Tennis
Sinner e Alcaraz: il dualismo del futuro?
L’asso azzurro e il campione spagnolo si giocano l’ennesimo titolo: preparate i pop corn, perché la sfida sarà epocale
La definizione più corretta di un campione è la sua qualità di rendere semplice ciò che semplice non è. Ci riusciva Federer con la sua arte in movimento, ce la faceva Nadal col suo gioco fisicamente dominante, ora ne è capace anche Alcaraz, grazie ad un tennis fluidissimo che è una gioia per gli occhi. Poi, c’è Jannik. Ciò che l’altoatesino riesce a rendere semplice è il confronto con gli altri giocatori, quelli che gli sono inferiori per classifica e qualità. E, se escludessimo il suo eterno rivale, con il quale domani sera alle 20 si giocherà il numero 1 del mondo, nessun interprete, per quanto forte, riesce ad uscire da questa cerchia. Neppure Fritz su cemento, Ruud su terra o Djokovic su erba. Tutti battuti. Insomma, la cosa che stupisce di Sinner è la costanza, e non è una novità. Proprio per questa ragione, ad ogni match, qualunque sia l’avversario, ci si aspetta la conferma. E lui, manco a dirlo, non delude mai.
Carlos Alcaraz (© Wimbledon official site)
Per lo slam e per la gloria
Jannik Sinner è il più giovane giocatore di sempre a giocare tutte e quattro le finali slam nella stessa stagione, il quarto dopo Federer, Djokovic e Laver. Ma, siatene certi, all’azzurro di questa statistica, per quanto lusinghiera, non importa affatto. Non c’è tempo per festeggiare o per godersi New York, perché l’obiettivo è sempre più vicino. La finale più attesa della stagione è alle porte e, questa volta, vale più di tutte le altre messe assieme. C’è il numero uno del mondo in palio ma, soprattutto, l’ennesimo ultimo atto di un monopolio mondiale tra due ragazzi estremamente diversi ma altrettanto talentuosi. E’ presto per dirlo, ma Carlos e Jannik daranno vita a una delle rivalità più appassionanti della storia? In attesa dell’inserimento di un eventuale terzo, la risposta sembra essere positiva. Intanto, vietato farsi divorare dalla pressione: comunque vada, bisogna godersi la belle époque del tennis italiano.
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