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Rari Nantes – Serie C, Patria: «Qui ho ritrovato il piacere di stare in piscina» 

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Paolo Tassoni


Riccardo Patria, centroboa ventunenne della Rari Nantes, racconta il suo primo anno in serie C 

Una stagione per rinascere, o meglio, per ritrovare motivazioni ed entusiasmo nell’allenarsi e nel giocare: Riccardo Patria, 21 anni, reggiano di nascita ma oramai anche bolognese di cuore, ha disputato l’ultima stagione coi colori della Rari Nantes Bologna, ritagliandosi spazi e minutaggi importanti nell’ultimo campionato di serie C e contribuendo a suon di gol alla bellissima chiusura di stagione dello scorso anno.  

Cresciuto alla Reggiana Pallanuoto, Riccardo è approdato a Bologna nella stagione 2021/2022 per studiare Lettere Classiche all’Alma Mater e parallelamente proseguire la propria esperienza sportiva. Il centroboa della Rari Nantes ha deciso di raccontare la sua parabola nel capoluogo emiliano e quella che è stata una stagione di svolta per il suo personale percorso pallanuotistico, messo in crisi nell’anno precedente e rivitalizzato nella sua più recente esperienza. 

Riccardo, sei arrivato a Bologna due anni fa: quali sono state le tue esperienze prima di arrivare alla Rari, e cosa ti ha spinto a volerti mettere alla prova con questi colori? 

«Sono arrivato a Bologna per motivi di studio, e la mia scelta iniziale è stata quella di giocare nelle giovanili della De Akker, disputando parallelamente il campionato di serie C con la Reggiana. È stato un anno molto complicato per me, tanto che per un periodo avevo pensato di abbandonare la pallanuoto, principalmente per mancanza di sufficienti motivazioni. L’estate scorsa, parlando con la Rari, ho subito apprezzato il progetto riguardo la categoria maschile, nonostante fosse totalmente nuovo: il gruppo era giovane ma si è dimostrato molto affiatato, per cui mi sono trovato subito bene e mi è tornata, finalmente, la voglia di tornare in piscina». 

La stagione ai nastri di partenza sembrava non avere troppe pretese, ma siete stati capaci di arrivare fino in fondo alla post season. 

«Diciamo che prima di iniziare il campionato non avevamo idea di quanto potessimo essere competitivi: lo abbiamo scoperto strada facendo, sfruttando il duro lavoro che abbiamo svolto in allenamento. Siamo migliorati in maniera esponenziale nel corso dell’anno, tanto che abbiamo terminato il girone di ritorno senza sconfitte, esprimendo una pallanuoto migliore rispetto alle prime partite. L’altro elemento che ci ha permesso di chiudere bene l’anno è stata l’amalgama che il mister, insieme ad Enzo Pariso, è riuscito a creare tra noi: l’equilibrio che i veterani, i nuovi innesti, compreso me, e i giovani sono riusciti a trovare ha fatto la differenza in molte partite importanti». 

Avete quindi preso coscienza solo a campionato iniziato dei vostri mezzi: quando credi che abbiate acquisito la consapevolezza necessaria per poter guardare un po’ più in là rispetto alla salvezza, l’obiettivo di inizio stagione? 

«Penso che, paradossalmente, questa presa di coscienza sia avvenuta in seguito ad una sconfitta: nel girone di andata abbiamo perso di soli 2 gol, dopo aver condotto per tutta la partita, nella vasca di Tolentino, che sino a quel momento aveva vinto tutte le partite e sembrava una squadra inarrivabile. Da quel momento abbiamo maturato la consapevolezza di potercela giocare con tutti, ed il fatto di aver perso in maniera così rocambolesca ci ha anche infuso la rabbia agonistica necessaria per cercare di dare il meglio nel girone di ritorno». 

I playoff, nonostante la sconfitta decisiva nell’ultima partita, sono stati per voi un’escalation in positivo. Gara 1 sofferta, gara 2 senza sbavature e gara 3 persa solo nel minuto finale: come hai visto cambiare la tua squadra nelle ultime tre partite della stagione? 

«Ai playoff ci siamo presentati certamente sfavoriti rispetto a Tolentino, in quanto essendo un gruppo giovane molti di noi, me compreso, non avevano mai disputato partite di tale peso specifico. Questa nostra mancanza si è certamente notata in gara 1, dove non siamo scesi in vasca con la giusta mentalità, mentre nella partita successiva, anche grazie al calore del nostro pubblico, abbiamo messo in campo il carisma e la cattiveria agonistica necessaria per affrontare questo tipo di partite. L’ultima sfida, gara 3, ha evidenziato un nostro netto miglioramento, anche se nel finale loro, grazie ad una maggiore esperienza ed ad un pizzico di lucidità in più nei momenti chiave del match, sono riusciti ad ottenere la promozione». 

Un errore da non fare è quello di buttare tutto il lavoro che avete fatto nel campionato appena concluso. Dove credi che possa arrivare la Rari nella stagione 2023/2024? 

«È difficile fare previsioni, ci sono ancora molte incognite. Non ci sono certezze in merito a quello che sarà l’organico completo, ed i gironi non sono ancora stati definiti. Si può dire che c’è la volontà da parte di tutti di riprendere da dove si è concluso: abbiamo raggiunto un livello pallanuotistico più alto sotto tanti aspetti, in primis per quanto riguarda le individualità e l’intesa col compagno. Abbiamo maturato la consapevolezza di avere le capacità per poter ambire a qualsiasi risultato, perché ne abbiamo avuto la prova. Credo anche, però, che dovremo essere bravi a non commettere l’errore di crogiolarci sui risultati dello scorso anno, ma di continuare a lavorare su noi stessi. Abbiamo disputato un buon campionato, ma in esso sono emerse anche delle lacune, tanto di squadra quanto individuali: dovremo allenarci duramente per arrivare a colmare queste nostre mancanze». 

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