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Tu chiamali se vuoi, episodi – 7 mag

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Il Resto del Carlino


E’ dall’inizio della stagione che gli episodi ci condannano: un mix tra sfortuna e errori individuali che sono costati tanti, troppi punti ai rossoblù. Contro la Juve l’ennesima dimostrazione. Se alla mezz’ora Irrati ha avuto il coraggio di fischiare un rigore dubbio, poi doveva anche estrarre il rosso; ma non c’è solo questo, perchè alla “Sagra dell’episodio” ci si mette anche De Maio, che invece di rinviare di interno sinistro, la spedisce in fondo al sacco, il proprio, con un Mirante che non può far altro che raccogliere la sfera, sperando che sia l’ultima volta. Pochi minuti dopo però è proprio lui il colpevole del sorpasso bianconero, con un’uscita maldestra che lascia a Khedira il compito di appoggiare in rete. Attenzione però, riguardando meglio si nota la palese spinta del tedesco su Keita, mandato coraggiosamente in campo dal primo minuto. Era fallo, non c’è dubbio, anche se, come ha detto lo stesso Donadoni, il giovane terzino rossoblù poteva resistere un pelo di più al contatto, magari posizionandosi meglio con il corpo. E’ giovane e interessante: crescerà.
Poco dopo per completare la festa scudetto juventina è arrivata anche la rete di Dybala, che ha messo in porta l’ennesimo assist di Douglas Costa. Ecco, soffermiamoci un attimo su quest’ultimo, che ha letteralmente spaccato in due la partita sulla sinistra, dopo che Allegri lo aveva tenuto in panchina per 45 minuti. Aveva bisogno di corsa, profondità, tecnica e fantasia il tecnico toscano, praticamente la descrizione dell’esterno brasiliano, che ha fatto ammattire la catena di destra del Bologna, francamente incolpevole contro l’ispiratissimo ex Bayern Monaco.

Cosa resta della partita di Torino?. Sicuramente un grande, immenso Simone Verdi, che ha calciato un rigore perfetto, con una freddezza straordinaria, ma soprattutto ha fatto tutto quello che doveva fare finchè ha tenuto dal punto di vista fisico. Sempre puntuale quando la squadra aveva bisogno di respirare, e tecnicamente impeccabile in fase di ripartenza e di rifinitura (vedere l’assist per Krafth per credere). Da citare anche Donadoni, che ha messo in campo un 11 inaspettato e inedito, ma alla fine ha avuto ragione lui: i suoi ragazzi hanno eseguito al meglio le direttive (pressing alto e organizzato) e hanno messo seriamente paura ai prossimi campioni d’Italia.
Benissimo nella prima frazione, malino nella seconda, ma era difficile fare meglio.

Il mancato rosso, l’autogol di De Maio, la parata (e il palo) di Buffon su Krafth, l’errore di Mirante, il fallo di Khedira…insomma, chiedendo scusa a Mogol e Battisti per citarli parzialmente, chiudiamo con: “capire tu non puoi, tu chiamali se vuoi, episodi”.

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