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Il Personaggio della Settimana – Wolfgang Von Trips

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Eroi Nobili

All’epoca in cui i piloti indossavano caschetti in pelle adornati da semplici occhialoni che servivano per proteggersi da vento polvere e sporco anche un nobile si è preso la scena delle corse automobilistiche. Un tempo diverso nel quale la Formula 1 compiva i suoi primi passi e nella quale si intravedevano i primi cambiamenti tecnici, considerati vere e proprie rivoluzioni. Anni in cui era molto facile correre contro il proprio destino e nei quali ogni curva poteva essere l’ultima. Wolfgang Von Trips fu uno dei protagonisti del tempo. Si mise in mostra con la Ferrari tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60.

Tedesco, con sangue blu dalla nascita, si appassiona molto presto ai motori. Va oltre i suoi limiti fisici iniziando a correre in moto nonostante il diabete. Passa molto presto alle macchine e partecipa alla 1000 miglia del 1954 dove viene notato dal dirigente sportivo della Mercedes che gli permette di correre il Tourist Trophy concludendolo in terza posizione dietro a Moss e Fangio. Con le gare dei prototipi si fa notare anche da altri dirigenti e altre case costruttrici. Una su tutte, la Scuderia del Cavallino. Ferrari decise di ingaggiarlo per la stagione 1957 al fine di gareggiare nella classe regina. La Formula 1.

Vicino alla corona

La rossa della Motor Valley orfana di Juan Manuel Fangio, storico pilota argentino di quegli anni, decide di puntare sul tedesco. Nella Scuderia di Maranello rimane per cinque stagioni ottenendo solo due podi fino al 1961. Il primo in Italia a Monza, il secondo in Francia. Ma la stagione 1961 è quella della vera svolta. Il motivo? Una questione soprattutto tecnica. Per quell’anno la Ferrari decise di portare in pista la 156-F1, una monoposto rivoluzionaria. Fino a quel momento i veicoli portavano il motore nella parte anteriore ma la Cooper già da qualche tempo aveva portato una soluzione innovativa. Una monoposto con il motore portato sul retro che garantiva più agilità e leggerezza al veicolo rispetto alla potenza. Questo permise alle auto del team inglese di dominare le stagioni precedenti, vincendo gli ultimi due mondiali con Brabham. Nel 1961 anche la Ferrari decide di adottare questa nuova soluzione e i risultati non tardano ad arrivare. Von Trips vince due gare la prima in Olanda e la seconda in Inghilterra che gli permetteranno di portare la lotta per il titolo fino alla gara in Italia contro il suo compagno di squadra Phil Hill, gara in cui incontrerà purtroppo anche la fine della sua vita.

Monza Amara

Nella gara in Brianza al secondo giro la Ferrari di Wolfgang ha un contatto con Jim Clark e il tedesco perde il controllo del suo veicolo che finisce sull’erba e poi contro le barriere di protezione dove vi era il pubblico, causando così una carambola dalle conseguenze tragiche con quattordici morti tra cui Von Trips stesso. Quello rimase l’incidente più grave occorso mai in una gara di Formula 1. Fu il primo incidente che venne riportato anche in video, ma nonostante questo la dinamica non fu mai chiarita del tutto.

Il filo del destino

Taffy come lo chiamavano gli amici era un vero gentlemen, nobile di stirpe e di fatto. Era un signore e per questo piaceva molto anche al Drake che lo riteneva un pilota velocissimo e dotato di gran talento. Era pronto a prendersi quella corono iridata che avrebbe dato riconoscimento al suo talento, ma la giornata di Monza che doveva essere trionfale per tutta la Ferrari si abbuiò in un’atmosfera di tristezza infinita. Enzo Ferrari raccontò che Von Trips era amante di tutti gli sport, in particolare dei kart e nella sua città natale a Kerpen fece costruire una pista di go-kart nella quale pochi anni dopo andò a lavorare come custode il padre dell’ultimo Kaiser in rosso. Sì perché la pista voluta da Von Trips fu il primo asfalto sul quale corse Michael Schumacher insieme a suo fratello Ralf.

L’incidente fatale di Wolfgang Von Trips (Copyright: YouTube – Racing Crashes)

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