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IL GRILLO PENSANTE – Bologna merita il suo Ibra

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Foto PianetaMilan


Il match domenicale contro i campioni d’Italia della Juventus aveva chiuso il girone d’andata esattamente com’era iniziato, ovvero incassando un 2-0 fuori porta senza lasciare rimpianto alcuno; come il Milan all’esordio, anche i bianconeri hanno mostrato una muscolatura di tutt’altro livello rispetto al Bologna, specialmente nella prima frazione dove Skorupski ha evitato con i suoi interventi che la ripresa si trasformasse in una banale parata dimostrativa. Nell’intervallo sono riecheggiati tra i corridoi dell’Allianz Stadium gli schiocchi di frusta di Mihajlovic e, magicamente, i rossoblu sono rientrati in partita aggredendo gli avversari con ben altro piglio e sfiorando il pari con un tentato harakiri di Cuadrado, una buona iniziativa di Orsolini e uno sperpero di Sansone. Troppa grazia per chi di grazia bisogno non ha…McKennie ha quindi ben pensato di blindare il risultato con un’incornata fin troppo solitaria e, nel finale, soltanto uno Skorupski in forma smagliante ha permesso ai suoi di non affondare sotto un passivo ancora più pesante, consegnando comunque agli archivi statistici un girone di andata poco esaltante: 20 punti accantonati (nei 6 anni dal ritorno in Serie A soltanto il Bologna di Inzaghi del 2018/19 ne aveva racimolati meno con 13) mentre, rispetto alla stagione scorsa, mancano 3 punti (erano 23) ed anche la differenza reti è deficitaria sia nelle reti segnate (24 vs. 28) che in quelle subìte (33 vs. 31).

Il giro di boa dei rossoblu appare quindi in linea di galleggiamento per una striminzita salvezza, non solo lontano dall’obiettivo di 52 punti dichiarati ad inizio stagione e distante anni luce dagli auspici europei di Joey Saputo del Maggio scorso (“Possiamo sognare di andare in Europa League, ce la possiamo giocare”) ma, per i numeri espressi, anche l’auspicata “crescita graduale” sembrerebbe cancellata con un colpo di spugna. Molto calzante è risuonata la definizione di Mihajlovic a fine gara “Bologna bello ma non balla, manca sempre qualcosa”, la sintesi di una squadra che in effetti cattura l’occhio ma resta spesso a bocca asciutta.

La notizia negativa è che nel girone di ritorno la musica non è cambiata; il Milan ha espugnato il Dall’Ara nonostante il Bologna non meritasse la capitolazione, soprattutto per l’ultimo arrembante quarto di gara nella metà campo rossonera e la solita partigiana direzione di gara di Doveri (ormai un puntuale quanto spiacevole clichè, Rizzoli dovrebbe avere il buon gusto di dirottare altrove l’arbitro romano in occasione di tutti i Bologna-Milan fino alla fine dei secoli). Quindi la sceneggiatura non cambia, squadra più capace ad incassare applausi rispetto a dividendi e che Sinisa, ancora in modo sartoriale, riesce a giustificare con “sconfitta immeritata, se Ibra avesse giocato con noi avremmo vinto 3-0”; impossibile contrariarlo, il fuoriclasse svedese sposterebbe gli equilibri per qualunque tecnico, figuriamoci per il serbo che non sa più a che santo votarsi. Ma i sogni non albergano nella pragmatiche stanze di Casteldebole e quindi sarebbe sufficiente che Sabatini & Bigon non rattoppino con improbabili scommesse low-cost (in stile Sadiq, Petkovic, Avenatti, etc) o con giocatori validi ma senza pedigree da bomber di razza (Santander) una voragine aperta al centro dell’attacco da troppe stagioni; serve un purosangue del gol, basta con ronzini o bardotti, il calciomercato chiude i battenti lunedì 1 Febbraio alle 20 spaccate e sarebbe quantomai inopportuno restare impietriti quando nella parte destra della classifica tutta la combriccola sta potenziando i ranghi. Nessuna illusione sull’arrivo di calibri pesanti anche se, ad onor del vero, la città di Bologna meriterebbe sicuramente il suo Ibrahimovic.

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