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Curiosità e statistiche: l’Hungaroring, lo spartiacque del campionato

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Credits: Ferrari.com


Il Gran Premio di Ungheria potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per Leclerc e la Ferrari di non uscire dalla corsa mondiale, la RB18 ha dimostrato di essere una delle monoposto più affidabili del Circus compensando e superando, in termini di possibilità al titolo, una F1-75 che per qualche spanna supera la collega austriaca in prestazioni e velocità in pista, ed è su questo punto che si aggrappano le speranze rimaste al team e ai Tifosi Ferrari, al netto delle qualità dei piloti: i duelli Leclerc-Verstappen e Sainz-Perez di settimana scorsa hanno palesato lo stato di forma di una rossa che fin qui ha conquistato 8 delle 12 pole a disposizione ma che una volta in gara non è stata capace, a causa dei problemi tecnici e strategici che tutti conosciamo, di capitalizzare le occasioni avute fin qui.

Tornando all’appuntamento di questo weekend, non è la prima volta che l’Hungaroring si presenta come spartiacque del mondiale. La collocazione storica nel calendario del Gp d’Ungheria infatti si è sempre trovata a stretto giro di posta con la pausa estiva di Formula 1 e quindi a metà campionato inoltrato. Un momento della stagione in cui da una parte gli sforzi delle scuderie cominciano a concentrarsi sulla stagione futura, mentre lato piloti eventuali differenze punti assumono un valore più solido soprattutto dal punto di vista psicologico con la matematica chiamata in causa a farla da padrona.

Fondato nel 1936, il Gp d’Ungheria si svolse per la prima volta quell’anno al parco Nepliget – in quell’occasione fu il mantovano Tazio Nuvolari a prevalere sugli avversari- mentre diventerà tappa del campionato di Formula 1, con il circuito Hungaroring costruito appositamente per l’evento in appena 8 mesi (un record), solamente 50 anni dopo, nel 1986, diventando uno degli eventi fissi del campionato mondiale.

Il circuito di Nepliget percorso oggi:      

L’Hungaroring.

L’entrata nell’olimpo della Formula 1 del circuito di Mogyorod, nei pressi della capitale Budapest, fu nel 1986 un evento storico essendo l’Ungheria appartenente al blocco sovietico dell’epoca. L’Hungaroring fece da apripista per gli eventi di motorsport internazionali in una zona del mondo allora quasi irraggiungibile per questo genere di eventi: solo nel circuito magiaro, di li a poco, vennero ospitati eventi di Superbike, Motomondiale e Formula TT.

Nel corso della sua storia l’Hungaroring, additato come un circuito troppo compassato, ricco di curve e povero di sorpassi, ha subito diversi aggiornamenti alla ricerca di una forma più adatta allo sport per cui era nato con interventi che non ne cambiassero troppo la forma come l’eliminazione del tornante di curva 3 e l’allungamento del rettilineo finale. Nonostante queste modifiche tutt’oggi le monoposto sono soggette ad un grande carico aerodinamico nell’interezza del tracciato rendendo lo spettacolo alle volte poco entusiasmante per gli spettatori e più faticoso per i piloti

Statistiche.

In terra ungherese la Scuderia più vincente fin qui è stata la McLaren, complice anche il fatto che nei primi due momenti d’oro Ferrari non si corse qui. La McLaren ha vinto, prima con la motorizzazione Honda e poi con quella Mercedes, 11 delle 35 edizioni disputate. Dietro la scuderia inglese troviamo ben distanziata quindi la Williams, con 7 vittorie, e la Ferrari ferma a 6, con Sebastian Vettel ultimo vincitore per il cavallino nel 2017.

Parlando di piloti, il primo a vincere il all’Hungaroring fu Nelson Piquet –per due volte- seguito da Ayrton Senna e nel 1989 Nigel Mansell, al primo anno di Ferrari, in una delle più storiche rimonte della sua carriera, dalla 12° alla 1° posizione. Il più vincente con otto successi, tre dei quali consecutivi tra il 2018 e il 2020, è Lewis Hamilton, mentre l’ ultimo pilota ad aver alzato la coppa dal gradino più alto del podio è stato invece Esteban Ocon in quella pazza gara del 2021 cominciata con il doppio maxi tamponamento che causò il ritiro, tra gli altri, di Perez e Leclerc e che finì con la squalifica di Vettel, arrivato secondo su Aston Martin, a causa di un’irregolarità riscontrata sulla monoposto del tedesco riguardante i livelli di carburante. Il giro più veloce della pista spetta ancora ad Hamilton su Mercedes W11 che nelle qualifiche del 2020 riusi a fermare il cronometro sul tempo di 1.13.447

Alpha Tauri.

La Scuderia Faentina – dai tempi della Minardi – ha portato qui due volte una monoposto ai piedi del podio: nel 2015 con Verstappen e nel 2021 con Gasly, mentre l’unico risultato a punti di squadra risale al 2011 con le guide di Buemi e Alguersuari che in quella stagione si resero protagonisti di ben 4 doppiette come nella stagione 2015, quella di una coppia che oggi comporrebbe un duo da campionato mondiale costruttori quasi assicurato, come Verstappen e Sainz. E non finisce qui perché tra le altre cose il gp ungherese è anche stato il primo in cui si misurò Sebastian Vettel a bordo di una Toro Rosso nel 2007.

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