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F1 – Statistiche e curiosità: quando il meteo batte la Formula 1

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Credits @MarcoFattorini via Twitter

Un pezzo di cuore e di storia di questa stagione di Formula 1 è andato perso: il Gran Premio dell’Emilia Romagna come ormai sappiamo da mercoledì scorso non si correrà. Ma questa volta la Fia ci ha visto giusto avendo anche tra le mani una decisione da prendere più semplice, da un punto di vista organizzativo e di opinione pubblica, di altre occasioni. In contrapposizione mi viene subito da pensare al Gp del Belgio del 2021 in cui 70.000 persone si presero le secchiate d’acqua dal cielo per un giorno intero, fino alle 19 di sera, per vedere le monoposto di Formula 1 completare un solo giro pulito in regime di Safety Car. A Spa ovviamente non si parlava di vittime per il maltempo, non si parlava di decine di migliaia di persone costrette a lasciare casa, di centinaia di migliaia di persone coinvolte. Ma torniamo alla Formula 1.

Non c’è bisogno di riavvolgere di molto il nastro della storia della Formula 1 per ricordare altri episodi in cui le condizioni metereologiche avverse prevalsero alla fine sull’avvio o la conclusione di una corsa. Senza alcuna sorpresa scopriamo una corposa lista di eventi interrotti, alle volte per eventi improvvisi, in altre per circostanze più chiare in cui il senno dell’organizzazione non è stato in grado di gestire in modo preventivo situazioni pericolose tanto per i piloti quanto per gli spettatori.

Gran premio Gran Bretagna 1975 –  Nel caso britannico del 75 la gara si disputò quasi nella sua interezza, la pioggia fece capolino diverse volte sul circuito di Silverstone senza causare particolari disagi. Dopo 55 giri e l’aggravarsi della situazione arrivò però la decisione della direzione di interrompere la gara visti anche gli innumerevoli incidenti in pista che stavano avvenendo in quell’esatto momento. Incidenti che non risparmiarono nessuno, nemmeno il leader della corsa, Emerson Fittipaldi, che vinse comunque la gara.

Gran Premio Giappone 1976 – A Fuji, il primo weekend della storia della Formula 1 in terra asiatica fu caratterizzato dalle forti piogge causate dal tifone Vera. Il caso giapponese fu uno di quelli più unici e controversi. Le condizioni metereologiche proibitive convinsero la commissione piloti (capitanata da Niki Lauda) a dichiararsi sfavorevole allo svolgimento della gara. La direzione guidata da Bernie Ecclestone prese tempo e complici i costruttori si decise comunque per dare il via (ritardato di diverse ore) alla gara. Quattro ritiri volontari, altri nove causati da problematiche durante la corsa: il Gp del Giappone del 1976 oltre alle secchiate d’acqua trascinò con se settimane di polemiche.

Gran Premio di Monaco 1984 – La gara fu interrotta dopo 31 giri a causa della pioggia intensa. Pioggia e Monaco ci fanno inevitabilmente venire in mente le gesta di un determinato campione che, guarda caso, in quella gara conquistò il primo podio in carriera, Ayrton Senna.

Gran Premio di Australia 1991 – Dopo 17 giri, sei ritiri e decine di uscite di pista si decise di terminare la gara di Adelaide, tempestata dalla pioggia intensa, assegnando la metà dei punti e stilando la classifica sulla base dell’arrivo dei piloti al traguardo al 14° giro. Quello d’Australia fu l’ultimo Gran premio di Piquet e Nakajima. 

Gran Premio di Belgio 1998 – Una vera tempesta si abbatté sul circuito di Spa-Francorchamps ma la direzione di gara decise di non schierare la Safety car al Via assumendosi i rischi di una partenza in discesa in quelle condizioni. Poche curve e la gara diventò un “groviglio incredibile” come lo definì sul momento Gianfranco Mazzoni, con i piloti incapaci di vedere da un palmo dal naso a causa dell’acqua alzata dagli pneumatici di chi precedeva. Si scatenò così il più grande incidente per numero di vetture (13) della storia della Formula 1, per fortuna senza grossi infortuni. Al primo via ne seguì un secondo, a cui potè partecipare chiunque potesse schierare una monoposto. A fine gara si decise di assegnare comunque solo una frazione di punti.

Gran Premio di Malesia 2009 – La gara venne sospesa dopo 33 giri e dichiarata conclusa dopo quasi due ore di attesa. La classifica si basò sul 31° giro e garantì solo la metà dei punti ai piloti. In questo caso la pioggia arrivò a gara in corso, al 22° giro, ma l’intensità dell’evento portò la federazione a dichiarare anticipatamente conclusa la gara.

Gran premio del Canada 2011 – La gara in questo caso si concluse con i 75 giri previsti, ma è rimasta negli annali come la gara con la velocità media più bassa della storia della Formula 1 (74,864 km/h) perché frammentata dagli interventi della Safety car e dalle condizioni di pista proibitive proprio a causa del maltempo.

Gran premio Belgio 2021 – Ultimo ma non ultimo il Gran Premio a Spa-Francorchamps di due anni fa, quando le vetture conclusero un solo giro valido in regime di Safety car. Nonostante i piloti non entrarono mai in modalità di gara, da regolamento quel giro fu sufficiente per determinare la validità della corsa e quindi utile per l’assegnazione della metà dei punti in palio: una figuraccia irrimediabile per la direzione della Formula 1 e un record imbattibile come la gara più corta della storia.

L’annullamento del Gran Premio dell’Emilia Romagna si può quindi ritenere allo stesso tempo un’evento abbastanza comune ma allo stesso tempo unico guardando alla lista di cui sopra. Si parla di diversi episodi in cui un Gran Premio sia stato accorciato per problematiche di tipo metereologico ma non si trova un vero e proprio precedente in cui un Gran Premio sia stato annullato con così ampio preavviso per una motivazione del genere. L’alluvione dell’Emilia Romagna fa entrare il Gp del Made in Italy 2023 in una storia di cui avremmo fatto volentieri a meno, e che di fatto fa da ponte con i Gp annullati nella storia della Formula 1 per altri motivi.

 

 

 

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