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IL GRILLO PENSANTE – Una pausa provvidenziale

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Che il vento fosse cambiato dal nefasto pomeriggio di Udine sul finire del 2023 era un sospetto confermato dal tribolato pareggio interno col Genoa e dalla sfortunata eliminazione di Coppa Italia ad opera della Fiorentina; la buona stella che ha guidato Thiago Motta e i suoi ragazzi durante un autunno entusiasmante è stata improvvisamente oscurata da cupi nuvoloni che, anche in queste prime settimane del nuovo anno, non sembrano voler traslocare altrove. Nonostante anche il bollettino medico non fosse dei più tranquillizzanti, la prima partita del girone di ritorno in quel di Cagliari assumeva tutti i connotati dell’occasione perfetta per rilanciarsi in grande stile.

 

Cagliari amara

 

In terra sarda il Bologna aveva aperto le danze passando velocemente in vantaggio con il ritorno al gol di Orsolini, in linea teorica un segnale di buon auspicio che faceva presupporre un pomeriggio di gloria; in realtà si trattava di un prologo avvincente in testa ad un romanzo catastrofico, i rossoblu sono capitolati concedendo più regali di Babbo Natale e certificando ufficialmente una piccola crisi non solo nei risultati. I calciatori isolani a fine gara non capivano come fossero riusciti a vincere la partita avendo tirato meno della metà delle volte degli avversari (5 vs. 11) ed avendo rendicontato un misero 36% di possesso palla, numeri espliciti che non trasmettono comunque a pieno la superiorità felsinea sul rettangolo di gioco. Era una contesa da vincere, le pesanti assenze non possono essere un alibi scagionante dopo aver constatato la caratura modesta dell’avversario ma, purtroppo, il ritmo di gioco è passato dall’hard rock di qualche settimana fa ad un compassato valzer, segnale incontrovertibile di una fase di calo fisico più o meno generalizzato della squadra.

 

Provvidenziale pausa per riorganizzarsi

 

Giocare meglio dell’avversario e perdere non deve diventare un’abitudine. Abbiamo concesso due gol a una squadra che ha creato molto poco“. L’onestà intellettuale di Thiago Motta apre un tema su cui ragionare attentamente, motivo per cui sia benedetta la nuova e scellerata formula saudita della Supercoppa italiana calata come una mannaia sulla Serie A; la ventunesima giornata di campionato è stata ridotta ad un mortificante spezzatino ma la truppa rossoblu, la cui partita con la Fiorentina slitterà a San Valentino, beneficerà di un paio di settimane per ricompattarsi, allenarsi intensamente per ripristinare la brillantezza perduta e recuperare alcuni giocatori. Specchiarsi nella propria bellezza e racimolare soltanto un risicatissimo punticino tra Udinese, Genoa e Cagliari non è esattamente un filotto edificante, la speranza che questa pausa riesca a riallineare favorevolmente gli astri assomiglia molto ad un’accorata preghiera.

 

Le aspettative della piazza

 

Giunti al giro di boa sarebbe oltraggioso dichiarare che guardare la classifica non ha significato, nel girone di andata obiettivi alieni si sono avvicinati troppo al cielo sopra le Due Torri per poter riuscire anche solo a mitigare l’entusiasmo straboccante riversato sulla città; anche il tifoso più razionale troverà un po’ doloroso aver ammirato con gli occhi lucidi il Bologna in quarta piazza e vederlo in un amen retrocesso in piena bagarre per l’ultima fiches europea disponibile, peraltro al cospetto di corazzate molto più titolate ad avanzare pretese. Almeno sulla carta. L’attuale posizione è probabilmente quella più consona per mezzi e ambizioni dei rossoblu ma per farsi la bocca buona basta un attimo, per ridimensionare le aspettative dopo aver toccato il Paradiso è questione ben più complicata.

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