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Il Semaforo Rosa – Danica Patrick

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Indycar.com - Steve Noddy


Nella terra a stelle e strisce c’è una ragazza che ha conquistato molto più di una semplice pagina di storia nel motorsport. Un’altra storia in cui la protagonista ha fatto qualcosa di unico che rimane ancora oggi qualcosa di ineguagliabile. Lei è stata e lo è tutt’oggi l’unica donna a vincere una gara della IndyCar Series ovvero una delle competizioni automobilistiche più importanti al mondo.

Percorso Interrotto

Cresciuta nell’Illinois Danica Patrick si è avvicinato al mondo dei motori piccolissima. A dieci anni salì su un kart per la prima volta e ottenne già risultati importanti vincendo molti campionati nazionali. Decise di lasciare la scuola a soli sedici anni per dedicarsi completamente alle corse e trasferirsi in Inghilterra per competere nella Formula Ford e nella Formula Vauxhall. Riuscì a mettersi in mostra anche grazie alle prestazioni ottenute nel famoso Formula Ford Festival dove giunse seconda nel 2000. Tali risultati arrivarono agli occhi di Bobby Rahal, all’epoca direttore del Team Jaguar di F1 ed ex campione CART che decise di ingaggiare Patrick per farle iniziare un percorso verso la Formula 1, ma purtroppo Niki Lauda nuovo boss del team decise di licenziare Rahal sostituendolo e interrompendo così le aspirazioni di Danica verso la classe regina delle corse automobilistiche. La giovane pilota statunitense decise così di tornare a casa per continuare a gareggiare e inseguire i propri sogni.

Motor Valley a stelle e striscie

Tornata a casa il suo cammino si tinse con i colori della Motor Valley nell’American Le Mans Series in quanto ebbe l’occasione di gareggiare con una Ferrari 550 Prodrive. Vinse la classica Celebrity Race a Long Beach prima di partecipare alla Formula Atlantic, categoria propedeutica alla Champ Car, nella quale si rese protagonista con il team di Bobby Rahal che decise di investire nuovamente nelle sue potenzialità. Dimostrò di avere ragione ancora una volta perché Danica ottenne svariati podi e una pole position oltre a molte top ten che le permisero di arrivare sesta e terza rispettivamente nelle stagioni 2003 e 2004. L’anno successivo ebbe l’occasione di diventare pilota full time in IndyCar grazie a Rahal che decise di spostare il suo team nella Indy Racing League.

Il suo debutto nella leggendaria Indy 500 fu strabiliante. Qualificata quarta e rimasta tale sul traguardo dopo aver guidato la corsa anche per alcuni giri e dopo aver accarezzato anche il sogno di vincerla, è diventata la prima donna a raggiungere un risultato del genere, che le è valso anche il titolo di miglior debuttante nella corsa. Durante la stagione mise a segno anche tre pole position eguagliando quanto fatto dal figlio di un altro amico della Motor Valley: Tomas Scheckter.

Una gara per la storia

L’anno di successo fu il 2008 quando passata al Team Andretti Green riuscì a ottenere uno storico successo nella terra del sol levante. Nel round giapponese tenutosi a Motegi riuscì a stare davanti a tutti i suoi colleghi portando a casa una vittoria straordinaria che ha segnato la storia della IndyCar riunitasi alla Champ Car per quella stagione. Quella vittoria fu l’unico podio dell’anno ma le vale ancora oggi un titolo mai replicato.

Reciprocità

Nella sua carriera non poteva mancare anche il capitolo NASCAR. Storia che non iniziò in modo felice. Danica fece fatica le prime stagioni a causa dell’adattamento dalle monoposto a ruote scoperte tipiche della Indy alle Stock car tipiche della famosa categoria americana. La popolarità della NASCAR in quegli anni giovò molto alla sua immagine così come la sua presenza portò molto seguito alla competizione. Nel paddock solo lei vendeva più gadget e merchandising di tutti gli altri piloti messi insieme. Molti appassionati si avvicinarono ancora di più al campionato grazie alla Patrick che con la sua immagine ci ha saputo lavorare benissimo creandosi un nome che ancora oggi occupa la sua posizione nell’albo d’oro dell’automobilismo americano e non solo.

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