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Bologna

IL GRILLO PENSANTE – In cerca di nuove speranze

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Lo scenario malinconico di un Dall’Ara disabitato sotto l’ira del diluvio e della foga atalantina è la fotografia desolante di un finale di campionato ancora una volta abulico e depredato di qualsivoglia significato. I campanelli d’allarme preventivi scattati attorno al giro di boa miravano ad evitare come la peste la strada già battuta che attraversa lande senza mete da raggiungere, ma gli avvisi a cavallo di Capodanno sono rimbalzati nel nulla ed il risultato è un Bologna che si trascina barcollante per il terzo anno consecutivo verso il liberatorio triplice fischio dell’ultima giornata.

Ciò che differenzia il crollo verticale del girone di ritorno attuale rispetto a quello delle annate scorse è la mancanza di alibi plausibili e, come logica conseguenza, l’esaurimento della pazienza di una piazza fin troppo tollerante; il primo anno era lecito non aspettarsi fuochi d’artificio al cospetto di una rosa nuova di zecca e infarcita di giovani leve, mentre nel secondo anno si è verificata una lieve decrescita anziché una progressione ma è stata giustificata come un’iniezione di esperienza da sfruttare insieme all’apprendimento degli errori commessi. Al terzo anno di serie A, con una base ormai consolidata e vari correttivi già apportati, era inopinatamente auspicabile un guizzo verso l’alto, senza alcuna illusione di traguardi proibitivi ma quantomeno con la giusta ambizione di poter sostenere una squadra capace di dare filo da torcere a qualsiasi avversario. La speranza di sgomitare con gli inquilini della parte sinistra della classifica e l’aspirazione di impensierire quelli impegnati nella conquista di piazzamenti europei aveva spronato i supporter bolognesi, tanto che i botteghini rendicontano nel triennio sia un incremento progressivo degli abbonamenti che parallelamente quello delle presenze medie allo stadio…questo almeno fino ad un mesetto fa quando il Dall’Ara ha cominciato progressivamente a svuotarsi, non solo per la complicità di un meteo infausto ma soprattutto a causa della dispersione nel vento di tante speranze rossoblu da troppo tempo rimaste vane.

Ciò che un po’ stupisce, in un clima dove piovono fischi dagli spalti e l’apatìa sta fagocitando rapidamente gli originari entusiasmi, è l’integerrima presa di posizione della dirigenza che non perde occasione nell’ostentare serenità e addirittura soddisfazione per il ruolino di marcia della squadra e dei programmi prefissati. Osservando la creatura Bologna Football Club 1909 dall’alto, e quindi in tutte le sue componenti, si può convenire che la direzione intrapresa sia quella giusta, ma non si può occultare la mediocrità della parte tecnica con la bellezza del progetto complessivo. Accondiscendere con una squadra che solamente a sprazzi ha evidenziato sostanza e contenuti non può essere condivisibile, soprattutto se in un triennio praticamente la metà delle partite sono andate perdute e sono stati centrati sul campo alcuni poco lusinghieri record negativi. Anche sponsor rilevanti (FAAC e SKY su tutti) hanno mutato atteggiamento e gli accordi commerciali futuri sono stati messi in discussione in considerazione dello scarso appeal esercitato dalla squadra in questo triennio.

E’ però intuibile che dal Canada, a dispetto delle pubbliche dichiarazioni provenienti dal quartier generale di Bologna, l’aggravato quadro clinico e tutte le criticità derivanti garbino ben poco al patron che infatti da qualche settimana staziona con maggiore frequenza nel capoluogo emiliano. Sono attesi sviluppi nei prossimi mesi.

A complicare ulteriormente una situazione sufficientemente intricata contribuisce un calendario poco benevolo che prevede la doppia sfida contro le regine d’europa romane (scandite dalla sosta per la nazionale) e successivamente la trasferta nella tana del bellicoso Crotone famelico di punti salvezza. Per distogliere probabilmente l’attenzione dal contesto attuale incominciano ad accatastarsi sempre più voci su eventuali movimenti riferibili al prossimo calciomercato estivo, con nomi di giocatori ed allenatori interessanti orbitanti nella galassia rossoblu; siamo ancora eccessivamente distanti dall’apertura della giostra del calciomercato, ma la penuria di stimoli induce a volgere lo sguardo all’orizzonte per scorgere speranze alternative a cui aggrapparsi. Il calciomercato è da sempre una fucina inesauribile di sogni e, mai come adesso, a Bologna è tremendamente palpabile la necessità che qualcuno possa tramutarsi in realtà.

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