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I racconti del commissario – Moto M.M., passione felsinea

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Tante M per una casa

Bologna, 1924. Mario Mazzetti era un tecnico di nemmeno trent’anni presso la G.D., una casa motociclistica che si stava affermando negli anni del dopoguerra. Mazzetti era un tipo intraprendente e decise di sfruttare le sue capacità per diventare imprenditore nel ramo che conosceva meglio: quello delle due ruote. Trovò rapidamente altri tre soci: Angelo Mattei, Giuseppe Massi-Mazzi ed Alfonso Morini. Mentre i primi due erano semplici finanziatori, il terzo aveva già mostrato doti non comuni come meccanico motociclistico. Poco più che ragazzino aveva aperto una sua officina nel capoluogo emiliano. La chiamata alle armi ne aveva interrotto l’attività, ma appena rientrato dopo il conflitto riprese esattamente da dove era rimasto. Morini abbracciò l’idea di Mazzetti e partì una nuova avventura: quella della “Fabbrica di Motobiciclette Brevetto M.M. di Angelo Mattei & C.”. La sovrabbondanza di “M” nei cognomi dei soci avrebbe creato confusioni e malintesi nel corso degli anni, ma il marchio M.M. era semplicemente composto dalle iniziali del fondatore: Mario Mazzetti.

Successo immediato

Dall’ officina di via Galliera 128 uscì rapidamente una monocilindrica due tempi da 125 cc. Il modello di esordio della M.M. dotato di un motore brevettato dallo stesso Mazzetti, ebbe da subito un buon successo sull’onda dei risultati sportivi. Mazzetti sapeva che nulla come le corse poteva lanciare un nuovo marchio e aveva dato incarico a Morini di progettare un modello con cui partecipare alle gare. Passione ed abilità non mancavano ad Alfonso che non solo si occuperò della parte tecnica, ma sarà anche pilota della sua creatura. Il lavoro fu coronato dal successo nella Milano-Napoli del 1925, a cui seguirono titoli tricolori e tre affermazioni nel Gran Premio delle Nazioni. Non pago delle vittorie, Morini fu anche capace di cogliere a Monza ben sei record mondiali di velocità. Era il 1927, Mattei e Massi-Mazzi erano usciti dalla società, ma la M.M. era già una realtà del motociclismo italiano. Consolidata in soli tre anni.

Un’aquila stilizzata sovrasta la doppia “M” nel logo della casa (Immagine Claudio Fargione)

Sempre più in alto

Nel 1929 la 125 lasciò spazio alla 175 quattro tempi, sostituita poi dalla 250. La M.M. non si fece trovare impreparata e realizzò una moto validissima per la nuova categoria, capace di fare suoi altri due record mondiali sulla Firenze-Mare (chilometro e miglio lanciati) ed i campionati italiani di 1/a e 2/a categoria con Serafini e Bonazzi. Anche una certa Scuderia Ferrari si servì della M.M. 175, cogliendo la vittoria di classe al Circuito del Littorio con il faentino Francesco Lama. I successi sportivi diventarono un formidabile volano anche per le vendite della casa, la cui attività cresceva rapidamente. Nel 1930 venne presentata una 350 a valvole laterali con telaio rigido e cambio manuale. Un mezzo tecnicamente tradizionale ma estremamente affidabile, seguito presto dalla sorella maggiore da 500 cc. Le doti di robustezza della M.M. fecero scegliere la 350 come mezzo per Corpo dei Vigili Urbani di Bologna, dalla Provincia e dalla Guardia di Finanza restando in servizio dal 1936 al 1960. Un colpo durissimo inferto alla rivale G.D., che aveva trovato nella casa dell’ex dipendente Mazzetti la più ostica avversaria sportiva e commerciale.

Una grave perdita

Non tutto però andava per il verso giusto. Nel 1937 Alfonso Morini decise di lasciare la M.M. portando con sé una liquidazione da 25.000 lire, attrezzi e una motocicletta. Nessuno poteva saperlo, ma quel mezzo trasformato in motocarro fu il punto di partenza per l’azienda che avrebbe portato il nome di Alfonso, la Moto Morini. Il successivo scoppio della seconda guerra mondiale pesò duramente sulla M.M. che al contrario di molte altre aziende meccaniche non poteva restare a galla grazie alle commesse di materiali militari. Mazzetti infatti non nascondeva antipatia nei confronti del regime fascista che, ovviamente, non facilitò la vita a quella che era diventata la principale casa motociclistica bolognese.

Il mondo cambia

Nel dopoguerra dallo stabilimento di via Calvaert uscì una raffinata 250 monoalbero a telaio elastico equipaggiata, prima in Italia, con una forcella teleidraulica anteriore. Da essa venne ricavata una 350 con prestazioni ai vertici della categoria, arrivando ad una velocità massima di 150 km/h che faceva invidia a rivali con motori da mezzo litro come Gilera Saturno o Moto Guzzi Falcone. Nonostante la validità dei prodotti ed il lancio di una nuova 125 nel 1954, gli anni d’oro della M.M. erano dietro le spalle. L’Italia si stava motorizzando e l’esplosione di richieste per scooter e motociclette economiche trovò impreparata la casa bolognese. Nel 1956, a fronte di sole 23 nuove 125 immatricolate, le vendite toccarono il minimo storico. L’ anno successivo la crisi che colpì diverse aziende meccaniche si portò via anche la storica M.M., per la quale venne dichiarato il fallimento. Ma senza cancellare il ricordo di una casa che aveva scritto un pezzo di storia della Motor Valley.

Una splendida MM 350 VL modello 32 C 1^ serie è la protagonista di questo breve video (domenico macri su YouTube)

 

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