga e piena di impegni come fu per il Bologna quella 1998-1999, vista oggi assume connotati particolari osservando le marcature. Il match venne sbloccato al quinto minuto da un rigore concesso da Graziano Cesari e trasformato da Marco Di Vaio: per l’attaccante alla sua prima stagione intera nella massima categoria, precedentemente aveva già giocato nel 1994-1995 otto partite con la Lazio realizzando tre reti, le gioie non si conclusero qui, al sedicesimo e al sessantottesimo, infatti, batté altre due volte Antonioli, l’estremo difensore rossoblù. Il Bologna quel giorno ammirò a proprie spesa per la prima volta il talento di Di Vaio, dodici reti per lui in quel campionato, ma fortunatamente la sue grandi doti realizzative alcuni anni più tardi, dal 2008 al 2012, fecero di lui una delle bandiere della società con ben sessantasei marcature in centoquarantotto presenze prima di trasferirsi per tre stagioni al Montreal Impact. L’amore che in quel periodo nacque tra Di Vaio e Bologna, però, fu fortissimo e nel 2015, una volta ritiratosi, l’ex attaccante è tornato sotto le due Torri con ruoli dirigenziali e la sua grande storia in rossoblù continua ancora.

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