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F1 – Statistiche e curiosità: Ferrari e Montmelò, una amore da riscoprire

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Il Gran Premio di Monaco ha visto Verstappen consolidare il proprio dominio di questo inizio di campionato, contrastato a sprazzi dal suo compagno di squadra e da un quarantunenne che di nome fa Fernando che non ci sta a vedere l’olandese vincere in modo così agiato. E la Ferrari? A Monaco la cosa più bella che è riuscita a fare la Rossa è stata la splendida tuta di Charles Leclerc realizzata in omaggio al suo amato principato. Una menzione va poi fatta ancora una volta al lavoro svolto dai meccanici del cavallino che si stanno confermando tra i più veloci del paddock: anche durante il gp di Monaco sono riusciti a mettere una pezza alle incertezze strategiche della squadra gestendo la chiamata contemporanea ai box di Charles e Carlos in 5 secondi totali.

Ma parlavamo del Gran Premio di Spagna che si corre dal 1991 nella splendida location del Montmelò, quasi a ridosso del mar Mediterraneo. La Ferrari ha vinto qui in 8 occasioni e, nonostante la conquista del più recente gradino più alto del podio risalga al 2013, quando il padrone di casa Fernando Alonso si impose su Raikkonen e Massa, è ancora la Scuderia più titolata su questo circuito seguita dalla Mercedes ferma a 7 vittorie, 6 delle quali targate Lewis Hamilton. Parlando quindi di piloti, le sei vittorie del britannico rappresentano l’attuale record su questo circuito, record però condiviso con Michael Schumacher anche se Hamilton può vantare di aver vinto 5 di queste 6 edizioni consecutivamente (2017-2021) mentre il tedesco solo 4 (2001 – 2004).

 

Il Gran Premio di Spagna di automobilismo viene fondato nel 1913 ed è entrato a far parte del calendario di Formula 1 dal 1951 e cioè già dal secondo anno dall’istituzione della competizione. Nel corso degli anni l’inclusione della tappa spagnola nel programma da parte della FIA è andata a fasi alterne e la più lunga assenza risale al periodo tra il 55 e il 66. L’esclusione di cui parliamo non è stata una semplice preferenza, ma il risultato di una serie di fattori. Come vi abbiamo raccontato in altre occasioni il 1955 fece da spartiacque nel mondo delle corse automobilistiche a causa del disastroso incidente di Le Mans dove durante la 24 ore di quell’anno persero la vita 84 persone, 1 pilota e 83 spettatori. L’evento francese rivoltò come un calzino il mondo delle corse aprendo il dibattito sulle norme di sicurezza nelle competizioni automobilistiche, argomento che fino a quel momento era stato trattato con estrema leggerezza anche in funzione della portata minore che che fino a pochi anni prima avevano avuto questo tipo di eventi.

A Barcellona, il circuito cittadino di Pedralbes, usato nelle prime storiche edizioni del GP di Spagna, non permetteva le modifiche minime richieste affinché potesse essere adattato a disputare ancora l’evento di Formula 1 ed in assenza di valide alternative la REFDA (Real Federación Española de Automovilismo) decise di far decadere la richiesta di partecipazione. Ciò si unì poi all’introduzione di nuove regole tecniche che resero il circuito catalano doppiamente obsoleto per i nuovi standard dell’epoca. La REFDA tentò invano di reintrodurre il Gran premio già dal 1960, ma si dovette aspettare fino al 67, e cioè alla finalizzazione dell’apposita costruzione del nuovo autodromo di Jarama, per rivedere le monoposto di Formula 1 sfrecciare nuovamente tra i paesaggi iberici.

Riavvolgendo quindi il nastro della storia possiamo riassumere così: nelle prime due edizioni (del 1951 e 1954) il Gran Premio di Spagna si svolse a Pedralbes, in circuito cittadino disegnato nell’omonimo quartiere di Barcellona. Tra il 67 e l’81 vennero scelti i circuiti di Jarama e Montjuich: il primo il più moderno e aggiornato, per gli standard dell’epoca, autodromo di Spagna, dove si corse tra le altre cose anche il primo Gran Premio di Motociclismo del Portogallo (link); il secondo un circuito cittadino catalano che si svolgeva nell’omonimo parco, studiato per il motociclismo, adattato per le monoposto da corsa, e che verrà ricordato nella storia per essere stato teatro di uno degli eventi più significativi di questo sport. Nell’edizione del 1975, l’ultima su questo tracciato per la Formula 1, Lella Lombardi conquisto il primo e ultimo mezzo punto mai conquistato da una donna in questo sport, in una gara infausta caratterizzata da un grave incidente. Finiti anche gli anni di Jarama la REFDA puntò i propri riflettori su Jerez de la Frontera dove si corse dal 1986 al 1990, prima di arrivare come detto al Montmelò, dove si è corso dal 91 ad oggi.

Andando a prendere quindi in considerazione il valore assoluto delle gare corse in Spagna in occasione del Gp di casa i record non cambiano più di tanto. Lewis Hamilton e Michael Schumacher rimangono appaiati al primo posto come piloti più vincenti, così come la Ferrari si conferma il primo costruttore con 12 vittorie conquistate, seguita in questo caso dalla McLaren ferma a 8, 1 in più di Mercedes. Situazione fotocopia per le pole, con Schumacher in testa con 7 qualifiche a proprio favore, seguito da Hamilton, fermo a 6.

Per l’Italia nessun pilota tricolore è mai riuscito vincere il Gran Premio di Spagna, chi ci arrivò più vicino fu Luigi Musso: nel 1954 su Maserati arrivò secondo nella seconda edizione del Gran Premio. Mentre oltre alla Ferrari può vantare almeno una vittoria l’Alfa Romeo, come per il secondo posto di Musso risalente anch’essa agli albori della Formula 1, cioè al 1951.

Nella Storia recente, come vi abbiamo raccontato, la Ferrari non ha avuto un rapporto semplice con questo circuito, l’ultimo risultato di prestigio però risale solamente all’anno scorso quando Charles Leclerc è riuscito a conquistare una pole che al cavallino mancava qui da 14 anni. Pole che però non è servita al monegasco per portare a casa un primo posto in gara nonostante le altissime probabilità di vittoria per chi parte dalla pole su questo circuito: 71%.

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