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Moto Gp – Le Statistiche e curiosità di Assen e del Gp d’Olanda

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Fondato nel 1925, il Gran Premio d’Olanda è stato inserito nel calendario del Motomondiale fin dalla sua inaugurazione avvenuta nel 1949. Quella di Assen è una delle gare più antiche e prestigiose del campionato ed il suo circuito ha la peculiarità di essere l’unico del panorama Motomondiale ad aver ospitato tutte le edizioni del Gran Premio di casa, dal 1949 ad oggi: facendo un parallelo con la Formula1, questa bandiera di continuità e contemporaneità temporale spetta a Monza. Tornando a parlare di Gran Premi, se come longevità il Dutch TT può vantare la stessa storicità del Gp d’Italia, come quantità di gare disputate, quello olandese, è il Gp che dove in assoluto si si sono corse più edizioni, ad oggi 73, essendo stato rimosso dal calendario solo in un’occasione, quella del 2020. Per chi se lo chiedesse anche il Gp d’Italia è stato programmato per lo stesso numero di volte ma, oltre al 2020, il suo svolgimento venne interrotto nel 1973 quando durante la gara della 250 si sviluppò il grave incidente costò la vita a a Jaarno Saarinen e Renzo Pasolini, oltre che a ferire altri 12 piloti.

Famoso per le sue imprevedibili condizioni meteo, il clima olandese ha cambiato più volte le carte in tavola delle gare disputate sul suo circuito. Come l’anno scorso quando la Gara 2 di Moto E dovette essere prima posticipata e poi interrotta per bandiera rossa quando erano stati percorsi appena 3 dei 6 giri previsti.

Come per la maggior parte dei Gran Premi e dei circuiti del Motomondiale le più rilevanti Statistiche parlano immancabilmente italiano. Con 8 vittorie è infatti Valentino Rossi il pilota più titolato del Dutch TT nella classe regina oltre ad essere colui che è riuscito a distribuire i propri successi sullo spettro temporale più lungo, durato ben 16 anni, tra il 2002 ed il 2017. Un rapporto indubbiamente speciale quello tra il Dottore e il circuito Orange, qui infatti, il 25 giugno del 2017 conquistò anche l’ultima vittoria della propria carriera di Moto Gp.

Il record di successi consecutivi in classe regina è invece condiviso da Giacomo Agostini e Mick Doohan: entrambi hanno primeggiato per 5 edizioni consecutive e il loro record sembra essere al momento sotto chiave. L’estremo livello di competitività degli ultimi anni accompagnato dallo scarso feeling tra Assen e l’ultimo re delle due ruote, Marc Marquez, che qui ha vinto solo in due occasioni,  ha creato una girandola di vincitori tutti diversi dal 2016 ad oggi, mentre è addirittura da 17 anni che un pilota non riesca a vincere due edizioni di fila di questo GP. Chissà se riuscirà il vincitore in carica Pecco Bagnania a sfatare questa statistica.

Facendo poi un rapido resoconto che prenda in considerazione tutte le classi il numero di vittorie targate Valentino Rossi sale a 10 mentre quelle di Giacomo Agostini, che tra il 1968 e il 1974 ha dominato tanto nella classe 350 quanto in quella 500, salgono a 13. Ma numeri così corposi non sono comunque sufficienti per spuntarla da un punto di vista statistico: il titolo di più vincenta spetta infatti ad Angel Nieto, il re assoluto delle piccole cilindrate, che tra il 1970 e il 1983 ha conquistato, tra classe 50 e 125, ben 15 titoli.

Arrivando a parlare poi di costruttori fa male leggere in queste settimane di un possibile abbandono di Honda dalle competizioni del motomondiale a stretto giro di posta. Anche perché se è vero che sportivamente parlando questo processo sembra già aver preso piede, c’è da ricordare che i giapponesi sono la storia della classe regina, e Assen ce lo racconta ancora una volta. In Moto Gp nessuno come Honda ed i suoi 22 successi, solo Yamaha con 18 si avvicina. Poco più indietro cominciano poi a comparire le italiane: MV Augusta può contare su 15 successi, mentre sono 2 quelli targati Ducati e 7 quelli Gilera.

Pillole di curiosità:

La prima gara assoluta di classe 500 fu vinta da Nello Pagani su Gilera, l’ultima come ricordato da Bagnaia su Ducati.

Jim Redman nel 1964 riuscì a vincere in tutte e tre le categorie disponibili: 125, 250 e 500. Solo Mike Hailwood riuscì ad emulare la storica tripletta il caso vuole 3 anni più tardi, nel 1967.

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