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Volley Team Bologna – Come cancellare un sogno

La città non trova un impianto per accogliere la A2 conquistata dal VTB: la squadra costretta a rinunciare e a ripartire dalla terza serie nazionale.

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Il Volley Team Bologna (© Volley Team Bologna)
Il Volley Team Bologna (© Volley Team Bologna)

In una stagione in cui il Volley Team Bologna ha saputo trasformare sogni in risultati, con una cavalcata trionfale culminata in una doppietta storica (promozione in Serie A2 e vittoria della Coppa Italia di B1) la realtà si è fatta paradossalmente più dura della fatica sportiva: niente A2. Non per limiti tecnici, né per carenze economiche, ma per un’assenza clamorosa e inaccettabile di un impianto sportivo idoneo. E così, quella che avrebbe dovuto essere una festa per lo sport bolognese si trasforma nell’ennesimo simbolo delle canoniche carenze infrastrutturali.

Meriti sportivi cancellati dalla burocrazia

Costruire una stagione irripetibile, con entusiasmo e gioco, spirito di squadra e dedizione, non è bastato. Nessuna palestra disponibile e omologata per accogliere le gare della Serie A2. Nemmeno una. Non a Budrio, dove l’impianto usato in passato è inagibile a causa dell’alluvione; non a San Lazzaro o Castenaso, che non riescono a garantire nemmeno due allenamenti settimanali oltre alle partite. E nemmeno il PalaDozza, irraggiungibile per costi e logistica, stretto tra Virtus e Fortitudo.

Così la società, dopo settimane di speranze, trattative, telefonate e tentativi, ha dovuto gettare la spugna. «Abbiamo fatto tutto il possibile», ha dichiarato il presidente Roberto Sabbioni, «ma non c’erano le condizioni minime per affrontare un campionato professionistico come la A2». Il sogno, dunque, si infrange contro un muro di carte, cavilli e assenza di visione e progettazione.

Volley Team Bologna (© Volley Team Bologna)

Le ragazze del VTB esultano dopo un’azione (© Volley Team Bologna)

Una sconfitta che va oltre il campo

Il Volley Team Bologna non perde solo una categoria. Perde una stagione di lavoro, entusiasmo, progettazione. Perde credibilità il sistema sportivo italiano, incapace di valorizzare i suoi talenti e di accompagnarli nel percorso di crescita. Perde Bologna, città che da anni si fregia di essere “capitale dello sport”, ma che non riesce a garantire uno spazio adeguato a una squadra vincente, femminile, formativa.

E non è solo una questione simbolica. È ingiusto, oltre che inaccettabile, che a pagare siano atleti, tifosi e una città. Che avrebbero meritato un palco più grande, e che invece vedranno buttata una stagione per un’altra annata in B1. E poi, ci sarà la questione campo: diverse giocatrici, comprensibilmente, potrebbero scegliere altri lidi. Laporta, Tellaroli, Pulliero, ad esempio, sono già cercate in A2. La società cercherà di trattenere il più possibile, ma è chiaro che il gruppo rischia di sfaldarsi.

L’unico titolo che il Volley Team Bologna non meritava di perdere è quello della dignità sportiva. E invece oggi si ritrova defraudato di un traguardo raggiunto, umiliato non dal campo ma dalle sedie vuote, dai cantieri fermi e dalle agende piene. Abbiamo perso tutti.

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