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Bologna

7 Giugno 1964 – “Storia RossoBlù dalla nascita fino all’ultimo scudetto” – 6 Ott

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13 – Il tricolore non è più un sogno

“Lunedì 20 luglio, verso mezzogiorno, ci trovammo in diversi appassionati (tutti piuttosto spiriti ribelli) nella sede del Bologna (allora in via Drapperie, 8) e tutti esagitati e decisi a far di testa nostra infischiandoci della Federcalcio (…) Ad un tratto l’avvocato Bolognesi enunciò un’idea: facciamo un comizio in Piazza. Non ci volle altro, l’idea fu subito abbracciata da tutti e decidemmo quindi di passare all’azione al fine di prendere alla sprovvista Autorità sportive e politiche. Costituimmo seduta stante un Comitato d’agitazione formato da: Bolognesi, Pignoni, Verrucchi e dallo scrittore di queste note. Ci portammo immediatamente nello studio di Pignoni (in un ammezzato di via Artieri) e la signorina d’ufficio batté a macchina una ventina di copie di un proclama breve, ma che prometteva molto: si invitavano tutti gli sportivi e tutta la cittadinanza a scendere in Piazza Nettuno la sera stessa alle ore 21 per discutere ed approvare un ordine del giorno di veemente protesta contro i deliberati federali (…) Aggiungo che noi dopo tutto ciò ce ne andammo tranquillamente a colazione senza curarci né punto né poco di chiedere autorizzazioni o permessi a chicchessia. L’audacia dei nostri anni giovanili e la purità dei nostri intenti erano l’usbergo migliore contro qualsiasi eventualità”.

Sembra l’inizio di una rivoluzione, e invece no. Queste note non furono scritte da un Masaniello del ventesimo secolo, ma da Enrico Sabattini, un pezzo di storia del Bologna, che fu per decine di anni dirigente e in pratica anche primo addetto stampa vero del club, pur non abbandonando mai il proprio lavoro alle Ferrovie dello Stato. Fu lui, insieme ad altri soci, a costituire quel “Comitato di Agitazione” portando la gente in piazza per protestare contro le decisioni prese dalla Federazione dopo gli spari di Torino. Dopo quella clamorosa contestazione sarebbero arrivate una faticosa riappacificazione e la data per l’ennesimo spareggio, il quinto.

 

9 agosto, la data è questa. Ma, come detto, il Prefetto di Torino non ne vuole più sapere. Si devia verso Milano, verso uno spareggio senza precedenti.

Si gioca a porte chiuse, alle sette del mattino, in gran segreto. Sviando i tifosi che cercano di indovinare il luogo giusto. Il campo è quello della Forza e Coraggio, al Vigentino, periferia della città. Forze dell’ordine in massa e sugli spalti solo dirigenti e qualche curioso mattiniero arrivato lì per caso. E le più belle firme del giornalismo sportivo: Roghi, Pozzo, Colombo, De Martino, Casalbore. Da Bologna Pezzoli del Corriere dello Sport, Santandrea del Carlino, Orsini della Voce Sportiva. Tra di loro Otello Montanari, supertifoso che sarebbe diventato leggenda con l’ononimo bar di via Orefici, artefice di una lunga opera di persuasione nei confronti di un paio di agenti preposti al controllo delle entrate.

Un centinaio di persone in tutto.

“Sono le 6,15 del 9 agosto allorché i taxi partono. È domenica. Milano è deserta. I radi passanti guardano con occhi meravigliati questi giovani, allegri e spensierati in maglia verde che salutano e gridano. La spensieratezza e l’allegrezza fuori campo, la decisione e la volontà a tutta prova sul terreno di gioco: ecco le doti che, bene amalgamate, fecero per molti anni dell’undici bolognese uno squadrone di ferro… Che strano assistere a una partita di tale importanza in un silenzio sepolcrale, senza l’accompagnamento del tifo esplosivo e vociante. Si ode persino l’ansimare degli atleti, le loro piccole grida, i loro incitamenti, le loro imprecazioni. La voce garrula di Perin si percepisce distintamente su tutte nel richiedere il pallone, nel sollecitare il passaggio…”.

 

Parole, ancora una volta, di Enrico Sabbatini. Il Bologna stavolta è incontenibile. Finisce in nove per l’espulsione di Giordani e Borgato, ma Pozzi e Perin firmano il 2-0 che chiude i conti. Genoa battuto. Come si poteva immaginare, la successiva finalissima Nord-Sud è una formalità. Di fronte c’è l’Alba Roma. 4-0 allo Sterlino, 2-0 nella capitale. Il Bologna è campione d’Italia. Il 24 agosto, ormai con la stagione successiva alle porte. E nella storia entrano Gianni, Borgato, Gasperi, Giordani, Baldi, Genovesi, Pozzi, capitan Della Valle, Schiavio, Perin, Muzzioli. E le riserve Gelati, Martelli I, Innocenti, Spadoni, Modoni, Rubini. Primi in Italia, sedici anni dopo la fondazione.

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