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Virtus – La seconda giovinezza di Marco Stefano Belinelli

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Foto Virtus Pallacanestro


La storia di Marco Belinelli si può riassumere con una sola parola “resilienza”. Quella avuta i primi anni di Nba quando tutti gli dicevano di tornare in Europa, per poi dimostrare a tutta Italia come si vince un anello nella più prestigiosa lega al mondo, la stessa che ha dimostrato al suo ritorno in Italia ma sopratutto in Eurolega, dove ha vissuto momenti difficili nella prima metà della scorsa stagione fino ad arrivare, all’età di 37 anni, ad essere un fattore determinate dell’attuale terza forza del massimo campionato Europeo. 

Più che utile, determinante 

Come ieri sera a Vitoria, dove capitan Belinelli ha messo il punto esclamativo sulla gara vinta per 81-91 ai danni del Baskonia: prestazione portata a termine con 27 punti a referto tirando 6/9 da 2pt, 4/8 da 3pt e un 3/3 ai liberi. Quella di ieri però è solo la punta di un grosso Iceberg, levigata con i 12 punti del primo quarto che hanno tracciato la strada dei bianconeri, dopo che i baschi sono tornati in partita il Beli è tornato in campo e si è ripreso in mano il match chiudendolo definitivamente con il marchio di fabbrica a 15’’ dalla fine, quando le Vu Nere sembravano poter rischiare uno scivolone finale. 

Nelle prime quattordici gare di questa Eurolega il nativo di San Giovanni in Persiceto viaggia ad una media di 15 punti a partita con il 53.3% da 2pt, 45.7 da 3pt e l’85.4% ai liberi in 23 minuti sul campo. Ieri sera il capitano ha superato quota mille punti in Eurolega (1017) in 111 partite giocate, ma il dato forse più interessante riguarda il fatto che abbia già superato i 209 punti realizzati della scorsa stagione in sole 14 gare giocate. Quella del Beli è attualmente la miglior stagione per rendimento nella sua storia Europea, non c’è più l’atletismo di quando venne chiamato oltreoceano ma c’è un esperienza di cui tutta la squadra sta facendo tesoro. 

Collante del gruppo 

Ora più che mai Marco è una freccia nel costato delle difese avversarie, la sua pericolosità dall’arco gli permette prima di tutto di liberare l’area per i compagni, obbligando almeno due difensori a concentrarsi solamente sulle sue uscite dai blocchi e in più, nell’asse principalmente sfruttato con Pajola, riesce a trovare delle conclusioni volanti dovute agli adeguamenti del suo difensore che si deve obbligatoriamente proiettare all’uscita sui 6,75. 

E se un tempo si poteva pensare che i vantaggi in attacco si sarebbero pagati in difesa, l’esperienza e la voglia di sacrificarsi per questo gruppo e questo allenatore stanno portando il capitano ad una efficacia su entrambe le metà campo. Le parole più belle ieri sera sono arrivate proprio dal suo coach che ne riconosce la grandezza: «Marco per me è pazzesco. Ovviamente non mi sento il suo allenatore, sono qui per vedere, per imparare. Ogni giorno mi porta qualcosa dal suo incredibile talento cestistico, dalla sua conoscenza della pallacanestro. Credo che stasera abbia dato a tutti l’esempio di un impressionante giocatore professionista che ha 13 anni di Nba nel suo CV.» Luca Banchi non guarda l’età, ma la testa e il cuore, cavalcando così uno dei talenti più cristallini della storia italiana, che ieri in campo dopo 29 minuti ha avuto la lucidità di regalare alla sua squadra la decima vittoria in quattordici gare.

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