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Chiacchiere da Bar…bieri – SBK, Bautista e Ducati obbligati a vincere?
Il mondiale delle derivate della serie ha fatto la fortuna della Ducati a partire dalla fine degli anni ’80 fino a metà degli anni ’10 del duemila. La rossa di Borgo Panigale si è fatta valere sui circuiti di tutto il mondo, aumentando a dismisura l’appeal del marchio e facendo appassionare milioni di tifosi con le gesta dei suoi piloti. Da Roche, vincitore del primo titolo per la casa bolognese nel 1990, a Doug Polen e Re Carl Fogarty, da Corser a Bayliss, da Hodgson e Toseland a Checa. Questi sono i nomi degli otto piloti campioni del mondo SBK Ducati, ai quali si aggiungono autentici fenomeni senza corona come Marco Lucchinelli, Giancarlo Falappa, Pierfrancesco Chili, Regis Laconi, Noriyuki Haga, Michel Fabrizio, Davide Giugliano, Chaz Davies e Marco Melandri, solo per citarne alcuni.
Ecco, in questo elenco ne ho dimenticati alcuni. Un nome però è il primo scritto in questa pagina. E’ nel titolo. Alvaro Bautista è stato il pilota che, nel 2019, è andato più vicino a terminare il digiuno iniziato nel 2012, dopo la vittoria di Carlos Checa nell’anno precedente. Dopo aver vinto le prime undici gare, dimostrando un feeling pazzesco con la nuova ed inedita Ducati V4, lo spagnolo è sembrato naufragare nel nubifragio di Imola, raggranellando da giugno in avanti solo altri cinque successi. Il rapporto tra Bautista e Ducati durò solamente un anno con il numero 19 che non si accordò per il 2020, firmando per Honda.
Se ne sono dette tante su questo ritorno di fiamma. C’è chi parla di una scelta obbligata da parte di Ducati, per strascichi provenienti dal vecchio divorzio, chi dice che a Borgo Panigale hanno deciso di puntare su Bau Bau per il suo fisico minuto, ideale per la Panigale V4. Quello che è certo è che il binomio è obbligato a vincere, dopo il sogno infranto del 2019. Sono passati oltre dieci anni dall’ultimo trionfo in rosso, avvenuto tra le altre cose grazie al team privato Althea Racing, gestito da Genesio Bevilacqua e al rientro quest’anno nel mondiale Supersport.
Già: ora che il Re(a) è nudo, spogliato del suo scettro dal turco Toprak Ratzgatlioglu, sembra che un muro sia caduto. L’extraterrestre è battibile. Certo è che ora l’avversario non è più uno, perché i campioni sono due. Riuscirà la Ducati a terminare il digiuno più lungo? E soprattutto: che conseguenze avrebbe un nuovo, rovinoso fallimento?
A tutte queste domande risponderà la pista, a partire dal secondo weekend di aprile. A noi appassionati non ci resta che prepararci per la grande abbuffata di agonismo e sorpassi. La cena di gala 2022 sta per cominciare.
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