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F1 – Gp Canada 1995 : Il Regalo di Jean Alesi

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Credits: Ferrari.com


Nel 1995 il Canada regala un Gran Premio diventato caro a tutti i Tifosi Ferrari. La gara in cui Jean Alesi, nel giorno del suo trentunesimo compleanno e con il 27 che fu di  Gilles Villeneuve sulla scocca, riuscì a conquistare un’inaspettata vittoria con grinta, perseveranza ed un pizzico di fortuna; una vittoria speciale per tutti noi quanto per il pilota francese al suo unico primo posto in carriera nonostante i 32 podi.

Il 1995 è l’anno della nascita del colosso dello shopping E-Bay, l’anno in cui la Convenzione Schengen trova la sua ufficiale applicazione permettendo così a centinaia di milioni di europei di spostarsi liberamente tra le varie nazioni dell’Unione. E mentre Gianna Nannini cantava “Meravigliosa Creatura” nella Formula 1 si consolidava il talento ed il prestigio di Michael Schumacher.

La Formula 1 del 1995 vede l’ingresso di Forti Corse, sponsorizzata Parmalat, ultima Scuderia italiana a debuttare nel Circus, e l’arrivederci di Lotus in piena crisi finanziaria dopo 36 anni di prestigiosa attività. Il 1995 è anche l’ultima stagione in Formula 1 di Nigel Mansell e del lughese Pierluigi Martini mentre prende piede la (futura) vincente collaborazione tra Mclaren e Mercedes.

Le qualifiche al Gp del Canada 1995. Dopo cinque gare il titolo mondiale è ancora tra le mani, come nel 1994, di Damon Hill e Michael Schumacher, e le qualifiche a quel GP non potrebbero rispecchiare meglio questo duello con il tedesco che riesce a guadagnarsi la pole proprio davanti all’inglese. Dalla terza fila partirà invece Jean Alesi a quasi un secondo dal pole-man della Benetton, mentre Hakkinen, l’ariete della McLaren, apre la quarta fila.

La gara. La pista è leggermente bagnata a Montreal, il cielo è grigio ma l’asfalto si sta lentamente asciugando. Allo spegnersi dei semafori sembra poter succedere di tutto ma i primi mantengono, in pacchetto completo, le proprie posizioni. Ma i colpi di scena non tardano ad arrivare, non è terminato il primo giro che al tornante del Casinò Hakkinen stacca tardissimo cercando l’interno di curva su Johnny Herbert che però è ancora davanti e non accenna a voler concedere la posizione. Hakkinen centra in percorrenza di curva la Benetton, le due macchine si incastrano al centro della pista con Herbert in piena crisi nervosa che cerca di ripartire peggiorando solo la situazione.

Passa meno di un altro giro, la gara non viene interrotta grazie all’aiuto degli steward di gara che riescono a spostare le monoposto dalla pista prima del nuovo passaggio del resto delle vetture, quando Coulthard perde improvvisamente e inaspettatamente il posteriore in avvicinamento di curva per un problema al sistema frenante della sua Williams, le due Ferrari di Alesi e Berger che battagliavano alle sue spalle riescono ad evitare fortunatamente l’impatto con l’inglese in testa coda davanti a loro.

Schumacher comincia ad aumentare il proprio margine sugli avversari, e se Damon Hill sembra essere completamente in balia del ritmo del tedesco, Jean Alesi, con a rimorchio il compagno Berger, riesce a recuperare decimi preziosi sull’inglese facendo tempi in linea con il leader della gara.

Il primo acuto della giornata di Alesi avviene al 15° giro: nello stesso tornante dove si scontrarono Hakkinen e Herbert, il francese, ormai aggrappato agli scarichi della Williams di Hill, si fa vedere all’interno dell’avversario, mentre dietro Berger apre a ventaglio alla sinistra dell’inglese. Alesi riesce a chiudere il sorpasso con grande determinazione, mentre per l’austriaco il sorpasso è rimandato.

Due Tre Ferrari. Berger che aveva perso contatto da Hill, anche a causa di alcuni problemi durante il doppiaggio di Martini (l’italiano dovrà scontare 10 secondi di penalità per il proprio comportamento), si riporta giro dopo giro sotto all’inglese fino a quando, nel corso del 25° giro, approfitta di un errore della Williams all’ingresso della Prima S portando le due Ferrari momentaneamente a podio: due sorpassi simili quelli dei ferraristi, di carattere e determinazione.

A 35 giri dalla fine Alesi è il primo del terzetto di testa a fermarsi, strategia ad una sosta per quasi tutti che portano a rifornimenti molto lenti per permettere ai piloti di arrivare al termine della gara. Berger rientra il giro dopo ma è costretto ad una marcia molto lenta ai box per aver esaurito la benzina della propria monoposto. Una circostanza particolare, che però non era così inusuale per il periodo – vedasi Alesi a fine gara – , che costerà 5 posizioni all’austriaco.

Ad 11 giri dalla fine l’evento che stravolge la gara: Michael Schumacher comincia inaspettatamente a rallentare, non per problemi di benzina ma di elettronica al cambio. Ai box i tecnici Benetton riusciranno a rimettere in pista il pilota tedesco che però perderà in questo più di un minuto rientrando in pista settimo alle spalle di Berger. Alesi vincerà  così il Gran Premio più bello della sua vita davanti alle due Jordan di Barichello ed Irvine, portato in trionfo a cavallo della Benetton di Michael Schumacher (5°) – la benzina sulla Ferrari del francese terminerà poche centinaia di metri dopo il taglio del traguardo – mentre Berger uscirà di scena nel corso del 61° giro portandosi con se Brundle nell’ennesimo tentativo di superarlo. Ottimo il sesto posto per Gianni Morbidelli.

 

La stagione. Dopo un inizio di campionato giocato alla pari tra Schumi ed Hill, il tedesco si prenderà le chiavi del mondiale nel Gran premio d’Europa con una vittoria pesantissima soprattutto a fronte del ritiro del pilota Williams,  dando il via d una serie di vittorie per il tedesco ed un annichilimento dell’avversario. La palma del migliore italiano andrà a Gianni Morbidelli (14°) con il clamoroso podio nell’ultimo gp di stagione con la Footwork.

Il 1995 sancirà il termine del ciclo vincente Benetton-Schumacher, con il tedesco che vincerà il proprio secondo titolo mondiale prima del passaggio in Ferrari, mentre la casa italo-inglese si aggiudicherà per effetto domino il proprio primo ed unico campionato mondiale della sua storia, unica scuderia non (completamente) inglese a vincere un mondiale negli anni 90.

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