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Dell’Aquila e il Leone S3 #5 – Chi fermerà la musica?

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Se neanche la corazzata Trieste, chi? Chi può fermare questa Fortitudo che segna tanto e non lascia segnare? Che fa il bello e il cattivo tempo in casa e in trasferta, forte di prestazioni corali ed individuali di livello sempre più alto? Bella domanda, anzi, domanda intrigante. Se fino a due settimane fa pareva trovare risposta a stretto giro di sfide, ora la questione si fa decisamente più complicata, soprattutto per le avversarie.

Superata Forlì, si diceva e si scriveva di aspettare a giudicare i biancoblu. Ora la Effe ha già fatto il doppio salto, da squadra rivelazione a formazione da battere, in grado di vincere contro chiunque senza mai mettere in discussione la propria supremazia in campo ed annichilendo l’avversario già a fine primo tempo come successo tre giorni fa. 

E va bene riuscirci contro Chiusi o Nardò, va bene anche fare il colpo casalingo al Paladozza spinta da un’ambiente incandescente, l’eccezionale è vincere dominando in casa dell’annunciata prima della classe mettendo in ghiaccio la partita dopo 10 minuti. Scendendo nel dettaglio tecnico, chiudere l’area forzando il tiro avversario dalla distanza, come fatto da Cento la domenica prima, e trovare il ritmo offensivo fin da subito ha messo nelle condizioni ideali i biancoblu ed abbattuto i giuliani, indirizzando irrimediabilmente la partita. Anche i numerosi falli a carico della Fortitudo, potenzialmente un problema, sono stati brillantemente gestiti, allontanando di minuto in minuto il problema fino a renderlo innocuo. 

Lo stesso Caja, sebbene fosse fiducioso nelle qualità dei suoi uomini, ha ammesso domenica che non si aspettava una prova genere, complimentandosi con l’intero gruppo che da metà agosto lavora duro giorno dopo giorno. La sua mano è evidentissima. Questo non lo si è scoperto tre giorni fa ma all’esordio. Dalla tattica bisogna passare, forse è anche già stato fatto, alla psicologia o meglio alla mentalità vincente di chi non si adagia sugli onori della posizione in classifica e sulle prove do forza ragionando gara dopo gara. La sfida di una Fortitudo che adesso avrà un filotto di domeniche casalinghe apparentemente alla portata si racchiude in questo scatto di maturità.

Nell’euforia generale, la non qualità uniforme del roster è risolta? A dire il vero no, anzi, ha marcato la differenza di produzione di gioco dei biancoblu anche al PalaTrieste, ma ora ci si può forse permettere di non vederla o quantomeno scorgerla solo in secondo piano. I nodi verranno al pettine, certamente, a meno che coach Caja li sciolga con il tempo, proprio come ha risposto a domanda diretta dopo la sfida contro Forlì: “ne riparliamo tra un mese”.

Un mese non è ancora passato, due settimane sì e l’apporto di chi esce dalla panchina rimane di gran lunga inferiore a un quintetto che, a onor del vero, è in questo momento il migliore della serie A2. Il paragone non regge in nessun ruolo e anche se al momento pare una questione non influente sui risultati, le tempistiche circa la questione profondità della rosa possono essere una chiave di risoluzione alla domanda iniziale. Chi fermerà, quindi, la Fortitudo? La Fortitudo stessa. Sul “quando” non si sa, considerando un calendario, come scritto, prima, tutt’altro che proibitivo ma proprio per questo zeppo di incognite molto meno visibili rispetto agli ultimi confronti. 

Nel frattempo, “l’aria diventa elettrica”. 

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