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Capolinea Fortitudo: la sconfitta con Napoli significa retrocessione in A2

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Foto di Bianca Costantini

KIGILI FORTITUDO BOLOGNA – GEVI NAPOLI BASKET  56-64 (12-14; 17-15; 16-13; 11-22)

Statistiche:

Fortitudo: Frazier 17, Manna ne, Aradori 4, Mancinelli ne, Durham 3, Zedda ne, Procida 5, Benzing 1, Fantinelli 2, Charalampopoulos 5, Groselle19, Borra. All.Martino

Napoli: Zerini 4, Mc Duffie 15, Vitali 7, Velicka, Parks 9, Marini, Uglietti 4, Lombardi ne, Gudaitis 14, Rich 11, Grassi ne. All.Buscaglia

Tiri liberi BO 10/18 NA 12/14

Tiri da 2 BO 17/39 NA 20/48

Tiri da 3 BO 4/25 NA 4/24

Rimbalzi BO 37 NA 54

Falli BO 16 NA 19

 

Arbitri: Paternicò, Begnis, Paglialunga

Quintetti iniziali: 

Fortitudo: Durham, Frazier, Aradori, Charalampopoulos, Groselle.

Napoli: Rich, Uglietti, Parks, Mc Duffie, Gudaitis.

 

Mesi fa si pensava alla gara del primo maggio contro Napoli e ci si chiedeva che importanza avrebbe avuto. Ecco che il giorno è arrivato e la sua importanza è cresciuta di settimana in settimana andando ben oltre le aspettative di tutti, diventando, gioco-forza, lo scontro diretto da dentro o fuori. Al 40esimo calano i titoli di coda sull’esperienza in LBA della Fortitudo, al termine di una gara tutt’altro che spettacolare ma tirata come prevedibile. Groselle mette tutto sé stesso, non si può dire lo stesso degli altri biancoblu, che nell’ultimo quarto mollano il colpo mentre Napoli ne approfitta e festeggia la salvezza. 

La carica assordante del Paladozza, metà bianco e metà blu, permette alla effe di incanalare nella giusta direzione la pressione della sfida nelle sue battute iniziali. Durham prende fin da subito per mano la squadra facendo il bello e il cattivo tempo. Non è da meno Napoli, non può permetterselo, e lo mette subito in chiaro rispondendo in area con Gudaitis e Mc Duffie: 9-10 quando si scavalla la metà del primo quarto. Si segna ma si sbaglia anche, Aradori fatica a sbloccarsi, è più facile per Frazier che lo fa da 8 metri. Pochi canestri, parecchia tensione, gioco fermo spesso: è partita vera ed è solo il primo periodo. 12-14 dopo 10′. 

Non è differente il trend nel secondo quarto, solo Procida per i padroni di casa riesce a muovere il punteggio nei primi 2’30”. Fa appena un po’ di più la Gevi, altrettanto in difficoltà nel muovere la retina: 16-18 dopo 3′. Mentre i punti rimangono centellinati e vengono accolti come un goal, Groselle vede il canestro più largo di tutti gli altri e, come nel quarto precedente, tiene in pareggio la gara e, soprattutto, in piedi il referto biancoblu. Dall’altro lato del campo Rich segna la prima tripla ospite e Gudaitis prende confidenza con la partita raggiungendo la doppia cifra a 2’40” dall’intervallo, quando il punteggio dice 22-25. Serve un Frazier meno spaventato e più sfontato dei compagni ad infondere nuovo entusiasmo al Fortitudo e a tutto il palazzo con il buzzer-beater del pareggio. 29-29 a metà gara.

Avvio di ripresa frizzante, quanto meno più del primo tempo. L’esperienza di Vitali e l’energia di Uglietti spingono Napoli sul +7 (31-38) dopo i primi 3’30”. Frazier risponde, Groselle pure con schiacciata in tap-in e successivo urlo sotto la Fossa. Si gioca sulle emozioni e sono le sempre le emozioni ad indirizzare uno scontro del genere. La lucidità del centro americano non vale il pareggio solamente perché dalla lunetta non riesce ad andare più in là di uno 0/2, è qui che Vitali cerca di ri-allontanare gli avversari, riuscendoci in parte. In parte perché Charalampopoulos e Frazier non ci stanno a retrocedere, forzano l’attacco ed operano il sorpasso 43-42 a 1′ dal termine del terzo quarto. Si fa piccolissimo il canestro per la Gevi che si ferma e finisce a -3 al 30′ (45-42).

Cori per Antimo Martino che a sua volta incita i suoi alla concentrazione massima. Efficace per un’azione poi parziale di 0-5 ospite, controsorpasso e doveroso time-out. Occorre insistere sulla grinta di Groselle, l’unico biancoblu sul parquet in grado di fronteggiare un’ispirato Mc Duffie. Anima, cuore, difesa e pure 2/2 ai liberi; l’apporto del lungo è vitale quando mancano meno di 5′ alla fine della partita e si è 52 pari (anche grazie al 3/3 di Procida a cronometro fermo). Botta e risposta con spazio per gli errori che tira ancor di più la partita; Parks fa valere il proprio atletismo in attacco e in difesa segnando il sorpasso ed impedendolo alla Fortitudo in più occasioni. Si entra nell’ultimo minuto di gioco, 56-59 a 43” dalla fine. Può una stagione ribaltarsi in due azioni? Se si trattasse di un racconto di fantasia forse sì ma, sebbene l’epopea biancoblu di colpi di scena ne abbia visti tantissimi, la realtà scrive un finale veritiero e amaro. La effe manca i tiri dell’impatto e concede a Napoli di gestire dalla lunetta il vantaggio ed aggiustarlo fino al 56-64. Dopo tre stagioni l’avventura in massima serie della Fortitudo è al capolinea. “Liberate la Fortitudo” recita lo striscione della Fossa. Il futuro al momento non risplende né di bianco né di blu. 

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