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Il Resto del Carlino – Beukema: «Concentrati e consapevoli, Karlsson dimostrerà il suo valore»

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Damiano Fiorentini/1000cuorirossoblu.it


Primo acquisto della ormai famosa sessione estiva di calciomercato 2023, Sam Beukema sembra a Bologna da più di sette mesi. Il feeling con l’Italia mai scomparso, per la sua infanzia trascorsa sulle spiagge di Riccione, lo ha aiutato a sentirsi da subito a suo agio e le prestazioni sono davanti agli occhi di tutti: dalla prima giornata contro il Milan Sam ne ha saltate davvero poche di partite con la maglia Rossoblù. Si definisce perfezionista incalzato sul suo livello di italiano, che sta imparando a masticare sempre di più, e riguardo a quanto succede in campo: l’olandese con la maglia numero 31 si è raccontato a Gianmarco Marchini, per Il Resto del Carlino.

Dagli inizi alla partita contro il Milan, con in mezzo l’Europa… 

«Quando ho scelto di venire qui, sapevo che sarei andato in uno dei club più solidi della serie A, in una società con grandi ambizioni», così Sam Beukema racconta il suo approdo in Rossoblù: le idee erano chiare sin dall’inizio, per lui e per tutti. Aggiunge: «Se parti bene, tutto ne risente in positivo e ci prendi gusto, Ma le dirò una cosa: siamo un grappo molto giovane o con molto talento, nessuno di noi è ancora arrivato a esprimersi al massimo del suo potenziale». Guarda avanti Sam, un po’ come tutto il Bologna, ma con i piedi per terra. Anche il gigante olandese, un po’ come quasi tutti i componenti della squadra interpellati sull’argomento, ci va cauto quando si parla d’Europa: «Tra di noi non fissiamo obiettivi, non ne parliamo: perché crearci inutili pressioni da soli? Ora viviamo gara per gara, poi ad aprile vedremo dove saremo e dove potremo arrivare». Lo stampo lo riconosci subito: è quello di chi giuda questa squadra, è quello di Thiago Motta. Proprio sul rapporto con l’italo-brasiliano Sam aggiunge: «Il mister sabato sera era molto orgoglioso di noi: ci ha aspettato nello spogliatoio, ci ha abbracciato uno a uno». Tornando sulla gara di San Siro di sabato sera, il 31 Rossoblù si dice non totalmente soddisfatto, lui che è stato uno dei protagonisti: «[…] Provo un po’ di frustrazione se guardo a come si è sviluppato il match: siamo partiti forte, abbiamo segnato con Joshua e stavamo per andare all’intervallo in vantaggio: i rossoneri sarebbero stati costretti a scoprirsi nella ripresa e, a quel punto, avremmo potuto vincere […]».

Il Bologna di oggi e il rapporto (speciale) con l’attacco e gli attaccanti

Non pensa, lui come tutto il Bologna, che la mancanza di vittorie, dopo aver fatto il pieno tra novembre e dicembre, sia un segno negativo. I Rossoblù torneranno a giocare tra le mura amiche del Dall’Ara sabato, aprendo un “filotto” di partite davanti al proprio pubblico, con il difensore Felsineo che non lo reputa come una sliding doors della stagione: «La gara di Milano ci ha dato fiducia, perché abbiamo giocato davvero bene. Ma ora siamo focalizzati solo su sabato: dobbiamo essere super pronti per il Sassuolo, una sfida da vincere assolutamente, anche perché davanti ai nostri tifosi. […] San Siro ci ha dato la consapevolezza per riprendere a correre». Si ha la sensazione di essere di fronte ad un ragazzo che sa di cosa parla, e lo si denota anche quando incalzato sulla sua preparazione alle partite, basata sullo studio: «Lo facevo già all’AZ e lo faccio anche qui. […] Li studio sul mio telefonino (gli avversari, ndr): un minuto, un minuto e mezzo per ogni attaccante, i suoi movimenti le sue abitudini, il suo stile». Parlando di attaccanti, non ha dubbi su chi sia il più forte del campionato, perché è al suo fianco: «L’attaccante più forte lo affronto ogni giorno in allenamento, ed è Zirkzee. Perché Joshua ha tutto: talento, velocità e potenza. Se ne devo dire uno di un’altra squadra, allora rispondo Osimhen o Lookman». Non conosce Castro ma è curioso: sottolinea come la società ha voluto fortemente; chi conosce bene invece è Karlsson: «Per lui l’inizio è stato difficile, si doveva adattare, capire le richieste dell’allenatore, non parlava italiano. E poi si è infortunato, cosa che non l’ha aiutato. Ma tranquilli: ora è tornato e vuole dimostrare quanto vale». Lui di attaccanti se ne intende, perché li marca e perché è stato uno di loro, da piccolo: «[…] Fino a undici anni facevo il trequartista, avevo anche il poster di Totti in cameretta. Poi sono passato a centrocampo e crescendo ancora d’altezza mi hanno messo in difesa».

Sam Beukema: un ragazzo semplice 

Rimanendo un po’ sugli argomenti più “personali” della vita di Sam, scopriamo che è un ragazzo molto attaccato alle sue radici: «Tifo per il club della mia città, Deventer: i Go Ahead Eagles. È stata la mia prima squadra da professionista, ora sono in Eredivisie. Quando posso, la domenica guardo sempre le loro gare. E quando posso torno sempre a casa, i miei vivono lì». Come tutti i ragazzi della sua età, inoltre, non può mancare la passione per FIFA: «Confermo. E un modo piacevole per restare in contatto con i miei amici in Olanda, perché giochiamo online a “Ultimate Fifa”: ognuno si può costruire la sua squadra, prendere giocatori attuali, ma anche le leggende». Chiude con una battuta, quando gli viene fatto notare che nella sua squadra di FIFA non ci sono italiani: «[…] Volevo comprare Maldini: ma costa davvero troppo, non posso permettermelo».

Fonte – Gianmarco Marchini, Il Resto del Carlino

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