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L’importanza dei giovani a Bologna
Quest’anno, la città delle Due Torri non ha avuto rivali nella scena sportiva, anche grazie al contributo fondamentale delle nuove generazioni.

«Negli occhi del giovane, arde la fiamma; negli occhi del vecchio, brilla la luce» ha scritto Victor Hugo. Così il famoso scrittore ed ex senatore francese si riferiva a due parti complementari e fondamentali dell’umanità. Perché se nell’immaginario comune il “vecchio” è rappresentato come il saggio, il “giovane” ha come caratteristica principale l’irruenza. La voglia di spaccare il mondo, di tagliare il traguardo prima degli altri, di battere record… chi dovrebbe averla, se non i giovani?
Tralasciando altri ambiti sociali che pongono il tema al centro dei loro dibattiti, mi concentrerò su uno che, a differenza degli altri, è molto più pacifico e universale, e in cui i giovani sono ‘protagonisti attivi’: lo sport. Quant’è importante la freschezza delle nuove leve lo evidenziano gli ultimi risultati sportivi a livello internazionale, dove la ‘Generazione Z’ sembra prendere sempre di più il centro del palcoscenico sportivo mondiale. Per vederlo non serve fare il giro del mondo, ma basta mettere la lente d’ingrandimento su quella che, dopo l’ultima stagione, è considerata da tutti la ‘Capitale dello Sport’ in Italia: Bologna.
Kimi, Castro, Diouf: i giovani protagonisti del panorama sportivo di Bologna
A Bologna, oggi più che mai, si è iniziato a vincere perché si è iniziato a credere nei giovani. L’esempio principale, anche per via dell’ampiezza della rosa rispetto agli altri sport, è il Bologna FC.

Il gruppo del Bologna è tra i più uniti del panorama sportivo italiano (@Bologna FC)
Grazie alla politica su misura per le giovani stelle del binomio Sartori-Di Vaio, si è creato un nuovo ciclo caratterizzato dal perfetto mix tra giovani e più esperti. Castro, Miranda, Odgaard, Dominguez, ecc… Le nuove leve che hanno portato il Bologna prima a qualificarsi nuovamente in Champions League dopo 60 anni e, quest’anno, a vincere la Coppa Italia 51 anni dopo l’ultima volta.
Nella Virtus Segafredo neo-campione d’Italia, invece, si è preso la scena un classe 2001: Mouhamet Rassoul Diouf. Arrivato a inizio stagione dalla società spagnola Breogán come una giovane promessa, è riuscito a imporsi come centro della squadra grazie alla sua versatilità e mobilità.

Mouhamet Diouf, centro della Virtus Bologna (©Virtus Pallacanestro)
Infine, ultimo ma non per importanza, il più giovane pilota a comandare una gara in F1 all’età di 18 anni e 7 mesi: Kimi Antonelli. Il teenager bolognese è abbastanza giovane da emozionarsi quando, all’uscita dalla prima prova della maturità, è stato assalito dalle telecamere, ma non così giovane da non poter diventare il terzo più giovane di sempre a salire su un podio (dietro soltanto a Verstappen e Stroll).
Vincere aiuta a vincere
Riprendendo la frase con cui ho iniziato, la fiamma dei giovani, la loro irruenza, è spesso in relazione con l’inesperienza (assenza colmata con l’aiuto dei saggi). Vincere per le nuove generazioni, non è solo un risultato: è un processo che costruisce fiducia, che alimenta ambizione. Ogni vittoria diventa la base solida su cui costruire la successiva. La crescita di questi talenti non si misura solo con il trofeo o il record battuto, ma nell’attitudine che essi trasmettono a tutto il movimento sportivo bolognese. Perché i giovani, grazie alla loro vivacità e forza di volontà, non si limitano a portare il risultato, ma vendono un entusiasmo contagioso.
La speranza è, quindi, che queste i risultati non siano un traguardo, ma un motore. L’asse Milano-Torino, che ha sempre rappresentato il centro dello Sport in Italia, si sta finalmente spostando un po’ più a Sud, con Bologna pronta ad accogliere la corona.
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