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Le regine della Formula 1

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Correva l’anno 1992, Flavio Briatore confermava l’astro nascente Michael Schumacher alla guida della sua Benetton, Ayrton Senna si presentava ai nastri di partenza come campione del mondo iridato per la terza ed ultima volta, ed un giovane Alex Zanardi si alternava alla guida di una Minardi motorizzata Lamborghini. Un anno di emozioni, a cui non hanno partecipato solo piloti ma vere e proprie leggende, ma che è stato dimenticato per essere stato l’ultimo mondiale in cui prese parte una donna.

Per molti, me per primo, sembra già incredibile che una donna avesse partecipato ad un mondiale di Formula 1. Non parlo certo di capacità, piuttosto per una questione di possibilità di venire a contratto con questo mondo, di discriminazione e sopratutto perché da 28 anni a questa parte il ruolo del pilota è prerogativa maschile. Eppure, tra il 1958 al 1992, ben cinque donne hanno avuto l’onore di provare l’adrenalina di partecipare almeno ad un mondiale di Formula 1.

Italiane. Cosa hanno in comune la prima donna ad aver partecipato ad un mondiale di Formula 1, l’ultima ad averlo fatto e la più vincente della storia? Quella di essere nostre connazionali. I contorni di questa storia si fanno sempre più incredibili e inattesi; noi italiani i pionieri di questa sorta di piccola conquista sociale, il cui ricordo purtroppo non è più così nitido. 

Maria Teresa De Filippis, detta pilotino, fu la prima. Esordì a bordo della modenese Maserati nel lontano 1958 e partecipò a due mondiali riuscendo a centrare il decimo posto nel Gran Premio Belga. Maria Grazia Lombardi, detta Lella, fu senza ombra di dubbio la pilota più significativa della storia della Formula 1; l’unica ad andare a punti, partecipò a tre mondiali di cui due a bordo della March. Lella poteva vantare di un background motoristico di livello e di una passione innata per il mondo delle quattro ruote. Già a 18 anni guidava un furgone per il trasporto carni, e dopo una lunga gavetta tra Kart e Formule minori il grande debutto nel 20 luglio 1974: iconiche le foto che la vedono abbracciata a Vittorio Brambilla e Arturo Merzario, il pilota che soccorse per primo Niki Lauda al Nurburgring. Torniamo infine al 1992, l’ultimo anno in cui una donna, Giovanna Amati, strinse tra i suoi pugni il volante di una monoposto di Formula 1. Tre i Gran Premi in cui cerco di qualificarsi l’Amati, a bordo di una Brabham che non verrà ricordata di certo per i risultati sportivi, piuttosto per aver dato per l’ultima volta una possibilità ad una donna di misurarsi nel mondo della Formula 1.

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