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The Duel – Pjaca vs Vignato

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Damiano Fiorentini per 1000 cuori rossoblù


 
Oggi,alle 12.30, Torino e Bologna si affronteranno per la 17esima giornata di Serie A, in una partita che si preannuncia equilibrata e tatticamente combattuta. Ed è proprio in queste situazioni che la qualità dei singoli potrebbe fare la differenza. Una verticalizzazione improvvisa, un’azione personale che scardini la difesa, un tiro da fuori che sorprenda il portiere, un movimento che crei situazioni pericolose. Tutte soluzioni che rientrano nel bagaglio tecnico di Marko Pjaca e Emanuel Vignato
 
Giocatori dotati di estro, in possesso di evidenti qualità, faticano tuttavia a trovare continuità di rendimento, non riuscendo ad applicare con costanza tutto il potenziale di cui dispongono. Sebbene di annate diverse – il croato è del ‘95, l’italo-brasiliano del 2000 – erano considerati infatti alcuni dei talenti più promettenti e luminosi della loro generazione, accompagnati da un’etichetta (che spesso non aiuta) di talento pronto a esplodere. Se l’11 granata, complice una serie di gravi infortuni che ne hanno limitato la crescita, ha faticato a trovare il giusto spazio dopo il boom alla Dinamo Zagabria, il 55 rossoblu, dopo le ottime cose mostrate al Chievo, non sembra convincere a pieno mister Sinisa Mihajlovic, che lo utilizza spesso a partire dalla panchina ma raramente dal primo minuto. 
A Torino, con Ivan Juric in panchina, Pjaca sembra stia ritrovando le giuste motivazioni, e quest’anno ha collezionato 10 presenze (ha saltato 6 partite per un problema al polpaccio), mettendo a referto 3 gol; dall’altra parte Vignato, nonostante un minutaggio limitato (è partito titolare solamente in due occasioni), continua il percorso di crescita e ha dichiarato di essere contento, in attesa che arrivi definitivamente il suo momento.
 
Anche se sono attaccanti fisicamente diversi – il granata è 186cm x 83kg mentre il bolognese è 175cm x 68kg – in campo risultano simili per modo di giocare. Abili nel dribbling ed efficaci nelle giocate nello stretto, i protagonisti di questo duello sono dotati di qualità tecnica e rapidità nello scatto. Amano entrambi spaziare su tutto il fronte offensivo, e per questo possono essere utilizzati sia come esterni che come trequartisti (Vignato, preciso nel fraseggio corto, può anche ricoprire il ruolo di centrocampista, incaricato di dar inizio all’azione). 
 
Come detto, le qualità per fare bene ci sono tutte. La velocità di pensiero si sposa a quella di esecuzione. La fantasia, unita a piedi in grado di eseguire con precisione i ‘comandi’ della testa, non manca. Ma per compiere il definitivo salto di qualità serve forse una maggiore forza mentale, una cattiveria agonistica che permetta di concretizzare al meglio le potenzialità. In questo processo il carisma e l’autorevolezza di Juric e Mihajlovic potrebbero essere utili e anzi necessari. Torino e Bologna sono pronte ad avere due nuovi leader, che sappiano decidere le partite. Magari già quella di domani.

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