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La Gazzetta dello Sport – Intervista a De Silvestri: «Questo Bologna è una famiglia. Motta guarda sempre avanti: è un predestinato»

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Fonte immagine: Damiano Fiorentini / 1000cuorirossoblu.it


È ancora forte e alta l’onda d’entusiasmo per Lorenzo De Silvestri. Il suo volo, quello del temporaneo 2-0 contro il Frosinone, è un po’ il volo di tutto il Bologna. Lollo è uno dei leader dello spogliatoio grazie alla sua esperienza, la sua professionalità, ma anche perché l’esterno rossoblù è un esempio per tutti. A 35 anni, De Silvestri si gode il momento di grande eco mediatica dovuta al gol di testa da fuori area segnato contro i ciociari: «Mi godo ancora qualche giorno il gol, poi basta…». Alla Radio ufficiale della Serie A aveva detto che il suo gesto era stato istintivo, a Matteo Dalla Vite, su La Gazzetta dello Sport ha approfondito il racconto: «Subito prima del gol ho pensato alla marcatura preventiva, per non far ripartire il loro attaccante sul rinvio di Turati. Poi ho visto che la palla mi cadeva precisa sulla testa. Ci Provo. Gol. Lo stadio è impazzito. Mia moglie, i miei amici, anche di Roma, in tribuna, li ho guardati tutti. Bonifazi mi ha detto: “Dopo vattelo a rivedere, non sai cosa hai fatto”. Subito sono andato a festeggiare con la panchina, fra di noi».

Noi, il Bologna

De Silvestri è un leader a tutto tondo. Non solo in campo e nello spogliatoio, anche fuori. Per Lorenzo, il “suo” Bologna è una famiglia e di questa famiglia il “vecchio saggio” se ne prende cura: «Quando arriva uno nuovo, lo prendo e gli faccio conoscere Bologna: il centro, i vicoli, la piazza, la gente, il ristorante giusto, il bar, le particolarità, la storia. Lo faccio con tutti, l’ho fatto con tutti anche quest’anno – racconta Lollo – Ci diamo appuntamento in centro, poi camminiamo, parliamo, ci raccontiamo e vediamo la città. È un modo per rendere i nuovi compagni parte della famiglia e dargli qualcosa di mio». Il terzino rossoblù definisce la formazione rossoblù una “famiglia”: «Tante nazionalità, eppure stessa filosofia. Voglia di esserci, migliorare, condivisione anche degli stati d’animo, volontà di farcela e di essere disponibili nel fare – Lorenzo sa che non è un’unicità, ma il gruppo attuale del Bologna è di sicuro speciale – Magari succede anche altrove, ma l’unione che vedo qua, l’ho vista poche volte in carriera. C’è gente aggregante».

Dentro lo spogliatoio

Quello che accade tra le quattro mura dello spogliatoio è sacro e segreto, ma alcune dinamiche possono essere svelate. Il difensore romano apre il cuore pulsante del gruppo e racconta: «Per il compleanno di Lykogiannis, un ragazzo speciale, abbiamo messo a tutto volume a sorpresa una canzone greca nello spogliatoio. Facciamo molte cene di gruppo, ma sempre per una ragione. Sul muro dello spogliatoio abbiamo appeso lo scontrino “pesante” della cena che ci ha offerto Orsolini quando ha rinnovato. L’abbiamo messo là e ha fatto tripletta. Guai a chi lo tocca». Rituali, aneddoti e anche le piccole-grandi differenze generazionali: «Facciamo le lotte sulla musica. Io messo house oppure ‘70/‘80, il Boss, Springsteen. Finché i giovani non storcono il naso. Zirkzee e Saelemaekers preferiscono hip-hop e rap». Poi la personalità di ognuno dei componenti dello spogliatoio così diverso e così unito: «Sugli scherzi e le risate Orsolini è il mattatore. Tra i nuovi invece, Alexis è autoironico, Soumaoro è il più serio. Zirkzee è pop, multitasking come in campo: canta e balla bene».

La nascita di questo Bologna

Questo gruppo così solido, unito, come una famiglia arriva da lontano. Arriva dal periodo con Sinisa Mihajlovic, che ha costruito uno spogliatoio “funzionante” e che dalle sue difficoltà ha acquisito quella spinta in più: «Questo Bologna nasce dal fattore umano. Io batto sempre su questo tasto: le relazioni e il parlare sono fondamentali – spiega De Silvestri – E nasce anche dalla filosofia Bologna, ovvero il lavoro che comincia dal trovarsi tutti assieme prima dell’allenamento in palestra e stare assieme. L’aggregazione forte di questo gruppo nasce ai tempi di Sinisa: chi ha vissuto quel periodo duro, si è fatto più adulto e aiuta chi non c’era avendo qualcosa in più».

L’aiuto anche in campo

Il gruppo rossoblù si aiuta anche in campo per eseguire al massimo i dettami di Motta. Si gioca tutti assieme “gioco di posizioni, di ruoli”: «È l’immagine giusta. Conta da dove parti, ma conta di più quale spazio devi occupare in base al movimento del tuo compagni. Indipendentemente dal ruolo di nascita». È una peculiarità del modo di interpretare il calcio di Thiago. De Silvestri, nonostante i suoi 35 anni, continua ad imparare perché Motta è speciale: «Motta guarda sempre avanti: nel gioco, nel vincere, nel proporre. Se gli dai, lui dà. E ha capito che questo gruppo ha fiducia in lui e può ricevere fiducia. È un predestinato». E Lorenzo continua ad imparare cose sempre nuove: «Mi è capitato anche di fare il terzo di centrocampo, il terzo di difesa. Prima se eri terzino, eri terzino e basta. La forza è l’attitudine di tutti, la predisposizione ad interpretare cose diverse».

Società ed obiettivi

Una delle grandi novità di stagione è la presenza costante di Saputo. Il presidente si è, di fatto, trasferito a Bologna ed è tutti giorni a Casteldebole per supportare la squadra, fa sentire la vicinanza della proprietà: «Il presidente è una grande persona, educata, pacata, dietro le quinte ma presente tutti i giorni. Fa colazione con noi. È innovativo: ha internazionalizzato il club». Il club continua a crescere e con esso ovviamente anche le ambizioni e gli obiettivi. Magari l’Europa, ma De Silvestri che vuole arrivare a fare 100 presenze col Bologna, vede anche un futuro da dirigente, sarà ancora in campo?: «Ci penseremo, ma per ora piedi per terra».

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