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Editoriale 1000cuori: Una sola strada possibile: il gioco – 18 apr

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Ormai lo abbiamo capito: il Bologna non ha la stessa benzina degli altri. Non è questione di voglia, non è questione di attitudine: semplicemente, forse, i rossoblù hanno capito meno di altri cosa conta in questa Serie B, e cioè un agonismo che può fare la differenza molto di più delle qualità tecniche. Lo insegna il Carpi capolista e rullo compressore, sicuramente non la squadra più spettacolare mai vista ma estremamente concreta e “tosta”, resa sicura di se da quei risultati che nel calcio sono e saranno sempre il solo metro di giudizio valido.

Cosa può fare a questo punto il Bologna? Metterla sul piano fisico? Forse, anche se a questo punto della stagione è impensabile caricare una squadra stanca e logora, conseguenza di un campionato vissuto tra mille comprensibili ansie: il cambio di proprietà, l’ansia di successi di una piazza a cui troppo a lungo sono state negate anche le più banali soddisfazioni, la necessità di stare per forza con i migliori anche se la rosa non era certo costruita – prima di gennaio – per dominare la B. E dall’avvento di Corvino e Saputo in poi una naturale “ansia da prestazione”, quella che prende chi sa che è il più forte, una consapevolezza che paradossalmente rischia di frenarti.

Scartata una svolta agonistica non percorribile, quindi la sola soluzione – Lopez lo ha capito – è il gioco. È lasciar perdere un agonismo che il Bologna potrà anche avere ma mai avrà come chi lotta con il coltello tra i denti dall’inizio, ed esaltare invece ancora di più la qualità di una rosa che a livello tecnico vale la A: Matuzalèm in regia, Krstičić interno, Sansone trequartista, due punte. La promozione passa da una squadra che deve ritrovare il gioco e da un attacco che deve ritrovare il gol, unico viatico per vincere il maggior numero di partite che mancano da qui alla fine e ritrovare una Serie A che – si spera sia chiaro a tutti – non può non arrivare.

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