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Stadio – Van Hooijdonk: «Vorrei restare, ma devo pensare al mio futuro»

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Bologna FC 1909


Il feeling con il gol, la necessità di giocare e il rapporto con Joshua Zirkzee e Thiago Motta: questi solo alcuni dei temi toccati da Sydney Van Hooijdonk nell’intervista che il centravanti del Bologna ha rilasciato al Corriere dello Sport-Stadio.

«Qui sto bene, però…»

Sydney ama Bologna, e vorrebbe restare. Tuttavia, non ha nascosto la sua voglia di scendere in campo più spesso; per questo, in occasione della finestra di mercato di gennaio, l’attaccante classe 2000 potrebbe anche partire, mettendo al centro il suo percorso di crescita. Dunque non è ancora chiaro cosa succederà, anche perché all’apertura del calciomercato mancano quasi due mesi, e tutto può succedere; è vero però che per lui sarà difficile spodestare il suo connazionale Zirkzee, che fin qui è stato il faro del reparto offensivo rossoblù.

Il confronto con Zirkzee

Van Hooijdonk e Zirkzee, due attaccanti olandesi sotto le due torri. Guai però a pensare che siano simili. Dal punto di vista tecnico e fisico infatti sono dotati di caratteristiche completamente diverse, complementari: «Fuse insieme, in un unico giocatore, le mie qualità e le sue, verrebbe fuori un giocatore da Real». 

Due giocatori costantemente in lizza per lo stesso posto in squadra, dato che Motta non ha mai dato disponibilità a farli giocare insieme; una concorrenza che però non ha mai fatto vacillare il loro rapporto: «Sì, c’è competizione. Ma siamo davvero buoni amici».

L’affinità con la porta

22 gol in 45 presenze con la maglia dell’Heerenveen. Van Hooijdonk, nella scorsa stagione e non solo, ha dimostrato di saper segnare; è convinto di poterlo fare anche in Serie A, ma ha bisogno di tempo e spazio. In questa stagione, 6 presenze e un gol, in Coppa Italia contro il Verona. La rete contro gli scaligeri, arrivata in una partita complicata, è stata un sollievo per l’olandese: «Ero davvero felice. Alla fine sono un attaccante, ho bisogno di fare gol». 

Il rapporto con Thiago Motta

Fin dall’inizio della stagione, Motta è stato chiaro con Van Hooijdonk:«Mi ha detto: “Inizi come tutti gli altri, hai le stesse possibilità di tutti”». Le ottime prestazioni di Zirkzee hanno costretto l’ex Heerenveen a numerose panchine, ma Sydney sa che continuando a lavorare duramente avrà la sua chance: Motta si fida di lui, sa che può fare gol e aiutare la squadra.

Un allenatore che ha fuoco, energia. Il rapporto tra Sydney e il mister? Normale, come sempre succede tra giocatore e allenatore; in estate aveva rischiato di incrinarsi, dopo un’incomprensione prima del ritiro, ma sono arrivate le scuse da parte di tutti gli interessati.

L’inizio complicato e la reazione

Un’incomprensione avvenuta a pochi giorni dall’inizio del ritiro estivo: l’olandese era convinto di partire con il resto della squadra, ma così non è stato; per volontà del club è rimasto ad allenarsi a Casteldebole. Giorni molto difficili, in cui Van Hooijdonk non sapeva con chiarezza cosa sarebbe stato del suo futuro. Alla fine è rientrato in squadra, anche grazie ai suoi sforzi in allenamento, ma è stato molto vicino a lasciare il club: Saputo era intenzionato a spedirlo in Germania, cosa che l’olandese non ha preso bene. Sono però arrivate in seguito le scuse del numero uno del Bologna, che Sydney ha accolto con piacere. Un periodo complicato, superato anche grazie alla compattezza del gruppo: «Ѐ per questo che mi piace tanto questo squadra, perché siamo una cosa sola».

Il figlio d’arte

Sydney, figlio di Pierre, anche lui centravanti; classe 1969, un girovago che ha vestito, tra le altre, le maglie di Feyenoord, Benfica e Celtic, oltre a quella della nazionale olandese. Un paragone, quello col padre, che lo ha accompagnato fin dai tempi del Breda, squadra in cui hanno militato entrambi, ma che non lo ha mai infastidito.

Pierre, un calciatore che ha avuto tante esperienze, e che proprio per questo ha sempre consigli utili per il figlio. Un animo molto incisivo, diverso da quello della madre, educato e gentile; Sidney porta con sé gli insegnamenti e le personalità di entrambi. 

Fonte: Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport – Stadio

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