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Il Personaggio della settimana – Eddie Cheever

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Formula1.com

L’Americano di Roma

Nato a Phoenix nelle terre deserte sconfinate dell’Arizona, Eddie Cheever è un italiano di adozione più precisamente di Roma dove si è trasferita la famiglia quando lui era ancora bambino. La passione per i motori la eredita dal padre che lo supporta da subito, facendolo correre con i kart. Comincia a competere in gare importanti a quindici anni e riesce a laurearsi Campione Italiano ed Europeo della specialità prima di dedicarsi alle monoposto.

Iniziò con la Formula 3 per passare alla Formula 2 nel 1976, categoria nella quale conquistò il titolo di vicecampione l’anno seguente stretto tra il sandwich transalpino con René Arnoux vincitore del campionato e Didier Pironi arrivato terzo in classifica generale. Arrivò in Formula 1 la stagione seguente nel 1978 con la Theodore, ma la scarsa competitività della macchina non gli permise di qualificarsi ai primi due Gran Premi della stagione. Così passò alla Hesketh con la quale riesce a partecipare alla sua prima gara in Sudafrica sul tracciato di Kyalami. A fine anno la squadra chiuse baracca e burattini e di conseguenza Cheever dovette trovare un altro sedile. Decise di dedicarsi completamente alla Formula 2 dove corse con la piccola casa piemontese Osella. Vinse tre gare lottando per la corona fino all’ultima gara. Nel 1980 risalì in Formula 1 sempre con la scuderia torinese ma non ottenne grandi risultati se non solo qualche piazzamento. Tuttavia i suoi sforzi furono notati dalla Tyrrell con la quale ottenne i suoi primi punti iridati. Nel 1982 decide di accasarsi in Francia alla Ligier, scuderia con la quale arrivano i primi podi della sua carriera, rispettivamente in America a Detroit e Las Vegas e in Europa a Spa. Altri quattro podi arrivano con la Renault tra cui un secondo posto e tre terzi, ma si dovette scontrare contro la forza del suo compagno di squadra, il professore Alain Prost. Nelle stagioni seguenti continua a muoversi di team in team, passando dalla scuderia del biscione, l’Alfa Romeo dove si fermò tra il 1984 e il 1985 ottenendo solo tre punti in due stagioni. Poi fu il turno della Lola con la quale corse una gara sola nel 1986 al posto di Tambay infortunato, prima di arrivare alla Arrows dove finalmente trova un auto competitiva. In tre stagioni ottiene venti punti iridati, di cui un podio con il terzo posto al Gran Premio d’Italia 1988 e un altro gradino più basso del podio a Detroit nel 1989, ultima stagione per “l’Americano di Roma” nella classe regina dei motori.

Parentesi Endurance

Durante la sua carriera in Formula 1 si è dedicato anche a qualche apparizione nel Mondiale Sportprototipi con la quale ha vinto la 6 ore del Mugello con una Lancia Beta Montecarlo Turbo in coppia con l’italiano Patrese. Nel Mondiale Endurance corse con la Jaguar e si portò a casa la 1000 km di Silverstone insieme a Warwick nel 1986 e nel 1987 in coppia con Boesel porta a casa altre tre vittorie nel campionato di durata.  

Torna a casa Eddie

Dopo quasi dieci anni con le monoposto di Formula 1 decidere di dedicarsi alle competizioni americane competendo nella CART e dedicandosi completamente a tale campionato rispetto a qualche sporadica apparizione fatta precedentemente come nel 1986. Non ottiene grandi risultati e il migliore che riesce a conquistare è il nono posto per due anni consecutivi nel 1990 e 1991. Il passo successivo fu iscriversi alla IRL (Indy Racing League), competizione meno dispendiosa della CART ma anche meno prestigiosa. Dopo qualche partecipazione decise di iscriversi con il team che fondò lui stesso e al primo anno nel 1996 arriva la prima soddisfazione con il terzo posto assoluto. Il punto più alto arrivò due anni più tardi quando pilotando una Dallara – Oldsmobile vinse la gara più prestigiosa della lega: La 500 Miglia di Indianapolis.

Il suo legame con l’Italia venne fuori anche in un’occasione straordinaria come la vittoria di una, se non la gara più famosa al mondo. L’americano di Roma infatti fu il primo a portare in trionfo sul traguardo in mattoncini di Indianapolis il telaio Dallara, casa motoristica di Varano nella Motor Valley.

La vittoria di Eddie Cheever alla Indy 500 nel 1998 – Copyright: YouTube, Ryan Holman 

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