BasketFortitudo Bologna
Caja: «Vogliamo lottare fino all’ultimo possesso. Ora testa bassa e pedalare»
In occasione del media day di questa mattina, Caja ha spiegato la filosofia alla base della costruzione della squadra, le prime linee guida sulla stagione e gli obiettivi futuri.
Questa mattina si è tenuto il “media day” pre-stagione della Fortitudo, nella quale coach Attilio Caja ha rilasciato le prime dichiarazioni sulla nuova squadra e sui primi giorni di lavoro.
Le parole di coach Attilio Caja
Il lavoro estivo della società e dello staff tecnico ha avuto un obiettivo chiaro: allestire una rosa bilanciata, capace di unire solidità fisica e prospettive di crescita. L’allenatore ha spiegato come la scelta sia caduta su giocatori in una fase ascendente della carriera, motivati a migliorare e pronti a garantire un rendimento immediato.
«L’idea è stata cercare di fare una squadra omogenea, dove ci fosse una buona fisicità. E trovare giocatori in una fase di crescita della carriera, con forti motivazioni e possibilità di migliorare, ma anche qualità per performare oggi. Abbiamo messo insieme un buon gruppo, guardiamo il bicchiere mezzo pieno, i ragazzi si stanno confermando per quello che sapevamo. Siamo contenti di questi primi giorni».
Attilio Caja (©Valentino Orsini)
Prime indicazioni dalle amichevoli
Alle prime uscite stagionali si guarda sempre con curiosità, ma anche con la consapevolezza che il lavoro fisico e tecnico in questa fase sia molto intenso. Alla domanda su quali segnali si aspetti dalle amichevoli, il tecnico ha sottolineato un aspetto prioritario: la mentalità.
«All’inizio il lavoro è pesante, si lavora a livello fisico e con tanti concetti da mettere dentro. Vorrei vedere una buona mentalità, attitudine e voglia di lottare, è un aspetto che pretendiamo dalla prima partita».
Obiettivi e prospettive
Parlare di traguardi precisi a stagione appena iniziata è sempre complicato. L’obiettivo per la stagione?
«E’ fare il meglio possibile. In un sport individuale dipende tutto da te, in uno sport di squadra invece ci sono tante componenti, infortuni, problemi personali dei giocatori, gli avversari. Uno può performare bene o male, ma dipende anche da come performano gli avversari. Vogliamo essere competitivi e fare il meglio possibile. Abbiamo un palazzo con le tribune piene, e abbiamo i tifosi che sono i migliori in campo. Siamo orgogliosi di questo e vogliamo lottare, dal primo all’ultimo possesso. Testa bassa e pedalare, e alla fine vediamo dove saremo arrivati».
Attilio Caja (©Fortitudo Flats Service Bologna)
Una squadra a immagine del tecnico
Dopo i primi dieci giorni di allenamento, è emersa una conferma importante: la rosa rispecchia le idee e la filosofia del coach.
«Sono soddisfatto e ho avuto la conferma in questi primi dieci giorni. Quando prendi un giocatore c’è una forbice, ti aspetti da tot a tot, ma li conosci bene solo quando li alleni. Noi siamo nella parte alta della forbice. Sono contento dei giocatori che abbiamo, abbiamo margini di miglioramento. Lavoro, atteggiamento di squadra, e la loro propensione a non essere permalosi su quel che gli viene detto. Il lavoro deve essere il valore aggiunto della squadra».
Le favorite e la “chimica”
In vista del nuovo campionato, si parla inevitabilmente delle squadre favorite. Alcune hanno inserito elementi di grande valore, ma per l’allenatore i pronostici contano poco.
«C’è una parte di figurine e una parte sul campo. E’ vero che si sono mossi giocatori importanti in questo campionato, ma lo vedremo sul campo. Noi guardiamo a noi, e vedremo anche chi sarà più bravo a mettere le squadre sul campo. La famosa chimica, nessuno può saperla prima».
Attilio Caja ©Valentino Orsini
Creatività e soluzioni nei momenti chiave
La scelta di inserire uno straniero con caratteristiche particolari è stata mirata: serviva un elemento in grado di inventare qualcosa nei frangenti più difficili.
«L’idea era di avere un giocatore che possa creare a giochi rotti, nei momenti in cui l’esecuzione non è perfetta o il famoso schema non basta. Moore va in questa direzione, un giocatore che possa battere l’uomo e creare».
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